

25 MARZO 2016
LA SANTA COMUNIONE NELLA VITA DI SANTA FAUSTINA
<<Il momento più solenne della mia vita è quello in cui ricevo la santa Comunione. Per ogni santa Comunione sento un grande desiderio e per ogni santa Comunione ringrazio la Santissima Trinità >> (D.1804).
<<Oggi mi preparo alla venuta del Re. Chi sono io e chi sei Tu, o Signore, Re della gloria e della gloria immortale? O mio cuore, lo sai chi è colui che oggi viene da te? Sì, lo so, ma stranamente non riesco a comprenderlo. Oh, se si trattasse solo di un re!... Ma è il Re dei re, il Signore dei signori. Davanti a Lui trema ogni potenza ed ogni autorità. Ed è Lui che oggi viene nel mio cuore!
Sento che si avvicina, esco ad incontrarLo e Lo invito. Appena è entrato nella dimora del mio cuore, la mia anima è stata presa da un così profondo sentimento di ossequio che per il timore è svenuta cadendo ai Suoi piedi. Gesù le porge la mano e la fa benignamente sedere accanto a Sé.
La tranquillizza: Vedi, ho lasciato il trono del cielo per unirmi a te. Quello che vedi ora è appena un lembo e la tua anima già sviene per amore, allora come si sbalordirà il tuo cuore quando Mi vedrai in tutta la Mia gloria? Ma voglio dirti che la vita eterna deve cominciare già su questa terra per mezzo della santa Comunione. Ogni santa Comunione ti rende più idonea a trattare familiarmente con Dio per tutta l’eternità>> (D. 1810).

26 MARZO 2016
L'EUCARISTIA PEGNO DELLA GLORIA FUTURA
“Nella liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celesta” (Sacrosactum Concilium,8; cfr. Gaudium et Spes, 38). Queste parole così limpide ed essenziali del Concilio Vaticano II ci presentano una dimensione fondamentale dell’Eucaristia: il suo essere pegno della gloria futura, secondo una bella espressione della tradizione cristiana (cfr Sacrosanctum Concilium, 47).
“ Questo sacramento – osserva san Tommaso d’Aquino – non ci introduce subito nella gloria, ma ci dà la forza di giungere alla gloria ed è per questo che è detto viatico” ( Summa Th. III, 79,2, ad I).
La comunione con Cristo che ora viviamo mentre siamo pellegrini e viandanti nelle strade della storia anticipa l’incontro supremo del giorno in cui “noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv 3,2).
Elia, che in cammino nel deserto si accascia privo dei forze sotto un ginepro e viene rinvigorito da un pane misterioso fino a raggiungere la vetta dell’incontro con Dio (cfr. 1 Re 19, 1-8), è un tradizionale simbolo dell’itinerario dei fedeli, che nel pane eucaristico trovano la forza per camminare verso la meta luminosa della città santa.
Catechesi di s. Giovanni Paolo II

27 MARZO 2016
"L'anima di un sacerdote venne da me e mi disse di pregare per lui, perché doveva soffrire molto. Di più non poté dire; poi sparì.
Un'altra anima del Purgatorio mi spiegò in seguito: "Egli deve soffrire molto, poiché ha seguito l'uso di distribuire la Comunione nelle mani dei fedeli e perché ha fatto rimuovere i banchi che servivano per ricevere la Comunione in ginocchio. Si potrebbe aiutarlo rimettendo i banchi al loro posto, là dove egli li fece togliere, ed esortando coloro che furono abituati da lui a ricevere la Comunione nelle mani a non farla più così". Parlai con il Decano del posto, che ebbe molta comprensione.
Disse: "Non sono stato io ad introdurre l'uso della Comunione in mano. Per quanto riguarda i banchi, posso tentare di soddisfare questo desiderio, ma devo lasciare che decidano i sacerdoti del luogo". Parecchie volte venne l'anima di un altro sacerdote, lamentandosi che soffriva moltissimo, poiché aveva rimosso i banchi in chiesa, costringendo il popolo a ricevere la Comunione in piedi. Da ciò si capisce che qualcosa qui non funziona.
È vero: il Papa ha permesso di ricevere la Comunione anche in piedi. Chi però desidera inginocchiarsi, deve avere la possibilità di farlo. Così vuole il Papa, e noi possiamo pretendere ciò da ogni sacerdote. Se un sacerdote, o un vescovo, sapesse qual è la sua grande responsabilità nell'introdurre l'uso della comunione in mano, non lo farebbe certamente, e non lo permetterebbe..."
(Maria Simma, Le anime del Purgatorio mi hanno detto..., pp. 150-151, Editrice Dielle, Messina 1975).

28 MARZO 2016
OSTIE CHE VOLANO VIA
Il 2 luglio 1970, un prete molto serio ci scriveva una lettera, raccontandoci il fatto straordinario di Ostie consacrate che sono volate via da se stesse da un Ciborio.
Noi abbiamo saputo la notizia anche da altre persone e ne abbiamo mandate alcune per una inchiesta sul posto. Ecco alcuni estratti della lettera di quel sacerdote.
Sono venuto a conoscenza, da un prete del Québec, di un avvenimento straordinario che sembra essere un miracolo eucaristico.
Una di queste ultime domeniche (i1 21o 28 giugno 1970), alla Messa parrocchiale delle 7, nella chiesa di Beauceville (P.Q. Canada), il parroco don Carlo Eugenio Houde, sulla cinquantina, celebrava la S. Messa. Avendo già detto ai suoi parrocchiani che, d'ora in avanti, avevano il permesso di comunicarsi ricevendo la Santa Ostia nella mano, secondo le direttive dell'Arcivescovado di Québec, (1) prima della Messa disse ai suoi parrocchiani pressappoco così: "Per evitare delle complicazioni, vi comunicherete tutti ricevendo la Santa Ostia nella mano". (N.B.: Ciò era contrario alle direttive episcopali, le quali lasciano la libertà ai fedeli di comunicarsi, ricevendo la Santa Comunione sulla mano o nella bocca!). Al momento della Comunione, il parroco don Houde si volse verso i fedeli, tenendo le mani sul Ciborio. Ma prima che avesse preso un'Ostia e fatto un passo, ecco che una cinquantina di Ostie consacrate uscirono da se stesse dal Ciborio, e, levatesi in aria, si dispersero attorno al celebrante, cadendo, poi, lentamente, verso terra!
Don Houde fu talmente sorpreso da questa meraviglia che rimase alcuni minuti immobile, pallido per lo spavento. Poi, ispirato interiormente, disse ai fedeli che s'avvicinavano alla Sacra Mensa: "D'ora innanzi, voi vi cornunicherete tutti faceendo la Santa Ostia sulla lingua e non più sulla mano, perché il buon Dio ce ne ha dato ora un segno!".
Poi, s'inginocchiò per raccogliere le Sante Ostie disperse sul tappeto e distribuì la Santa Comunione. Di ritorno al presbiterio, disse: "Mai più, in vita mia. darò la Santa Comunione sulle mani!".
Se tutto questo è vero, il Signore ha voluto mostrarci che ricevere la Comunione nella mano è come gettare la Santa Ostia per terra, perché vi sono sovente delle briciole che cadono dalla mano dei comunicandi (la stessa cosa succede anche quando parecchi preti concelebrano!). Ecco perché la Chiesa esigeva l'uso di una patena, tenuta da un inserviente, per raccogliere le particole che contengono il Corpo di Cristo! Ecco perché anche le rubriche prescrivevano che il prete raccogliesse le briciole che erano potute restare sul corporale e che si lavasse le dita al di sopra del calice, dopo essersi comunicato, o se le purificasse in un piccolo vaso con l'acqua, dopo aver dato la Santa Comunione. Tutte queste precauzioni erano, appunto, per evitare le profanazioni e i sacrilegi.
Questo fatto miracoloso e le numerosissime profanazioni che ovunque si moltiplicano, dovrebbero decidere le Autorità Episcopali ad annullare un tale permesso, già, purtroppo, concesso: di dare la Comunione sulla mano.

29 MARZO 2016
Più volte querelossi grandemente il Signore con la sua serva del grave dolore che gli cagionavano in cuore le scostumatezze del Clero di allora.
Egli, rammentando quelle singolarissime grazie con cui arricchir volle coloro, i quali si consacravano al suo santuario, le disse: "Vedi, mia figlia, io sono come colui, il quale partendo da questa vita, lascia agli amici suoi l'oggetto più prezioso dei suoi averi.
Così ai miei ministri, che ho prescelti a preferenza degli Angeli e degli uomini, nel dividermi da questo mondo ho rimesso ciò che avevo di più caro e lasciato loro cinque doni: la fede è il primo, il secondo la consegna delle due chiavi del cielo e della terra, il terzo è la virtù di trasformare in un angelo un nemico di Dio, il quarto è il potere di consacrare il mio Corpo, ciò che a nessun Angelo è concesso, il quinto è il privilegio di poter toccare con le proprie mani la Carne mia purissima..."
(Suor Maria Bernardina dell'Ordine delle Cappuccine, Vita di S. Brigida di Svezia, pagina 280, Venezia 1890).

30 MARZO 2016
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. …Vorrei parlare della santa Comunione, non riesco a trattenermi. E' possibile che ci sono anime che non capiscono quello che la Santa Eucaristia è? Chi sono insensibili alla Presenza Divina ... .. alle effusioni misteriosi e fervente del Sacro Cuore del mio Gesù? O Cuore di Gesù! Cuore di amore!
…Che cosa sarebbe di me se non mi dedico tutti i miei affetti per l'Ostia?
Oh, sì, lo so, Signore, che al fine di farmi meritare il paradiso in cielo, Tu mi dai la Comunione qui sulla terra!
...Mio Dio, apri il tuo cuore a me. O Gesù, apri per me Il tuo seno sacramentale, perché desidero mettere tutti i miei affetti lì. O Gesù, quanto amo te! Ma perché ti comporti verso di me con tanto amore, mentre ti offendo con innumerevoli ingratitudine? Questo pensiero da solo, se potessi comprenderlo, dovrebbe essere sufficiente per trasformarmi in una fornace di amore. Non è forse un amore irresistibile per amare Colui che non è arrabbiato con uno che sempre offende Lui. Perdonami, o Gesù, tanta disattenzione!; perdona così grande ignoranza Dio mio Gesù, mio amore, bontà infinita.
…Gesù, sacra Ostia, a te consacro tutta la mia tenerezza ......
Oh Gesù, Gesù, mio amore! Ho fame per il vostro pane di vita, sono assetata per il tuo Sangue sacramentale!
s. Gemma Galgani

31 MARZO 2016
LA PREGHIERA DI PADRE PIO DOPO LA COMUNIONE
RESTA con me Signore, perché è necessario averTi presente per non dimenticarTi. Tu sai con quanta facilità Ti abbandono.
RESTA con me Signore, perché sono debole ed io ho bisogno della Tua fortezza per non cadere tante volte.
RESTA con me Signore, perché Tu sei la mia vita e senza di Te vengo meno nel fervore.
RESTA con me Signore, per mostrarmi la Tua volontà.
RESTA con me Signore, perché desidero amarTi ed essere sempre in Tua compagnia.
RESTA con me Signore, se vuoi che Ti sia fedele.
RESTA con me Gesù, perché quantunque la mia anima sia assai povera, desidera essere per Te un luogo di consolazione, un nido d’amore.
RESTA con me Gesù, perché si fa tardi e il giorno declina… cioè passa la vita… si avvicina la morte, il giudizio, l’eternità… ed è necessario raddoppiare le mie forze, acciocché non venga meno nel cammino e per questo ho bisogno di Te. Si fa tardi e viene la morte!… M’inquietano le tenebre, le tentazioni, le aridità, le croci, le pene, ed oh! Quanto ho bisogno di Te, Gesù mio, in questa notte d’esilio.
RESTA Gesù con me, perché in questa notte della vita e dei pericoli ho bisogno di Te. Fa’ che Ti conosca come i Tuoi discepoli allo spezzar del pane… cioè che l’Unione Eucaristica sia luce che dissipa le tenebre, la forza che mi sostiene e l’unica beatitudine del mio cuore.
RESTA con me Signore, perché quando arriva la morte, voglio stare unito a Te, se non realmente per la Santa Comunione, almeno per la grazia e per l’amore.
RESTA con me Signore, Te solo cerco, il Tuo amore, la Tua grazia, la Tua volontà, il Tuo cuore, il Tuo spirito, perché Ti amo e non chiedo altra ricompensa che aumento di amore. Amore solido, pratico. AmarTi con tutto il mio cuore sulla terra, per seguire amandoTi con perfezione per tutta l’eternità.
Così sia.