

13 MAGGIO 2015
A te , o Madre mia, mi dono e mi consacro
O Maria, ho ricevuto da te l’Eucaristia: ti ringrazio, Madre.
Siamo contenti di avere Gesù con noi, come nostro cibo.
O Madre tenerissima, è una festa perenne!
Ti preghiamo di ringraziare la Santissima Trinità per noi.
Eppure, Gesù si trova solo nei santi tabernacoli e giorno e notte è offeso e abbandonato.
Questo mi porta grande dolore.
Non sarò felice se non lo vedrò circondato dai cuori e dall’amore.
A questo pensa tu: fa’ che una corona di cuori cinga tutti i tabernacoli, giorno e notte, da vicino e da lontano.
Pensaci Maria: se vuoi, puoi farlo.
A te, o Madre mia, mi dono e mi consacro.
Fammi amar e vivere l’Eucaristia.
Diventerei cieca a forza di guardarla.
Fammi morire d’amore per la mia ostia, o Maria. Amen.
BEATA MARIA CANDIDA DELL’EUCARISTIA in "Meditazioni quotidiane con i santi del Carmelo", OCD 2000,p.312
"Il sacrificio dell’altare viene offerto in onore dei santi che godono in paradiso,
per il bene di quelli che vivono tuttora in questo mondo e per la liberazione delle anime elette che soffrono nel purgatorio."
S. Alberto Magno

14 MAGGIO 2015
Adorare Gesù con te, amarlo con il tuo cuore
O Maria, adorerò, amerò, pregherò con te, per te, in te, e continuerò cosi la tua vita contemplativa sulla terra.
Oh, come Gesù sarà contento di ritrovare in noi Maria, la sua amabile e santa Madre!
Io debbo fare quello che tu, o Maria, facevi al servizio di Gesù! Per la sua gloria.
Tu pensavi i pensieri di Gesù, vivevi in unione di virtù e di lavoro a Gesù.
Non ti occupavi in te stessa che di Gesù o per Gesù o in Gesù.
Non si lascia mai Gesù venendo a te,Maria.
Tu sei la divina Regina del Cenacolo che ci conduci e ci dirigi.
Tu Maria, sei Gesù “maternizzato”; sei una madre, tutta una madre, nient’altro che una Madre.
Rimetto dunque nelle tue mani, o buona Madre, la grazia della mia vocazione.
Mi dono tutto a te: offrimi a Gesù!
Formato e offerto a te, o buona Madre, Gesù dolce Maestro, mi riceverà e mi amerà in te!
E poiché, o Madre, ti degni di divenire mia Maestra, lasciami adorare Gesù con te, amarlo e benedirlo con il tuo cuore e le tue lodi, pregarlo con le tue preghiere, servirlo con le tue mani, amarlo con il tuo cuore, glorificarlo con la tua santità.
Offri tutto a Gesù, me con te.
S.PIER GIULIANO EYMARD
"Nell’assistere alla santa messa, rinnova la tua fede e medita quale vittima si immola per te alla divina giustizia, per placarla e renderla propria."
S. Pio da pietrelcina

15 MAGGIO 2015
Il Verbo incarnato è il pane di vita
La celebre antifona gregoriana “ave, verum corpus, natum de Maria Vergine” (sec. XIV) indica il rapporto essenziale della madre di Gesù con l’Eucaristia, intuito e cantato per secoli dalle comunità cristiane.
Senza dubbio il riferimento a Maria è garante della retta fede della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. (…)
Il Concilio Romano del 1079 afferma che il pane e il vino dopo la consacrazione sono “ il vero corpo di Cristo che è nato dalla Vergine” (DS 700).
Si evidenzia cosi il ruolo storico della Madre che è all’origine della vera umanità del Figlio.
Maria ricorda che il Verbo incarnato nel suo seno è lo stesso Pane di vita offerto in cibo ai fedeli.
Ella svolge la funzione preziosa di collegare il Sacramento dell’Eucaristia con il mistero dell’Incarnazione, operando l’identificazione tra il Cristo glorioso e il Cristo storico.
Perciò Bernardo si fa interprete della riconoscenza dei fedeli che ricevono l’Eucaristia, verso la Madre di Gesù: “Qui vi prego di considerare quanto siamo debitori alla beata Genitrice di Dio e quanti ringraziamenti dobbiamo a Lei dopo che a Dio.
Quel Corpo di Cristo che la Beatissima Vergine generò, tenne in grembo con amore, avvolse in fasce, nutrì con materna sollecitudine, quello stesso e indubbiamente non un altro ora riceviamo al Santo Altare e il suo Sangue attingiamo nel Sacramento della nostra redenzione” ( Sermo 2 de Natali).
STEFANO DE FIORES, “Ave, verum corpus, natum de Maria Virgine "
In "Madre di Dio” n. 6 giugno 2004
"Quando avrai Dio nel cuore, possederai l’Ospite che non ti darà piu riposo."
Paul Claudel

16 MAGGIO 2015
La fede eucaristica in Maria
In un certo senso, Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l’eucaristia venisse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l’Incarnazione del Verbo di Dio .
L’Eucaristia, mentre rinvia alla passione e alla risurrezione, si pone al tempo stesso in continuità con l’Incarnazione.
Maria concepì nell’Annunciazione il Figlio divino nella verità anche fisica del corpo e del sangue, anticipando in sé ciò che in qualche misura si realizza sacramentalmente in ogni credente che riceve, nel segno del pane e del vino, il Corpo e il Sangue del Signore.
C’è pertanto un’analogia profonda tra il “fiat” pronunciato da Maria alle parole dell’angelo, e l’ "amen” che ogni fedele pronuncia quando riceve il Corpo del Signore.
A Maria fu chiesto di credere che Colui che ella concepiva “per opera dello Spirito Santo” era il “Figlio di Dio” (sf Lc 1,30-35).
In continuità con la fede della Vergine, nel Mistero eucaristico ci viene chiesto di credere che quello stesso Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, si rende presente con l’intero suo essere umano-divino nei segni del Pane e del Vino.
“Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45): Maria ha anticipato, nel mistero dell’Incarnazione, anche la fede eucaristica della Chiesa.
Quando, nella Visitazione, porta in grembo il Verbo fatto carne, Ella si fa, in qualche modo, “tabernacolo” della storia – dove il Figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, si concede all’adorazione di Elisabetta, quasi “irradiando” la sua voce attraverso gli occhi e la voce di Maria.
E lo sguardo rapito di Maria nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo tra le sue braccia, non è forse l’inarrivabile modello di amore a cui deve aspirarsi ogni nostra comunione eucaristica?
GIOVANNI PAOLO II in "Ecclesia de Eucharistia", n. 55

17 MAGGIO 2015
Benedetta Madre di Dio
Benedetta Madre di Dio, terra divinamente feconda, perché, senza essere coltivata, germogliasse la “spiga” che assicura al mondo la salvezza:
rendimi degno di essere salvato quando mangio quel “pane”.
O santissima mensa sulla quale fu servito il pane disceso miracolosamente dal cielo per ricordare la vita al mondo, rendimi degno (perché ora ne sono indegno) di mangiare con santo timore questo Pane che deve darmi la vita.
Vergine piena di grazia divina, che per mistero incomprensibile hai generato Cristo Salvatore!
Io, indegno tuo figlio, supplico te tutta pura, di purificarmi dalle sozzure della carne e dello spirito, ora che sto avvicinandomi ai sacri misteri.
Madre di Dio e Santissima Regina, tu per il mio animo cieco sei luce, speranza, aiuto, rifugio, conforto e gioia.
Ti ringrazio di avermi reso degno di comunicare con il Corpo purissimo di tuo Figlio e con il suo Prezioso Sangue: ero cosi indegno!
Tu che hai generato la vera Luce, rischiara gli occhi spirituali del mio cuore; tu che hai generato la fonte dell’immortalità, restituiscimi la vita che il peccato mi ha fatto perdere.
Madre di Dio misericordioso, abbi pietà di me e dona al mio spirito il pentimento, la contrizione e l’umiltà, facendomi ricordare i miei errori e le mie catene.
Rendimi degno, fino all’ultimo respiro, di ricevere in modo irreprensibile la santificazione dei sacri misteri perché guarisca il mio corpo e il mio spirito.
Concedimi le lacrime della penitenza e della confessione, così che possa lodarti in tutta la vita, benedetta e gloriosa per sempre. Amen.
Antico testo della Liturgia bizantina da TERESIO BOSCO – MARINO GOBBIN,
"30 giorni con Maria di Nazaret" Elledici 2002, pp. 141 - 142

18 MAGGIO 2015
Maria, donna eucaristica
Ma al di là della sua partecipazione al Convito eucaristico, il rapporto di Maria con l’Eucaristia si può indirettamente delineare a partire dal suo atteggiamento interiore. Maria e donna “eucaristica” con l’intera sua vita. La Chiesa, guardando a Maria come a suo modello, è chiamata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo Mistero santissimo.
“Mysteriumfidei!”. Se l’Eucaristia è mistero di fede, che supera tanto il nostro intelletto da obbligarci al più puro abbandono alla parola di Dio, nessuno come Maria può esserci di sostegno e di guida in simile atteggiamento. Il nostro ripetere il gesto di Cristo nell’Ultima Cena in adempimento del suo mandato: “Fate questo in memoria di me!” diventa al tempo stesso accoglimento dell’invito di Maria ad obbedirgli senza esitazione: “ fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). Con la premura materna testimoniata alle nozze di Cana, Maria sembra dirci: “Non abbiate tentennamenti, fidatevi della parola di mio Figlio. Egli, che fu capace di fare del pane e del vino il duo corpo e il suo sangue, consegnando in questo mistero ai credenti la memoria viva della sua Pasqua, per farsi in tal modo “pane di vita”.
GIOVANNI PAOLO II in "Ecclesia de Eucharistia" nn. 53 – 54
"Gesù, tu vieni sempre in me.
Con quale cibo ti devo alimentare?
Con l’amore! Ma il mio cuore è fallace.
Gesù ti voglio bene assai. Supplisci al mio amore."
S. Pio da Pietrelcina