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 1 DICEMBRE 2015

MARIA ADORA GESU' PER ME IN ME

O Mamma di Gesù

 Il tuo Figlio si è fatto Pane sull’altare

 ed ora è dentro di me, in me…

O Mamma,

non sono capace di adorare Gesù

con tutto il mio cuore e i miei pensieri

come meriterebbe…

Ti supplico, o Mamma mia,

adora tu per me e con me, dentro di me

il tuo e mio Gesù

che si è fatto Cibo e fuoco per la mia vita.

Adoralo come solo tu sai fare

e hai sempre fatto

dal giorno della sua Incarnazione

nel tuo grembo verginale

fino ad oggi.

Mamma di Gesù,

aiutami a capire un poco di più

il grande miracolo di amore

che Gesù compie ogni giorno

per me nella Comunione eucaristica,

il fuoco di amore che riserva nella mia anima…

Maria, Mamma mia,

aiutami a vivere appassionatamente

questo momento  di intimità con Gesù

e ad amarlo e adorarlo

con gli stessi sentimenti che tu hai avuto

presso la mangiatoia di Betlemme…

Ti supplico, aiutami!

Non lasciarmi solo,

dammi i tuoi occhi e il tuo cuore

per stare con lui sempre.

                                                                                     GUERRINO PERA

 

 2 DICEMBRE 2015

LA VITA COME EUCARISTIA E COMUNIONE

Per comprendere veramente l’ultima cena bisogna vedere in essa il compimento  di questo grande movimento d’amore divino che  cominciò con la creazione del mondo e che in quel momento stava per raggiungere la sua pienezza nella risurrezione di Cristo.

 

  <<Dio è amore>> (1 Gv 4,8). Il primo dono dell’amore fu la vita che era in origine comunione in ogni senso della parola; per vivere l’uomo doveva nutrirsi, mangiare e bere, essere in comunione con questo mondo. Il mondo era dunque l’Amore Divino divenuto nutrimento, divenuto Corpo dell’uomo.

 

Essere vivente, in comunione cioè con il mondo, l’uomo doveva essere anche in comunione con Dio, con Dio che è il fine e la sostanza della sua vita. L’uomo riceveva da Dio il suo nutrimento e trasformandolo nel suo corpo e nella sua vita, faceva della vita del mondo una vita con Dio e per Dio. L’amore di Dio aveva fatto all’uomo dono della vita ed ecco che l’uomo nel suo  amore verso il Creatore la trasformava in comunione con lui: così avveniva nel Paradiso in cui tutta la vita era una Eucaristia.

 

 Con il peccato l’uomo ha perduto questa vita eucaristica. Smise di guardare il mondo come mezzo di comunicazione con Dio; non pensò più la sua vita come Eucaristia, adorazione e lode ma amò se stesso e il mondo per se stesso.

 

 Stava per cominciare una nuova opera divina, quella della redenzione e della salvezza, che si sarebbe compiuta nel Cristo, il Figlio di Dio che per ridare all’uomo la sua bontà originaria e restituirgli la vita di comunione con Dio, si fece Uomo, prese su di sè la nostra natura con la sua sete e la sua fame, con il suo desiderio e il suo amore della vita. In lui la Vita è stata rivelata, donata, accettata, compiuta con perfetta Eucaristia e comunione con Dio.

 

 

                           ALEXANDER SCHMEMANN in Letture per ogni  giorno, Elledici 1979, pp.699-701

 

 3 DICEMBRE 2015

 IL MISTERO DELLA REDENZIONE

 

L’ uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non lo sperimenta e lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente.

 

   Cristo redentore rivela l’uomo all’uomo stesso. Questa è la dimensione umana del mistero della redenzione. In questa dimensione l’uomo ritrova la grandezza, la dignità, e il valore propri della sua umanità. Nel mistero della redenzione l’uomo diviene nuovamente << espresso>>e, in qualche modo, è nuovamente creato!

 

L’uomo che vuol comprendere se stesso deve avvicinarsi a Cristo, entrare in lui con tutto se stesso, deve << appropriarsi >> e assimilare tutta la realtà dell’incarnazione e della redenzione. Quale valore deve avere l’uomo davanti agli occhi del creatore, se << Dio ha dato il suo Figlio >>, affinché egli, l’uomo, << non muoia, ma abbia la vita eterna >> (cf Gv 3,16)

 

   Celebrando e insieme partecipando all’Eucaristia, noi ci uniamo a Cristo terrestre e celeste, che intercede per noi presso il Padre; ci uniamo sempre  mediante il suo sacrificio, per mezzo del quale egli ci ha redenti, così come siamo stati << comprati a caro prezzo >> (cf 1 Cor 6,20).

 

                                                    GIOVANNI PAOLO  II in  Redemptor hominis, nn. 10.20

 

 

 

 

                                               "Nel tabernacolo vi è il tesoro più grande

                                                          che possa trovarsi in Cielo e in terra,

                                                          vi è il padrone di tutto il mondo".

                                                                                                             s. Giovanni Bosco

4 DICEMBRE 2015

IL DIO CON NOI

 

Durante il giorno i fedeli non omettano di fare visita al SS. Sacramento. Che dev’essere custodito in luogo distintissimo, col massimo onore nelle chiese, secondo le leggi liturgiche, perché la visita è prova di gratitudine, segno d’amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore là presente.

 

Ognuno comprende che la divina Eucaristia conferisce al popolo cristiano incomparabile dignità. Giacchè non solo durante l’offerta del sacrificio e l’attuazione del Sacramento, ma anche dopo, mentre l’Eucaristia è conservata nelle chiese e negli oratori, Cristo è veramente l’Emmanuel, cioè il <<Dio con noi>>. Poiché giorno e notte è in mezzo a noi, abita con noi pieno di grazia e carità (cf Gv 1,14); restaura i costumi, alimenta le virtù, consola gli afflitti, fortifica i deboli, e sollecita alla sua imitazione tutti quelli che si accostano a Lui, affinchè col suo esempio imparino ad essere miti e umili di cuore, e a cercare non le cose proprie, ma quelle di Dio.

 

Chiunque perciò si rivolge all’augusto Sacramento eucaristico con particolare devozione e si sforza di amare con slancio e generosità Cristo che ci ama infinitamente, sperimenta e comprende a fondo, non senza godimento dell’animo e frutto, quanto sia preziosa la vita nascosta con Cristo in Dio (cf Col 3,3) e quanto valga stare a colloquio con Cristo, di cui non c’è niente più soave sulla terra, niente più efficace a percorrere le vie della santità.

 

 

Vi è inoltre ben noto, Venerabili Fratelli, che l’Eucaristia è conservata nei templi e negli oratori come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale, anzi della Chiesa universale e di tutta l’umanità, perché essa, sotto il velo delle sacre specie, contiene Cristo Capo invisibile della Chiesa, Redentore del mondo, centro di tutti i cuori, per cui sono tutte le cose e noi per Lui (1 Cor 8,6).

                                            

 

 

                                                                               Paolo VI in Mysterium Fidei, nn. 67-69

5 DICEMBRE 2015

DIO NON POTEVA OFFRIRCI UN DONO PIU' GRANDE

 

S. Agostino, profondamente commosso davanti al sacramento dell’ Eucaristia, diceva:<< Dio è sapientissimo: eppure negli abissi immensi della sua sapienza, non poteva inventare un dono più grandioso di questo. Dio è onnipotente: eppure nella sua onnipotenza non poteva fare prodigio più meraviglioso di questo. Dio è ricchissimo: eppure nella sua inesauribile generosità non poteva farci un dono più prezioso di questo>>.

 

 

 

Che cosa v’è di  più grande, di più meraviglioso, di più prezioso di Dio? Certamente nulla. Ebbene, nella santa Comunione, noi riceviamo Dio.

 

 

 

Quante volte abbiamo invidiato la fortuna di quei pastori che nella notte di Natale poterono vedere e abbracciare il celeste Bambino! Quante volte abbiamo con invidia pensato ai Re Magi, che depositarono i loro doni nelle manine stesse di Gesù! Quante volte abbiamo agognato la bella sorte del vecchio Simeone, che nel tempio di Gerusalemme ha stretto sul suo cuore il Figlio di Dio, e l’ha coperto di baci e di pie lacrime!... Ebbene nella santa Comunione non solo possiamo adorare e abbracciare Gesù, ma possiamo riceverlo nel più intimo dell’anima nostra, possiamo unirci a lui e incorporarci a lui in una maniera ineffabilmente divina.

 

                                                                                            

 

                                                                                                              Giovanni Colombo

 

 

 

 

                                  "Un’anima cristiana fa la comunione il più che può;

                                         se si vuol vivere bene, si deve prendere il cibo anche bene,

                                         e frequente; e questo cibo è la Divina Eucaristia".

                                                                                            

                                                                                                              s. G.B. Cottolengo

 

 

 

6 DICEMBRE 2015

L'EMMANUELE

 

Nel Sacramento dell’Eucaristia, il Signore è il <<Dio con noi>>: con noi sue creature, oggetto delle sue compiacenze. Al vertice della creazione  è l’uomo, con il riflesso del volto di Dio, destinato, quale capolavoro della stessa creazione, a dar voce e significato a tutte le creature. Ma poiché l’uomo diventa prevaricatore e quasi straccia il disegno del volto impressogli dall’Onnipotente, Dio lo vuole ricostruire nella forma più alta e perfetta: la Redenzione.<<Dio co noi>> per la seconda volta.

 

Proprio in quest’opera del Cristo fatto uomo, si consuma il grande  mistero della Carità, voluto dal Figlio di Dio disceso tra noi. Lo rivela a Betlemme, umile bambino, quindi nell’immolazione sulla Croce, infine lungo i secoli secondo la consegna data a suoi: <<Fate miei discepoli tutti i popoli>> (Mt 28,19).

 

E non basta. La Redenzione doveva ricevere il suo completamento in un’altra  sublime manifestazione. Prima di partire da questo mondo, nell’ora più sacra, quella del testamento, avviene l’incomparabile prodigio: <<Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo; prendete e bevete: questo è il mio Sangue>>; e san Luca si affretta ad aggiungere:<< Ciò farete in memoria di me >>.     

 

                                                                   

                                 Giovanni XXIII in Discorsi Messaggi Colloqui del S. Padre GiovannI XXIII,

                                       Tip. Vaticana 1961, Vol II, p. 590

 

             

 

                                            (Ai missionari:) “ In qualunque grave bisogno vi troviate,

                                                     ricorrete a Gesù Sacramentato ed a Maria Ausiliatrice,

                                                     e state certi che le vostre speranze non saranno mai deluse”.

                                                                                         

 

                                                                                                          s. Giovanni Bosco

Piccola Nazareth 

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