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1 GIUGNO 2016

 

L’adorazione eucaristica non è un rituale marginale nella Chiesa. Può avere varie forme ma nella sua sostanza rimane un’occasione permanente d’incontro con Cristo, centro di tutto, e con il centro di noi stessi. Ci permette di entrare nello spazio del silenzio e della verità, di lasciare dietro di noi tutto ciò che è rumoroso, superficiale, non essenziale. Questo silenzio può diventare la dimora dove torniamo, la via che conduce dal profano al Santissimo. E basta così poco: <<Basta un solo slancio della mente e siamo sul cuore di Dio, poiché chi è Dio ci è detto e donato nella sua Eucaristia>> (H.U. von Balthasar).

 

L’adorazione – una delle manifestazioni dell’uomo credente - , da un lato esprime l’assoluta sovranità di Dio, dall’altro l’assoluta dipendenza dell’uomo da Dio. Con il solo atteggiamento dell’adorare riconosciamo la sovranità di Dio e confessiamo che egli è il Signore. Con l’adorazione ci inchiniamo davanti a lui con la coscienza di una totale dipendenza da lui, dipendenza cui è necessariamente legata la percezione della riconoscenza e della devozione. Questa dipendenza, da un lato testimonia ed esprime la nostra nullità e limitatezza, dall’altro è la nostra suprema dignità, segno della nostra unicità nel rapporto con Dio: << Se la nostra adorazione eucaristica è autentica, dovrebbe crescere in noi la percezione della dignità di ogni uomo>>, soleva dire Giovanni Paolo II.

 

L’adorazione è l’espressione della stima che appartiene solo a Dio. Permette all’uomo di provare chi è Dio. La lode e l’adorazione di Dio sono l’espressione del fatto che bisogna lodare Dio per lui stesso, non solo per i suoi doni: << Stiamo davanti ad un gesto incredibile dell’amore di Dio, davanti al quale rimane un unico atteggiamento dell’uomo, cioè il consegnarsi adorante, pieno di gratitudine senza limiti>> Nel momento stesso in cui nell’adorazione mi rendo conto della mia nullità a confronto con l’immensità di Dio, dimostro il valore dell’adorazione, che è creato per la comunione con Dio e diviene: capax Dei

 

                                               Vojtech Kodet, proviciale dei carmelitani della repubblica ceca.

 

2 GIUGNO 2016

 

Pregare con Cristo Eucaristico

Quando hai imparato a sentire, a vivere, a pregare con Gesù che è in te, prendi questo Gesù "tuo", portalo sull'altare e deponilo nel sacrifico eucaristico.

Ad ogni palpito del tuo cuore vi è un sacerdote che pronuncia le parole della Consacrazione. è una continua offerta del Figlio al Padre. Rivolgi il pensiero a questo Gesù e, nel suo atto offertoriale, la tua vita diventa preghiera, diventa un prolungamento della Messa di Cristo.

Al mattino, all'inizio di ogni nuovo giorno, fa un bel segno di croce e con questo segno intendi battezzare il giorno e le sue attività, e innestare Gesù nella tua vita e la tua vita in Gesù.

La preghiera, il lavoro, la mortificazione, la sofferenza, le privazioni, la solitudine, l'incomprensione, il cibo, lo svago e perfino il peccato diventano tanti canali che ti portano e ti immergono nel sacrificio eucaristico di ogni istante.

Se sei fedele a questi richiami, il tuo cuore viene a trovarsi nella preghiera di Cristo, e si approfitta delle più semplici circostanze per esternare il suo sospiro.

Preghi: Gesù, con te!

Ti lavi: Gesù, purificami!

Ti vesti: Gesù, rivestimi della tua gloria!

Ti spogli: Gesù, spogliami delle mie cattive abitudini!

Cammini: Gesù, conducimi nella tua volontà!

Stai parlando: Gesù, parla tu per me!

Stai pranzando: Gesù, nutrimi della tua vita divina!

Apri una finestra: Gesù, illuminami con la tua luce!

Sei triste: Gesù, tu sei la mia gioia!

Ti senti sola e incompresa: Gesù, tu solo mi basti!

E così di seguito, in modo che la tua vita diventi tutta calamitata verso Gesù Eucaristico, in comunione cosciente con Lui nell'offrirti, nell'immolarti, nel donarti.

                           P. Emilio Santini - Volume II - Associazione Eucaristica Riparatrice Loreto

 

3 GIUGNO 2016

 

LE PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE PER I DEVOTI DEL SUO SACRO CUORE

 

Gesù benedetto, apparendo a S. Margherita Maria Alacoque e mostrandole il suo Cuore, splendente come il sole di fulgidissima luce, fece le seguenti promesse per i suoi devoti:

1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato

2. Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie

3. Li consolerò in tutte le loro pene

4. Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte

5. Spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa

6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l'oceano infinito della misericordia

7. Le anime tiepide si infervoreranno

8. Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione

9. La mia benedizione poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore

10. Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti

11. Le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato mai.

12. A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d'ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.

La dodicesima promessa è detta "grande", perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l'umanità.

Queste promesse fatte da Gesù sono state autenticate dall'autorità della Chiesa, in modo che ogni cristiano può credere con sicurezza alla fedeltà del Signore che vuole tutti salvi, anche i peccatori.

 

CONDIZIONI

 

 

Per rendersi degni della Grande Promessa è necessario:

1. Accostarsi alla Comunione. La Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio; quindi, se si è in peccato mortale, bisogna premettere la confessione.

2. Per nove mesi consecutivi. Quindi chi avesse incominciato le Comunioni e poi per dimenticanza, malattia,ecc. ne avesse tralasciata anche una sola, deve incominciare da capo.

3. Ogni primo venerdì del mese. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell'anno.

 

 

4 GIUGNO 2016

LA GUARIGIONE DEL CORPO

 

Santa Teresa scrisse il libro" Cammino di perfezione" su richiesta delle consorelle, ma anche e soprattutto per obbedienza al suo confessore. Egli le aveva ordinato di trasmettere loro la sua esperienza di preghiera, introducendole in modo pratico sulla vita interiore. La santa considerò basilare la spiegazione della preghiera del Signore, nella quale menzionava anche il suo rapporto con l’Eucaristia.

 

Il pane quotidiano, che chiediamo ogni giorno nella preghiera del Signore, per Teresa è lo stesso Signore, che rimane misteriosamente con noi anche dopo il suo ritorno al Padre. Non si tratta quindi del semplice pane da mangiare che le sorelle devono guadagnarsi con il loro lavoro: mettendosi completamente al servizio del Signore, egli certamente procurerà loro il necessario per la vita. La santa considerava una mancanza di buona educazione l’inseguirlo continuamente per chiedergli qualcosa da mangiare, sapendo che egli se ne faceva e fa carico fedelmente. Santa Teresa è stata guarita più volte dal Signore tramite la comunione. Poiché nel Santissimo Sacramento è presente lo stesso Gesù che camminò su questa terra, nell’Eucaristia è possibile incontrarlo come lo incontravano le persone di allora, vivere le loro esperienze.

 

Per questo la santa ha potuto scrivere: <<Se durante la sua vita sulla terra guarì i malati che avevano solo toccato il suo vestito, come si può dubitare che essendo egli presente in noi personalmente, non faccia nessun miracolo, se avremo la fede? Sì, esaudisce ogni preghiera, mentre dimora in me, poiché non è sua abitudine pagare male l’abitazione che gli viene offerta, quando è accolto veramente bene>>. Consigliava alle sorelle di non tormentarsi troppo per il fatto che non potevano vederlo con gli occhi del corpo. Bastava solo desiderarlo e, accogliendolo, fargli compagnia come si deve, senza vanificare l’occasione di parlare con lui di problemi personali, ma ascoltando attentamente ciò che lui voleva dire.

 

5 GIUGNO 2016

IMPRONTA EUCARISTICA

 

Santa Giuliana De' Falconieri è chiamata la Santa dell'Eucaristia, per un fatto prodigioso avvenuto a lei sul letto di morte.

Era Suora, anzi Fondatrice di un Ordine Religioso, ed inculcava alle Consorelle il grande amore a Gesù Sacramentato.

 

Si trovava gravemente ammalata e desiderava con grande ardore di ricevere la S. Comunione come Viatico; i disturbi gastrici con il continuo vomito erano un ostacolo insormontabile a comunicarsi. Chiese al suo Confessore di portarle il Santissimo Sacramento nella cella, almeno per adorarlo; il Sacerdote l'accontentò.

 

La Santa sentì avvampare in cuore l'amore verso Gesù e domandò con insistenza che le si ponesse Gesù Sacramentato sul petto.

Il Ministro di Dio estrasse dalla Pisside una Particola, la pose sul Corporale e collocò questo sul petto dell'inferma. Gesù fece sentire alla Santa la sua reale presenza e, senza bisogno del suo Ministro, entrò nel corpo di Lei.

 

Quando il Sacerdote volle riprendere l'Ostia per riporla nella Pisside, non la trovò più. Rimase interdetto e non sapeva spiegarsi il fatto.

La Santa subito dopo moriva. Le Suore, mentre disponevano il cadavere, si accorsero che sul petto della loro Fondatrice, sulla carne, corrispondente al posto ove il Sacerdote aveva posato il Corporale, c'era impressa l'immagine dell'Ostia con l'effigie del Crocifisso. Compresero allora che essa si era comunicata prodigiosamente.

 

Santa Giuliana De' Falconieri è rappresentata sempre nelle immagini con l'Ostia sul petto.

 

 

6 GIUGNO 2016

 

LA MADRE CANANEA (Mt. 15, 2228; Mc. 7, 2530)

 

Gesù, dammi fame e sete di Te!

 

Ed ecco che una donna oriunda sirofenicia, di religione pagana, avendo una figlia posseduta dal demonio impuro, sentito parlare di Gesù, venne dalla sua regione e dietro Gesù gridava: Signore, figlio di David, abbi pietà di me! Mia figlia è crudelmente tormentata dal demonio! Ma egli non le rivolgeva nemmeno una parola.

Allora i suoi discepoli, accostatisi a lui, lo pregarono, dicendo: Dille che se ne vada in pace, perché è qui dietro noi che ci stordisce.

Ma egli rispose: Non sono stato mandato che alle pecorelle sperdute della casa di Israele.

Intanto quella donna venne avanti, gli si gettò ai piedi supplicandolo di cacciare il demonio dalla sua figlia, dicendo: Signore, aiutami.

Ma egli rispose: Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene togliere il pane ai figli e gettarlo ai cani.

Ma essa rispose dicendo: è vero, Signore, tuttavia anche i cani mangiano, sotto la mensa, le briciole che cadono dai figliuoli.

Disse allora Gesù: Donna, è grande la tua fede. Va" e per questa parola ti sia fatto come desideri; il demonio è uscito da tua figlia.

Infatti, ritornata subito a casa, trovò la fanciulla guarita.

Il demonio l'aveva già lasciata.

 

A GESU'

 

O Gesù, non come un cagnolino che sta sotto la mensa tu mi hai trattato, ma come un figlio tuo mi hai preso per mano e cortesemente mi hai fatto sedere alla mensa imbandita dal tuo gran Cuore per il bene delle anime. E questo non una volta, ma migliaia di volte.

Tuttavia, come mi sono io avvicinato alla tua mensa eucaristica? Come ho io apprezzato il tuo generoso invito?

Quante volte sono venuto da te con freddezza, impreparato, con la mente chiusa ad ogni santa elevazione, piena di pensieri mondani!

Dovrei provare un desiderio incontenibile, una gioia ineffabile al pensiero di venire a nutrirmi del tuo Corpo immacolato, e invece certi giorni mi diventa quasi un peso.. Oh! come invidio la fame e la sete eucaristica di quelle anime che vengono a te, divino Prigioniero eucaristico, come cerve sitibonde e veloci!...

Povero figlio snaturato ch'io sono! Veramente meriterei che mi togliessi questo Pane di vita per darlo a quelle anime che, pur non conoscendoti, sono inconsciamente sitibonde di verità, di Te, della tua giustizia.

Quale fortuna è la mia d'essere nato nella tua casa, nella tua Chiesa, commensale fortunato della Cena dell'Agnello Immacolato!

 

Piccola Nazareth 

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