
Il testo di riferimento a partire dal quale il corso si è sviluppato è scritto da M. Hauke e si intitola “Introduzione alla mariologia”.
Tra i documenti dedicati a Maria ricordiamo l’enciclica “Redemptoris Mater”, scritta da San Giovanni Paolo II, nella quale, partendo da un paragone con Abramo, il Papa riconosce che la fede della piccola ed umile Maria di Nazareth era persino superiore a quella del patriarca. Nella “Dei Verbum” si intravede in Maria un assenso della fede, di fronte a Dio che si rivela, ineguagliabile.
In seguito al Concilio Vaticano II si è sviluppata la teologia femminista che si è servita della figura di Maria per dare risalto alle donne all’interno della Chiesa e chiedere il riconoscimento di ruoli esclusivamente maschili. Ad esempio, nella Chiesa Anglicana e Luterana si è giunti ad ammettere al sacerdozio anche le donne.
Il mariologo è colui che studia la scienza teologica relativa a Maria.
Ricordiamo che le fonti attraverso cui Dio si rivela sono la Sacra Scrittura e la Tradizione. Per comprendere meglio, pensiamo al dogma dell’Assunta proclamato da Papa Pio XII il 1° novembre 1950. Ebbene, tale dogma per noi cattolici ha un valore paragonabile alla Sacra Scrittura. Un altro dogma proclamato dal Papa (Pio IX) non presente nella Sacra Scrittura espressamente, ma indiscutibile per noi cattolici è il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria.
Possiamo considerare la mariologia come il discrimine della religione cattolica.
Il primo trattato di mariologia fu scritto da un palermitano, Placido Nigido, intorno al XVII secolo.
Introduzione

La mariologia è una branca della teologia sulla quale è stato scritto in Germania un Dizionario che consta di sei volumi. Questo ci fa comprendere come, oltre alla cristologia, una sola branca vivesse “da sé”, cioè la mariologia.
Nel Concilio Vaticano II
Tra le costituzioni del Concilio Vaticano II, la Lumen Gentium al capitolo 8, quello finale, ci parla di Maria. E Paolo VI, che porta a termine il Concilio Vaticano II, considerava le parole su Maria come vertice e coronamento della costituzione dogmatica della Chiesa.
Al numero 65 della Lumen Gentium, leggiamo che Maria, per essere entrata intimamente nella storia della salvezza, in qualche modo compendia in sé e irraggia le principali verità della fede.
Durante il Concilio, alcuni prelati volevano una costituzione dogmatica a sé su Maria, mentre altri sposarono una teoria ecclesiotipica, che alla fine prevalse.
Metodologia nella mariologia: prima del Concilio Vaticano II si seguiva un metodo deduttivo, traendo dalla Sacra Scrittura gli elementi su Maria; successivamente il metodo, tuttora seguito dai mariologi, è stato quello induttivo o storico-salvifico. Partendo da un esame dei contesti storici, economici, culturali, sociali, si perviene alla ricognizione degli elementi su Maria.
Bruno Forte definisce Maria “Densificazione della storia della salvezza”.