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7 LUGLIO 2015

 

La comunione: fuoco di vero amore

 

Spesso mi assalgono desideri così vivi di comunicarmi che non so come spiegarli.

Un mattino pioveva così a dirotto che mi pareva impossibile uscir di casa. Ma appena fuori, l’impetuosità del desiderio mi travolse di tal maniera che non mi sarei fermata neppure se mi avessero puntato contro delle lance:  si pensi se poteva trattenermi un po’ d’acqua!...

Feci la Comunione….. consideravo poi con stupore gli effetti che si sentono quando si è avvicinati da quel fuoco: di vero amore di Dio che par venire dall’alto. Benchè tanto lo desideri, lo cerchi e mi consumi per averlo, sento di non poterne conseguire neppure una scintilla, a meno che non si degni di darmela Dio stesso. Ma quando viene, il vecchio uomo se ne va tutto consunto con i suoi difetti, le sue miserie e le sue tiepidezze.

Un giorno, appena comunicata, mi fu dato d’intendere che il Corpo Sacratissimo di Cristo vien ricevuto nell’interno dell’anima dallo stesso suo Padre. Compresi chiaramente che le tre Divine Persone sono dentro di noi e che il Padre gradisce molto l’offerta che gli facciamo di suo Figlio, perché gli si offre la possibilità di trovare in Lui le sue delizie e le sue compiacenze sulla terra.

 

S. TERESA D’AVILA, Vita 39,22-23; R 57  in "Opere", Postulazione OCD 1985, pp. 417-418.520

 

"La Messa è il sacrificio comune di tutta la Chiesa nel quale il Signore prega con noi, nel rinnovamento sacramentale di Cristo."

Joseph Ratzinger

 

 

 

 

8 LUGLIO 2015

 

L’Eucarestia: il più adorabile dei misteri

 

Tu, o mio Dio, che ci hai fatti, ben sai che nulla può appagarci all’infuori di Te, ed è per questo che hai voluto darci Te stesso in nutrimento e bevanda. E’, questo, il più adorabile dei misteri, la più stupenda delle misericordia.

Tu il Glorioso, il Bellissimo, il Fortissimo, il Dolcissimo, Tu in verità ben sapevi che nessuna cosa, al di fuori di Te stesso, avrebbe sorretto i nostri fragili cuori, le nostre vite mortali e  perciò hai preso la nostra carne e il nostro sangue affinchè, diventate la Carne e il Sangue di Dio, potessero essere la nostra vita.

Ma come posso io elevarmi a un atto quale è quello di cibarmi di Dio?

Si, o mio Signore, voglio venire ad incontrarti.

Voglio aprire la bocca e ricevere il tuo dono! Lo faccio con grande timore e tremore; ma che altro posso fare? Da chi andrei, se non da Te.

Fuori di Te, chi  può salvarmi? Fuori di Te, chi può purificarmi? Chi, fuori di Te,  può pormi in grado di vincere me stesso? Fuori di Te, chi può strappare dalla tomba il mio corpo?

E’ per questo che in tutte le necessità ricorro a Te, con timore si, ma con fede profonda.

La tua Carne e il tuo Sangue sono l’unica mia vita! 

 

JOHN HENRY NEWMAN

 

"Io credo che se non ci fosse la Messa, il mondo sarebbe già sprofondato sotto il peso delle iniquità.

La messa è il sostegno poderoso del  mondo."

 

S. Leonardo da Porto Maurizio

 

 

 

 

 

 

 

9 LUGLIO 2015 

 

Il problema delle comunioni surgelate

 

Chi fa con una certa frequenza la Comunione l’ha ormai capito:

l’incontro personale con Cristo a un certo momento non dice più niente.

È vergognoso, ma tutti ci portiamo dentro questo delitto: le comunioni banalizzate, ridotte a un rito vuoto, noi assenti e Lui assente, noi distratti e lui che tace. Fino al punto di creare un’abitudine vera e propria a questo vergognoso comportamento. Fino al punto di abituarci talmente alla Comunione gelida da non provarne neppur rimorso.

E allora nascono le tragedie: le comunioni – surgelate non servono a addrizzare nulla, e la vostra vita cristiana è rovinata alla radice perché non riceve alimento dall’Eucaristia.

Il problema è rompere a ogni costo la routine!

Come fare? Dobbiamo riuscirci. Forse occorre trovare un sistema di rottura con la routine che risponda a questi dati: un metodo semplice, adatto e adattabile a tutti, rispettoso del senso liturgico della Comunione. Forse un metodo che va alla soluzione giusta è questo:

mettervi sul piano dell’amico che viene a trovarvi per passare qualche ora con voi. (…)

Cominciate col far festa. Imponetelo a voi stessi, come espressione della vostra fede. Esprimete a Cristo tutta la vostra gioia perché vi siete incontrati con Lui. (…) Poi offrite. Che cosa? Ma qualcosa che Gli farà piacere!

Provate ad andare alla Comunione con un dono già pronto: una carità fatta

( fatta per non andare all’incontro con Cristo a mani vuote) e offrite anche qualcosa che farete subito dopo la Comunione. (…) Offrite qualcosa che vi costa molto. Offrite qualcosa di coraggioso. Offrite un servizio impegnato a un povero, a un malato, a un vecchio. Offrite soprattutto una carità difficile in casa.

 

ANDREA GASPARINO in "A cena col Signore: la Comunione", Elledici 1993, pp. 7 – 10

 

 

10 LUGLIO 2015

 

Comunione

 

“Essere in comunione con”, una grande e bella realtà che va molto più lontano di quanto pensiamo.

Poiché la parola comunione significa ben di più che l’unione in uno stesso stato d’animo. Quale ne è l’origine?

Si pensa subito alla parola unione,  “com-unio”,  “unità-con” una comune-unione di esseri che diventerebbero un tutt’uno. Ebbene, non è esatto. Comunione deriva da un’altra parola latina, “munus”,  che significa funzione, compito, incarico. Ecco, la  comunione nasce  dal “ peso-portato-con”, dal compito comune. Da questo peso condiviso nascerà la gioia dell’amicizia. “Portate i pesi gli uni degli altri per compiere così la legge di Cristo”, dice san Paolo. Questa è una comunione che non inganna. Scavalca la semplice unione nostra con Dio. E’ attuazione della parola di Gesù: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11,29-30). Questo è il compito che ci è affidato ogni volta che ci accostiamo a Gesù Eucaristia. Ricevere Gesù comporta farci carico con lui, non da soli!, di tutto il peso della redenzione dell’uomo, della nostra e altrui salvezza...

 

 

"La salvezza del mondo dipende da questo gran mistero della Messa".

 

S. Oddone di Cluny

 

 

 

11 LUGLIO 2015

 

O prezioso e mirabile convito!

 

L’unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi degli dei. Tutto quello che assunse, lo valorizzo per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perchè, redenti dalla umiliante schiavitù fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi , in fine, un costante ricordo di cosi grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo Corpo in cibo e il suo Sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.

O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio.  Che cosa di più sublime di questo Sacramento? Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali.

Nella Chiesa, l’Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti. Nessuno infine può esprimere la soavità di questo Sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione.

Egli istituì l’Eucaristia nell’Ultima Cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre. L’Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell’Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.

 

S. TOMMASO D’AQUINO in Opuscolo 57

 

Piccola Nazareth 

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