

13 GENNAIO 2016
PRESENZA REALE DI GESU' CRISTO NELL'EUCARISTIA
Nel secolo VIII un monaco basiliano sacerdote dopo la Consacrazione iniziò a dubitare che nel pane consacrato fosse realmente presente il Corpo e il Sangue di Cristo. Pronunziate le parole della consacrazione vide che l’Ostia diveniva carne e il vino si trasformava in sangue.
La carne si conserva tutt’ora intera e il sangue rimase diviso in cinque grumi disuguali che tutti uniti hanno lo stesso peso di ciascuno preso separatamente. Le sante reliquie furono collocate in una cappella della chiesa di San Legonziano fatta costruire apposta da Antonio Valsecca nel 1636; e in questa cappella si possono venerare ancora oggi.
Con il permesso dell’Autorità ecclesiastica il 18 novembre 1970 una commissione incaricata ha asportato alcune particelle delle sacre specie per poterle esaminare scientificamente nel laboratorio dell’ospedale di Arezzo.
I risultati delle analisi sui frammenti di Sangue e di Carne si riassumono nei seguenti punti: il sangue è vero sangue, e la carne è vera carne. La carne è costituita dal tessuto muscolare del cuore (miocardio). Il sangue e la carne appartengono alla specie umana. Il gruppo sanguigno che si è osservato nella carne e nel sangue è AB per ambedue.
La conservazione della carne e del sangue che sono rimasti allo stato naturale (cioè senza nessun conservante chimico) durante dodici secoli ed esposto all’azione degli agenti atmosferici e biologici, rimane un fenomeno straordinario. Nel 1976 la Commissione medica dell’ONU, dopo aver esaminato di nuovo il prodigio, ha confermato quanto detto in precedenza dagli scienziati, definendo il divino prodigio un caso unico nella storia della medicina.
La scienza ha confermato la presenza reale di Gesù Cristo nella Santissima Eucaristia.
DARIO BETANCOURT in I SACRAMENTI, Dehoniane 1990, pp. 121-123

14 GENNAIO 2016
PERCHE' CERCARE ALTROVE?
<<Ecco che sono con voi sino alla fine del mondo>> (Mt 28,20). Sono le ultime parole del Vangelo di S. Matteo, le ultime parole che Gesù pronunciò su questa terra dileguandosi verso il cielo. O Gesù, come sono dolci divinamente le parole del tuo cuore!
Poiché tu sei sempre con noi nella Santa Eucaristia, siamo sempre con essa, teniamole compagnia ai piedi del Tabernacolo, non perdiamo per colpa nostra uno solo dei momenti che passiamo dinanzi ad essa. Dio è là: che cosa andremo a cercare altrove? Il Diletto, il nostro tutto, è là, ci invita, a tenergli compagnia, e noi non dovremmo precipitarci, e andremmo a passare altrove uno solo degli istanti che ci permette di passare ai suoi piedi?
Tutto il resto – immagini, reliquie, pellegrinaggi, libri – è degno di grande venerazione Dio pone come dovere a queste o quelle anime di servirsene in questa o in quella misura come di mezzi eccellenti per andare a lui, per meglio amarlo e conoscerlo.
L’Eucaristia è Gesù, è tutto Gesù! Tutto il resto non è altro che una creature morta. Nell’Eucaristia Gesù è tutto intero, completamente vivo, cosi pienamente come lo era nella casa della Sacra Famiglia di Nazareth, nella casa di Maddalena a Betania, come lo era in mezzo ai suoi apostoli. Allo stesso modo è Gesù nei nostri Tabernacoli. Oh! Non perdiamo mai tempo inutilmente, non perdiamo mai la presenza della Santa Eucaristia.
Charles de Foucald
"Se gli uomini conoscessero il valore dell’Eucaristia, l’accesso alle chiese dovrebbe essere regolato dalla forza pubblica."
s. Teresa di Lisieux

15 GENNAIO 2016
AVERE PARTE CON LUI!
Cristo Signore, attraverso l’Eucaristia, ci accompagna nella vita, si fa presenta nella vita. Il Sacramento lo fa Presenza reale, Presenza dei nostri giorni, Presenza dei nostri spazi, Presenza delle nostre iniziative: è presente! Ma bisogna riconoscerlo! Questa ineffabilità, questa impenetrabilità del Mistero deve eccitare il fervore della fede, deve scuotere le pigrizie del nostro spirito perché ci lasciamo soggiogare da questo Signore che ripete perentorio nella nostra vita:<< Se non mangerete la mia Carne e non berrete il mio Sangue, non avrete parte con me!>> ( Gv 6,54).
Avere parte con lui è tutta la fecondità del Sacramento! Lo vogliamo fare l’esame di coscienza richiamando queste verità della fede intorno all’efficacia sacramentale dell’Eucaristia nella comunità cristiana e nell’individuo cristiano?
Vogliamo farlo, l’esame di coscienza, per vedere fino a che punto la nostra accoglienza per il Sacramento è reale come è reale il Sacramento, la nostra presenza al Sacramento è reale come è presente Cristo Signore?
La nostra fedeltà al Sacramento è reale come è fedele Cristo nell’effusione del suo Sangue, nell’offerta del suo Corpo?
Forse abbiamo bisogno di contemplare di più! Davvero il Sacramento dell’Eucaristia è il più contemplativo dei Sacramenti! C’è un’esigenza di contemplazione di fronte a questo Sacramento che potremmo dire consunstanziale alla sua natura e alla sua Grazia, ed è proprio per la sua insufficienza che troppe volte il nostro accostarci al Sacramento, la nostra valorizzazione del Sacramento, la nostra fedeltà al Sacramento rimangono inadeguati, poveri, e speriamo che non sia mai qualcosa di indegno e superficiale.
Anastasio Ballestrero in Mistero d’amore, Elledici 1994, pp. 49-50

16 GENNAIO 2016
L'EUCARISTIA: CRISTO VIVO TRA LE MANI
<< Celebro ogni giorno la Messa in una povera e minuta chiesa, con poche anime>> , confidava un prete già carico d’anni. <<Eppure mi sembra, chissà perché, di sentire vicino il mondo intero. Il silenzio delle quattro mura diventa voce di tutti gli assenti, e Cristo me lo sento vivo tra le mani, come non mai>>.
Un tempo, nel giorno del Venerdì Santo si usava vuotare ogni tabernacolo e portare le specie eucaristiche rimaste, in un luogo detto <<Riserva per gli infermi>>.
In una di queste occasioni s. Caterina de’ Ricci passò davanti all’altare spoglio e al tabernacolo aperto facendo la solita genuflessione dinanzi a Gesù Eucaristico. Una consorella l’avvertì dell’errore perché il tabernacolo era vuoto. <<Vuoto?>>, disse la santa: <<Non è possibile; io lo sento, sento che Lui è là>>.
Salirono insieme per verificare:<< Non è vero che non ci siete più Amor mio!>> sussurrò la domenicana.
Guardarono bene e trovarono che in un angolo erano state lasciate per distrazione alcune particole. <<L’amore aveva sentito la presenza dell’Amato>>.

17 GENNAIO 2016
CRISTO ABITA A MILANO
Amici, vi do la grande notizia. Mettetela pure su tutti i giornali: Gesù Cristo abita a Milano. Forse in incognito, ma si tratta proprio di Lui. Egli è realmente presente con il suo corpo e il suo sangue sotto la specie del Pane consacrato nelle chiese grandi e piccole di questa città e di tutte le città cristiane della terra. A tanto, ormai, mi obbliga la Fede. Ed io sono molto felice che sia così, perché questa notizia folle è, prima di tutto, vera.
No, non è stato ricevuto dalle autorità, non ci sono stati festeggiamenti in suo onore, la gente non si è scomodata per andare a vederlo, nemmeno i cristiani si curano molto di Lui. Ma noi sappiamo che è lo stesso Gesù che nacque a Betlemme duemila anni fa, dalla Vergine Maria, predicò il Vangelo, fece grandi miracoli, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso sul Calvario, morì e fu sepolto, e risuscitò il terzo giorno.
Egli aveva promesso di rimanere con i suoi fino alla fine del tempo, ed ecco, sta mantenendo la promessa, per quelli che ancora lo amano, per quelli che ancora lo aspettano, però non vuole <<disturbare>> nessuno ( poiché questo è il mondo dell’uomo e della sua libertà, poiché questo è il tempo dell’uomo e dei suoi esperimenti); e allora per venire ha scelto il più discreto dei modi, se ne sta nascosto in un pezzo di pane, frutto del sole e del grano da Lui creati e dal lavoro dell’uomo, si è fatto pane per essere mangiato da coloro che lo amano, da coloro che lo aspettano;
per questo abita nascosto nelle nostre città, nel Duomo di marmo e nelle chiesette di lamiera della periferia. Volutamente la sua onnipotenza si è cancellata, miracolo rovesciato, per amore degli uomini, per amore dei peccatori che è venuto a salvare.
Leone Dogo

18 GENNAIO 2016
L'EUCARISTIA: COMUNIONE SANTIFICANTE DEL CREDENTE CON IL SUO SIGNORE
Siamo tutti chiamati a vivere in Cristo, a identificarci in Lui, Unico Figlio del Padre, a condividere con lui il mistero redentivo, non soltanto beneficiandone e ricevendone i frutti, ma anche partecipandone, a nostra volta, con la santità della vita.
Questa comunione santificante con Cristo Signore è la Grazia più tipica dell’Eucaristia. La riceviamo, ce ne nutriamo, ne mangiamo, ne facciamo sostanza del nostro essere e, ripetendo il gesto eucaristico, a poco a poco avviene dentro di noi una trasformazione mirabile: <<il vecchio uomo>> (cf Col 3, 9-10) muore, partecipa alla sepoltura di Cristo Signore e l’<<uomo nuovo>> risorge, partecipando alla Risurrezione di Cristo di cui l’Eucaristia è memoria sacramentale ed efficace.
Il rapporto con Cristo rinnova la nostra condizione creaturale, che diventa radicalmente nuova per il salto radicale di qualità che si opera, per cui da creature terrene diventiamo creature celesti, da realtà create diventiamo realtà divine; Cristo personalmente nella sua identità di Verbo incarnato, Figlio del Padre, nato da Maria Vergine, entra nella nostra vita, con una nuova efficacia interiore che dà alla nostra dignità di cristiani la consistenza, potremmo dire, sostanziale della santità.
Anastasio Ballestrero in Mistero d’amore, Elledici 1994, pp. 45-46
" Dobbiamo ricevere la santa Comunione con viva fede,
perché l’Eucaristia è mistero di fede; con devozione,
perché è un sacramento di perfetta carità; con gran riverenza,
perché è quanto di più grande possa immaginarsi".
s. Alberto Magno