

13 GIUGNO 2016
IL MIRACOLO EUCARISTICO DI SANT'ANTONIO (1227)
Sant'Antonio, coinvolto in una disputa con eretici che negavano la Presenza reale di Gesù nell'Eucaristia e che pretendevano di vederne una prova inconfutabile, promise un miracolo: la mula di una di loro, dopo tre giorni di digiuno dalla biada, avrebbe preferito inginocchiarsi davanti all'Ostia consacrata, riconoscendovi il Corpo di Cristo.
Per tre giorni, Antonio si ritirò nel suo convento a pregare e digiunare.
Il giorno stabilito il miracolo si realizzò e il padrone della mula si convertì.

14 GIUGNO 2016
Quando S. Giovanni Maria Vianney arrivò nel piccolo e sperduto paesello di Ars, qualcuno gli disse con amarezza: "Qui non c'è più nulla da fare". "Dunque c'è tutto da fare", rispose il Santo.E cominciò subito a fare. Che cosa?... Si alzava alle due di notte e si metteva in preghiera presso l'altare nella buia Chiesa. Recitava l'Ufficio Divino, faceva la meditazione, si preparava per la S. Messa; dopo la S. Messa faceva il ringraziamento, poi restava ancora in preghiera fino a mezzogiorno: sempre in ginocchio sul pavimento, senza appoggio, la corona del Rosario fra le mani, lo sguardo fisso al Tabernacolo.Così durò per un po' di tempo.Poi, però..., dovette cominciare a cambiare orari; e arrivò al punto da trasformare radicalmente l'ordinamento delle sue cose. Gesù Eucaristico e la Vergine Santa attraevano via via le anime in quella povera Parrocchia, fino a che la Chiesa non apparve insufficiente a contenere le folle e il confessionale del santo Curato venne assiepato da file interminabili di penitenti. Il S. Curato fu costretto a confessare per dieci, quindici, diciotto ore al giorno!Come mai quella trasformazione? Una povera Chiesa, un altare deserto, un tabernacolo abbandonato, un vecchio confessionale, un sacerdote sprovveduto di mezzi e poco dotato: come potevano operare in quello sconosciuto paesello una trasformazione così mirabile?Le stesse domande possiamo farcele oggi per un paese del Gargano, S. Giovanni Rotondo, fino a pochi decenni fa sperduto e ignorato fra le balze pietrose di quel promontorio. Oggi S. Giovanni Rotondo è un centro di vita spirituale e culturale di fama più che nazionale. Anche lì, un povero frate infermo, un vecchio conventino cadente, una piccola Chiesa deserta, un altare e un tabernacolo sempre soli con quel povero frate che consumava la corona e le mani nella recita instancabile di Rosari.Come mai? A che cosa è dovuta la mirabile trasformazione avvenuta ad Ars e a S. Giovanni Rotondo per centinaia di migliaia, forse milioni di persone accorse da ogni parte della terra?Solo Dio poteva operare quelle trasformazioni, servendosi, secondo il suo stile, delle "cose inconsistenti per umiliare quelle consistenti" (1 Cor. 1, 28). Tutto è dovuto a Lui, alla potenza divina e infinita dell'Eucaristia, alla forza onnipotente di attrazione che si irradia da ogni Tabernacolo, e si è irradiata dai Tabernacoli di Ars e di S. Giovanni Rotondo raggiungendo le anime attraverso il ministero di quei due Sacerdoti, veri "ministri del Tabernacolo" (Ebr. 13, 10) e "dispensatori dei misteri divini" (1 Cor. 4, 1).Che cos'è, infatti, l'Eucaristia? è Dio fra noi. è il Signore Gesù presente nei Tabernacoli delle nostre Chiese con il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità. è Gesù velato dalle apparenze del pane, ma realmente, fisicamente presente nelle Ostie consacrate per dimorare in mezzo a noi, operare in noi, per noi, a nostra disposizione. Gesù Eucaristico è il vero "Emanuele", ossia "Dio con noi" (Matt. 1, 23)."La fede della Chiesa ci insegna S. Pio XII è questa: che uno e identico è il Verbo di Dio e il Figlio di Maria, che soffrì sulla croce, che è presente nella Eucaristia, che regna nel Cielo".Gesù Eucaristico è fra noi come fratello, come amico, come sposo delle nostre anime. Egli vuol venire in noi per essere il nostro cibo di vita eterna, il nostro amore, il nostro sostegno; vuole incorporarci a Sé per essere il nostro Redentore e Salvatore, Colui che ci porta nel Regno dei cieli per immergerci nell'eternità dell'Amore.Con l'Eucaristia Dio ci ha dato veramente tutto. S. Agostino esclama: "Dio essendo onnipotente non poté dare di più; essendo sapientissimo non seppe dare di più; essendo ricchissimo non ebbe da dare di più".Andiamo all'Eucaristia, quindi. Avviciniamoci a Gesù che vuol farsi nostro per farci Suoi divinizzandoci. "Gesù cibo delle anime forti esclamava S. Gemma Galgani fortificami, purificami, divinizzami". Accostiamoci all'Eucaristia con cuore puro e ardente. Come i Santi. Non sia mai troppa la nostra cura per conoscere questo Mistero ineffabile. La meditazione, lo studio, la riflessione sull'Eucaristia trovino spazio di tempo geloso nel quotidiano avvicendarsi delle nostre ore. Sarà il tempo più benedetto della nostra giornata.

15 GIUGNO 2016
L'UMILTA' DI DIO
Sarebbe senz’altro più giusto durante l’adorazione pensare solo a Dio e dimenticare completamente noi stessi. Ma siamo solo esseri umani, spesso pieni di non stessi, dei nostri problemi e delle nostre preoccupazioni. Egli nella sua umiltà è presente nell’Eucaristia per noi, molto prima che noi per lui. Essere umili significa anche riconoscere il primato dell’amore di Dio e – fino a che punto- l’amore di Cristo sovrasti la nostra capacità di amare.
Dio è l’umile per eccellenza, perché rinuncia a tutto quello che ha per potercelo dare nel suo Figlio. Nell’Eucaristia adoriamo il mistero dell’amore infinito e umile che si offre nelle mani degli uomini, si offre nel servizio per gli altri, non volendo niente per se stesso. In modo discreto e paziente aspetta ognuno di noi, senza forzarci. Davanti a questo Dio umile bisogna imparare ad essere semplici come bambini, percependo i propri limiti, debolezze ed errori; soprattutto occorre avere la certezza del suo abbraccio e del suo amore. Il Dio umile riesce a guardarci in modo tale da restituirci la dignità. Davanti a lui possiamo far venire alla superficie del nostro cuore tutto ciò che ci tormenta, che non ci piace, persino ciò che non ci piace di Dio stesso. Egli mai si offende o ci volta le spalle. E’ sempre pronto ad accoglierci e ad ascoltarci; ma non solo: è pronto a darci il suo consiglio e a guarire il nostro cuore ferito.
Qualche volta abbiamo bisogno, sulla scia dei discepoli di Emmaus, di far venire in superficie tutta la nostra amarezza e delusione prima di essere capaci di sentire che egli cammina ovunque con noi. Ci vuole però un po’ di umiltà da parte nostra. Dobbiamo credere che anche nella nostra epoca, in cui si mette così fortemente l’accento sull’efficienza umana e sulle esperienze forti, può esser importante lasciare spazio all’incontro con il nostro Dio umile nell’adorazione, durante la quale apparentemente non succede niente di grande. <<Gesù non scende ogni giorno dal cielo solo per rimanere chiuso in un ciborio d’oro, ma per trovare un altro cielo che gli è infinitamente più caro: il cielo della nostra anima, creata a sua somiglianza>>, ripeteva Teresa di Lisieux.
Vojtech Kodet dal 2003 Provinciale dei carmelitani della Repubblica ceca

16 GIUGNO 2016
SIGNORE SEMPRE PRESENTE
Tu domandi la mia presenza come risposta alla tua,
una presenza del tutto semplice, che si accontenta di star lì, come ci stai tu,
una presenza silenziosa, senza eloquenza e senza discorsi, e insieme fervorosa, felice di dare tutto, guardando te solo,
una presenza pacifica, soddisfatta dell'intimità che le è tanto generosamente offerta,
la presenza del povero, che viene a mostrarti la sua povertà intima, la sua miseria profonda,
la presenza dell'ammalato fiducioso, che viene a scoprirti le sue piaghe segrete,
dell'amico, che ricerca e apprezza la tua compagnia;
una presenza prolungata finché è possibile, che si compiace nel fermarsi accanto a te,
una presenza satura d'amore, di un amore che vorrebbe essere sempre più sincero e ardente,
una presenza piena di speranza, che aspira al possesso definitivo del cielo e si rallegra di incominciarlo quaggiù.
Jean Galot

17 GIUGNO 2016
MARIA TI PORTA A GESU'
Nella Comunione Gesù si dona a te con la sua divinità, con la sua stessa sostanza di Iddio. Tu ricevi il suo essere Iddio. Nella fragilità della tua carne mortale, tu sei fuso in amore con Gesù che è Dio e uomo. Diventi una sola cosa con lui, che ti con-giunge in unità d'amore con il Padre e con lo Spirito Santo. Alla Comunione il mistero trinitario diventa sostanza di noi, respiro dell'anima, battito del cuore.
A S. Teresa d'Avila un giorno un angelo con la spada fiammeggiante attraversò il cuore, le mani e i piedi. Fu la "transverberatio" della santa: il dono delle stimmate.
Nella Comunione noi abbiamo qualcosa di più, anche se non in maniera visibile: noi siamo attraversati nell'anima e nel corpo dalla luce travolgente del corpo glorioso e vivente di Gesù nello stato di Risurrezione. Dal fuoco ardente della sua divinità e della vita trinitaria.
Chiedi alla Madonna che nelle tue Comunioni non si depositi la pàtina dell'assuefazione e dell'usura delle cose di sempre. Che ogni tua Comunione sia un avvenimento straordinario, un evento nuovo. Ogni volta come una tua nuova Nazareth d'Incarnazione.
La Madonna ti comunichi sete d'Eucaristia come chi è asse-tato nel deserto. "Come il cervo assetato anela alla fonte delle acque" (Salmo 41,2). Così la tua anima aneli alla Comunione. Chi è assetato s'accosta con ardore alle sorgenti delle acque. Chiedi alla Madonna di vivere da "innamorato di Gesù". Amare Gesù è fare unità di esistenza, unità di sentire e di volere con lui. è sussultare di gioia alla vista di lui, vivente nel Tabernacolo e nel cuore dei fratelli.
è sussultare d'amore all'ascolto della sua voce, che è incisa nel Vangelo. è avere sete di Vangelo, Vangelo, Vangelo. è vivere il Vangelo per avere più luce. Solo se si vive il Vangelo, si è ammessi a ricevere nuove luci sul Vangelo.
Amare è imitare, è assimilare, è assorbire Gesù. Nei suoi sentimenti nella sua mentalità, nel suo modo di parlare, di agire. La "Consacrazione" a Maria porta a questo vortice cristocentrico di vita d'amore. Maria ti porta a Gesù. Fino alla fusione d'amore con lui. Fino all'identità con lui.

18 GIUGNO 2016
"DETTATI" DI GESU' A MARIA VALTORTA SULL'EUCARISTIA
IL LATTE VERGINALE DI MARIA E' DIVENUTO SANGUE DI GESU’. NUTRIRSI ALLA MENSA EUCARISTICA E’COME NUTRIRSI AL SUO SENO PURISSIMO:
«L'Eucaristia è il mio Sangue e il mio Corpo. Ma avete mai riflettuto che quel Sangue e quel Corpo sono stati formati col sangue e il latte di Maria?
Ella, la Purissima che accolse il Cielo nel suo grembo vestendo delle sue carni di candore immacolato il Verbo del Padre dopo le nozze divine con lo Spirito Santo, non s'è limitata a generare il Salvatore. L'ha nutrito del suo latte. Onde voi, uomini che di me vi cibate, succhiate il latte di Maria che è divenuto sangue in Me.
[...] Pensatelo, figli che poco ci amate. Io sono contento che succhiate a quel seno da cui ho tratto alimento. Ma vorrei che, come pargoli nutriti a un seno, in voi aumentasse la vita, vorrei cresceste e vi irrobustiste. Il latte della nutrice trasfonde, oltre la vita materiale, tendenze morali. Come potete voi, nutriti a quel seno purissimo, non prendere somiglianza spirituale di Maria?
Ella vi stringe al seno, così macilenti, malati, sporchi come siete. E vi deterge, vi nutre, vi porta dal suo Primogenito perché vuole che lo amiate [...]».