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1 GIUGNO 2015 

 

L’Eucarestia è Gesù tra noi

 

L’ Eucaristia non è solo simbolo, è Gesù, è Gesù stesso tra noi!

Gesù ci ha amato talmente che non poteva separarsi da noi; ormai consumata la missione della rivelazione e redenzione, ha istituito con un miracolo continuo della sua onnipotenza, il Sacramento della sua perenne presenza tra noi, per noi.

Dio ci ha talmente amati fino a donarsi per esser mangiato da noi.

Tutti gli altri Sacramenti ci comunicano la Grazia.

L’Eucaristia è Gesù stesso, è l’autore stesso della Grazia.

L’Eucaristia è Gesù come benedizione, ringraziamento, lode, proclamazione delle opere mirabili operata da Dio per noi.

L’ Eucaristia è Gesù come sacrificio d’amore. L’Eucaristia è Gesù come Presenza e Incarnazione perenne tra noi.

L’ Eucaristia è Gesù che si dona e si fa nostro cibo di vita eterna.

L’ Eucaristia è l’anticipazione e il pegno della nostra spiritualizzazione e trasfigurazione al seguito di Gesù risorto e asceso al cielo.

 

UN MONACO CONTEPLATIVO in "Dio è amore", Elledici 1991, pp. 114-115  

 

 

 

"È un grande onore quello che Dio ci fa nella Comunione; uniti a lui godiamo di lui, e, diventando partecipi della sua divinità, siamo come tanti dèi."

 

 

 

S. Alberto Magno

 

 

 

2 GIUGNO 2015

 

Un miracolo perpetuo 

 

Cari fratelli, con la Messa giungiamo alla fine delle meraviglie del Signore Gesù.

Egli squarciò la viva roccia, uscì dalla tomba, ascese al cielo, lontano dalla terra, sicuro dalla profanazione: il corpo e l’anima che egli assunse naturalmente condividono la libertà sovrana e l’indipendenza dell’onnipotenza.

Ma Egli è cosi innamorato del carcere, da doversi proporre di rivisitare la terra per potersi di nuovo sottomettere ad esso, per quanto è possibile.

Attribuisce un tale valore al fatto di essere soggetto alle sue creature da fare effettivamente in modo, prima di andarsene, nella sera stessa del tradimento, di perpetuare la sua prigionia fino alla fine del mondo, dopo la sua morte.

Fratelli, la grande verità sta ogni giorno davanti ai nostri occhi.

Egli ha decretato il miracolo perpetuo per il quale il suo Corpo e il suo Sangue sono presenti in simboli visibili: in questo modo assicura il miracolo perpetuo dell’onnipotenza imprigionata.

Prese il pane, lo benedisse e lo fece suo Corpo. Prese il vino, rese grazie, e lo fece suo Sangue.

E diede ai suoi sacerdoti il potere di compiere ciò che Egli aveva compiuto.

                                                                                                                                       

JOHN HENRY NEWMAN

 

 

 

 

"L’ Eucaristia nasce nel segno della gratitudine.

Gesù dice lui il primo grazie, sperando che l’uomo continui a ringraziare e accolga nell’Eucaristia l’invito a un grazie perenne."

 

P. Andrea Gasparino

 

 

 

3 GIUGNO 2015

 

Celebrare l' Eucarestia oggi 

 

La celebrazione dell’Eucaristia rende presente a un’ assemblea di discepoli di Cristo ciò che Gesù stesso ha fatto.

Si tratta di permettere a queste parole di Gesù di realizzarsi in mezzo a uomini e donne radunati nel suo Nome, qui, ora.

Nella chiesa, mediante i suoi ministri ordinati, Gesù dona a noi,  oggi, ciò che ha donato ai Dodici duemila anni fa.

Gesù dona a noi, oggi, ciò che già ha donato domenica scorsa, un mese fa, un anno fa; ciò che ha donato alle generazioni che ci hanno preceduto; ciò che donerà a coloro che verranno dopo di noi, ovunque e sempre, fino a quando ritornerà. 

Ciò che ha compiuto una volta per sempre, in un giorno del tempo, Gesù non cessa di compierlo tra di Noi, per noi, e ci associa a questo unico atto.

Quando noi celebriamo l’Eucaristia in questo scorcio di millennio, noi non siamo lontani da Gesù né più né meno di quanto lo era  ai suoi inizi la Chiesa di Roma o di Lutezia (Parigi).

Non è il tempo trascorso che misura la distanza, e nemmeno il legame dei cristiani a Cristo, ma la fedeltà e la fede dei cristiani a ciò che Cristo compie oggi nella sua Chiesa. 

 

JEAN-MARIE LUSTIGER in "La Messa", Piemme 1989, p.22

 

 

"Il Signore non sta nel tabernacolo per sé ma per noi, poiché ama stare vicino ai figli degli uomini e inoltre sa che abbiamo bisogno della Sua Presenza."

 

S. Teresa B. della Croce (Edith Stein)

 

 

 

 

4 GIUGNO 2015

 

Perchè andare a Messa ?

 

Esiste un rapporto strettissimo tra la Messa e l’essere cristiani: se si perde la Messa della domenica si perde di vista il comportamento cristiano.

Ma sappiamo ancora con precisione che cosa celebriamo?

Come possiamo sentirci motivati, se non sappiamo più perché celebriamo?

La motivazione della Messa è molto semplice, sta nelle parole di Gesù:  

“Fate questo in memoria di me”.  

E’ l’unica ragione fondamentale.  Forse non riusciamo a capire perché ce l’ha chiesto, ma sta di fatto che ce l’ha chiesto. Quindi noi siamo semplicemente fedeli al suo testamento.

Adesso che cosa dobbiamo continuare a fare? (…) Non andiamo a Messa per mangiare e bere, per divertirci, per ascoltare musica, ma per fare ciò che Gesù ci ha chiesto.

Se un figlio vi chiede: “Perché ancora la Messa?”, non c’è che da rispondere:

“Gesù ci ha detto di farlo in sua memoria. E se lo ami, devi ascoltarlo, anche se la Messa è lunga e ti sembra noiosa”.

(…) Sembra inverosimile, ma è vero: il pane dell’Eucaristia è Gesù in persona.

Se credete e capite questo, non potete più lasciare la Messa.

Naturalmente sarà poi giusto renderla attraente, senza voler fare concorrenza alla televisione. Del resto non ce n’è bisogno, se sappiamo cogliere l’essenziale.

La Messa trova il suo pieno significato proprio in una certa sobrietà.

Chi ne è convinto è anche capace di trasmettere la sua gioia e il suo rispetto ai giovani.

 

GODFRIED DANNEELS in "Aggiungi un posto per Dio nella tua famiglia", Elledici 1992, pp. 160-162

 

" Se conoscessimo il valore del Santo Sacrificio della Messa, quale zelo maggiore porremmo mai nell’ascoltarla".

 

S. Jean-Baptiste Vianney

 

 

 

 

 

 

 

5 GIUGNO 2015

 

Radunati nel nome del Signore

 

Temo che molti oggi siano sfasati nel loro comportamento religioso dall’abitudine del

“self-service” e dalla comodità del “supermercato” o centri commerciali…

Mi spiego: le grandi superfici urbane offrono i più larghi orari di apertura; presentano gli articoli più ricercati e si adattano ai gusti dei più.

E ciò per soddisfare, adescare e conservare i loro “praticanti” (ossia la loro “clientela”…).

Allo stesso modo alcuni si aspettano di poter trovare ad ogni momento nelle chiese gli articoli di consumo religioso conformi alla domanda di ciascuno, conformi ai desideri dei “praticanti”.

Non sono una “clientela”, né la Messa è una “prestazione” modificabile al gusto delle indicazioni del “marketing”.

Noi non andiamo a Messa per soddisfare la nostra sensibilità religiosa, né perché il tal giorno e alla tale ora ne abbiamo voglia o bisogno.

Noi partecipiamo alla Messa la Domenica (che comincia il sabato sera secondo l’antica usanza liturgica), perché il Signore Gesù ci convoca, lo Spirito Santo ci raduna e Dio nostro Padre ci ha donati come discepoli al Figlio suo. (…)

In effetti, Dio ci convoca, di Domenica in Domenica, per rendere visibile il suo popolo e costituirlo mediante il sacramento dell’Eucaristia.

Noi vi riceviamo la grazia destinata ai figli di Dio.

In effetti, è nostra dignità e nostra vocazione rendere gloria al Padre “ in Cristo, con Lui e per mezzo di Lui”.

Si, noi dobbiamo considerare come una grazia di Dio l’essere stati “scelti” per far parte del Popolo di Dio, “per compiere alla sua presenza il servizio sacerdotale”

(Preghiera eucaristica II), per essere radunati nella Chiesa, il Corpo di Cristo, il Tempio dello Spirito.

 

JEAN-MARIE LUSTIGER in la Messa, Piemme 1989, pp.7-8

 

 

6 GIUGNO 2015

 

Palmo della mano: Altare e Cattedrale

 

Quando nel 1975 sono stato messo in prigione, una domanda angosciosa si è fatta strada in me: “Potrò ancora celebrare l’Eucaristia?”.

Fu la stessa domanda che, più tardi, mi hanno rivolto i fedeli.

Appena mi hanno visto, mi hanno chiesto: “Ma ha potuto celebrare la Santa Messa?”.

Al momento in cui è venuto a mancare tutto, l’Eucaristia è stata in cima ai nostri pensieri: il Pane di vita (…).

Quando sono stato arrestato, ho dovuto andarmene subito, a mani vuote. L’indomani, mi è stato permesso di scrivere ai miei per chiedere le cose più necessarie: vestiti, dentifricio…

Ho scritto: “per favore mandatemi un po’ di vino, come medicina contro il mal di stomaco”

I fedeli subito hanno capito. Mi hanno mandato una piccola bottiglia di vino per la Messa, con l’etichetta: “medicina contro il mal di stomaco”, e delle ostie nascoste in una fiaccola contro l’umidità.

La polizia mi ha domandato: “Lei ha mal di stomaco?”. “Si”. “Ecco un po’ di medicina per lei”.

Non potrò mai esprimere la mia grande gioia: ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d’acqua nel palmo della mano, ho celebrato la Messa.

Era questo il mio Altare ed era questa la mia Cattedrale!

Era la vera medicina dell’anima e del corpo: “Medicina dell’immortalità, antidoto per non morire ma per avere sempre la vita in Gesù”, come dice Ignazio di Antiochia. Ogni volta avevo l’opportunità di stendere le mani e di inchiodarmi sulla croce con Gesù, di bere con Lui il calice più amaro.

Ogni giorno, recitando le parole per la consacrazione, confermavo con tutto il cuore e con tutta l’anima un nuovo patto, un patto eterno fra me e Gesù, mediante il suo sangue mescolato al mio.

Erano le più belle Messe della mia vita! Cosi per anni mi sono nutrito del Pane della vita.

 

F.X. NGUYEN VAN THUAN in Testimoni della speranza, Roma 2000, pp 165-168

 

 

 

Piccola Nazareth 

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