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19 MAGGIO 2015

 

L’Eucarestia fa gustare la convivialità che Dio offre alle sue creature

 

La nostra fede non è fondamentalmente credere nell’immortalità dell’anima, ma credere in Gesù, il Crocifisso Risorto, Unigenito e Primogenito, il Figlio di Dio, Figlio di Adamo in quanto Figlio di Maria, che nel suo mistero pasquale è primizia della nuova creazione, della nostra resurrezione (cf 1 Cor 15,20).

La Chiesa ha bisogno di maternità e di paternità per essere la casa della misericordia. Cristo ci fa partecipi della sua missione con la nostra maternità e paternità evangeliche.

L’Eucaristia ne è la sorgente. Essa è cibo, nutrimento, amore: un rapporto ricchissimo di suggestioni in molte tradizioni dei popoli è presente in maniera singolare nell’esperienza biblico-cristiana.

Nell’Eucaristia, Gesù ci nutre della sua carità senza limiti.

Questa carità è compimento perché sintetizza le coordinate dell’amore nella duplice direzione teologica e antropologica, ci trasforma, perciò, in Angeli di Dio, in creature che stanno sempre davanti a Dio, pronte al suo servizio per la salvezza.

Gesù Sapienza imbandisce il banchetto; Maria è la donna sapiente, donna portatrice del Pane, donna che nutre il Figlio di Dio, capo della nuova umanità e di tutto il suo Corpo. Giovanni, nel suo Vangelo, lascia intuire il ricco simbolismo: dal cibo materiale alla Parola di Dio, a Gesù che si fa carne per la vita del mondo; Maria è ad un banchetto con la sollecitudine di madre, anticipando i tempi del banchetto messianico; Gesù siede a mensa con i peccatori, inaugura il banchetto escatologico.

L’Eucaristia fa gustare la convivialità che Dio offre alle sue creature.

 

STEFANO DE FIORES, “La mediazione della vergine-Madre nell’Eucaristia”

                                       In “Madre di Dio” n.3, marzo 2004

 

 

 

20 MAGGIO 2015

 

Il Magnificat in prospettiva eucaristica

 

Nell’Eucaristia, la Chiesa si unisce pienamente a Cristo e al suo sacrificio, facendo suo lo spirito di Maria.

E’ verità che si può approfondire rileggendo  il Magnificati in prospettiva Eucaristica.

L’Eucaristia, infatti, come il cantico di Maria, è innanzitutto lode e rendimento di grazie. Quando Maria esclama: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio mio Salvatore”, Ella porta in grembo Gesù.

Loda il Padre “per”  Gesù, ma Lo loda anche “in” Gesù e “con” Gesù.

E’ precisamente questo il vero “atteggiamento Eucaristico”. Al tempo stesso Maria fa memoria delle meraviglie operate da Dio nella storia della salvezza, secondo la promessa fatta ai padri (cf Lc 1,55),  annunciando la meraviglia che tutte le supera, l’Incarnazione Redentrice.

Nel “Magnificat” è infine presente la tensione escatologica dell’Eucaristia.

Ogni volta che il Figlio di Dio si ripresenta a noi nella “povertà” dei segni sacramentali, pane e vino, è posto nel mondo il germe di quella storia nuova in cui i potenti sono “rovesciati dai troni”, e sono “innalzati gli umili” (cf Lc 1,52). Maria canta quei “cieli nuovi” e quella “terra nuova” che nell’Eucaristia trovano la loro anticipazione e in un certo senso il loro “disegno” programmatico.

Se il “Magnificat” esprime la spiritualità di Maria,  nulla più di questa spiritualità ci aiuta a vivere il Mistero Eucaristico.

L’Eucaristia ci è data perché la nostra vita , come quella di Maria, sia tutta un Magnificat!

GIOVANNI PAOLO II in Ecclesia de Eucharistia, n. 58

 

"L’Eucaristia è l’atto d’amore per eccellenza, perché è il dono del Padre: il Figlio stesso."

 

Giovanni Martinico

 

 

 

21 MAGGIO 2015

 

La terra ha dato il suo frutto

 

“Ti celebrino i popoli, o Dio,

ti celebrino i popoli tutti”.

“La terra ha dato il suo frutto...”

 

La terra: santa Maria,

che trae origine dalla nostra terra

e dalla nostra stirpe…

Questa terra ha dato il suo frutto, 

che trova nel Figlio

quanto ha perduto nell’Eden.

 

“La terra ha dato il suo frutto”.

Prima ha dato il fiore…

Il fiore è diventato frutto

perché noi lo mangiamo,

di esso ci nutriamo…

Il Figlio nato dalla Vergine,

il Signore dall’ancella, 

il Figlio dalla Madre,

il frutto dalla terra.

 

GIROLAMO DI STRIDONE in Trattato sul Salmo 66

 

"Il demonio, conoscendo il grandissimo frutto e rimedio che è posto nella Sacra Comunione, ci si mette con tutte le forze per ritrarne e allontanarne in tutte le maniere, in tutte le occasioni, i fedeli devoti."

 

Tommaso da Kempi

 

 

 

22 MAGGIO 2015

 

Maria, donna del pane

 

Santa Maria, donna del pane, da chi se non da te, nei giorni dell’abbondanza con gratitudine e nelle lunghe sere delle ristrettezze con fiducia, accanto al focolare che crepitava senza schiuma di pentole, Gesù può aver appreso quella frase del Deuteronomio (8,3), con cui il tentatore sarebbe stato scornato nel deserto: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”?

Ripéticila quella frase, perché la dimentichiamo facilmente.

Facci capire che il pane non è tutto.

Che i conti in banca non bastano a renderci contenti.

Che la tavola piena di vivande non sazia,  se il cuore è vuoto di verità.

Che se manca la pace dell’anima, anche i cibi più raffinati sono privi di sapore. Perciò, quando ci vedi brancolare insoddisfatti attorno alle nostre dispense stracolme di beni, muoviti a compassione di noi, placa il nostro bisogno di felicità e torna a deporre nella mangiatoia, come quella notte facesti  a Betlemme, “il pane vivo disceso dal cielo” (Gv 6,51).

Perché solo chi mangia di quel pane non avrà più fame in eterno.

 

TONINO BELLO in "Maria donna dei nostri giorni", S. Paolo 1993, pp.49-50

 

 

" Credetelo pure, miei cari figlioli, colui che devoto del Santissimo Sacramento, cioè va con frequenza a fare buone comunioni, e colui che va a far visita a Gesù Cristo nel Tabernacolo,  costui ha un pegno sicuro della sua eterna salvezza."

 

S. Giovanni Bosco

 

 

 

23 MAGGIO 2015

 

Maria, la prima adoratrice

 

Maria fu sempre la prima adoratrice di Gesù in tutti i suoi misteri. Conveniva infatti che questo Cuore sì puro e sì infiammato d’amore avesse, in tutto, l’onore di offrire il primo omaggio e che ne ricevesse la prima grazia per comunicarcela.

Così Maria, per prima adorò il Verbo incarnato nel suo seno verginale, e, alla sua nascita, Ella gli offrì il primo dono dell’amore, la prima confessione della fede.

Maria alle nozze di Cana adorò per prima la potenza di Gesù che Ella sciolse in favore degli uomini. E per prima ancora adorò Gesù in croce e si unì al suo sacrificio. Ma dove l’adorazione di Maria è in tutto il suo primato, nella sua incomparabile eccellenza, è ai piedi del Tabernacolo.

 

PIER GIULIANO EYMARD in "Direttorio degli aggregati della SS. Sacramento," serie V, parte II, cap. I

 

"Gli autori non sono d’accordo sulla frequenza alla comunione; ma noi andiamo più in su; Gesù Cristo nel suo Vangelo ci dice: “Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue sta in Me, ed Io in lui”: or dunque, sembra che sia cosa buona rimanere noi nel Signore, e il Signore con noi? Altro che buona, è ottima."

 

S. G.B. Cottolengo

 

 

 

 

24 MAGGIO 2015

 

Manna perfetta è il corpo nato dalla Vergine

 

Mi domandi perchè il Signore Dio ha fatto piovere la manna per il popolo dei nostri Padri ed ora non faccia piovere più.

Se te ne rendi conto, la fa piovere, ed ogni giorno la fa piovere dal cielo per chi lo serve. E quella manna materiale si trova oggi in molti luoghi, ma ora il fatto non desta tanta meraviglia, perché è venuta la manna perfetta. Manna perfetta è il Pane celeste, il Corpo nato dalla Vergine, su cui ti dà sufficienti insegnamenti il Vangelo.

Queste realtà, quanto più nobili sono delle precedenti?

Coloro che mangiarono la manna, cioè quel pane, sono morti:

"chi mangia questo pane vivrà in eterno." (Gv 6, 51)

 

 

 

"Il mezzo migliore ed unico per conservarsi fedeli a Dio, a contatto di gente senza legge, che ha sempre la bestemmia sulle labbra ed in cuore l’odio di Dio, è quello di accostarsi quotidianamente a ricevere Gesù, alla mensa degli angeli."

 

S. Pio da Pietrelcina

 

Piccola Nazareth 

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