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 19 APRILE 2016

EUCARISTIA,SACRAMENTO SPONSALE

27. L'Eucaristia, sacramento della carità, mostra un particolare rapporto con l'amore tra l'uomo e la donna, uniti in matrimonio. Approfondire questo legame è una necessità propria del nostro tempo.(83) Il Papa Giovanni Paolo II ha avuto più volte l'occasione di affermare il carattere sponsale dell'Eucaristia ed il suo rapporto peculiare con il sacramento del Matrimonio: « L'Eucaristia è il sacramento della nostra redenzione. È il sacramento dello Sposo, della Sposa ».(84) Del resto, « tutta la vita cristiana porta il segno dell'amore sponsale di Cristo e della Chiesa. Già il Battesimo, che introduce nel Popolo di Dio, è un mistero nuziale: è per così dire il lavacro delle nozze che precede il banchetto delle nozze, l'Eucaristia ».(85)

 

L'Eucaristia corrobora in modo inesauribile l'unità e l'amore indissolubili di ogni Matrimonio cristiano. In esso, in forza del sacramento, il vincolo coniugale è intrinsecamente connesso all'unità eucaristica tra Cristo sposo e la Chiesa sposa (cfr Ef 5,31-32). Il reciproco consenso che marito e moglie si scambiano in Cristo, e che li costituisce in comunità di vita e di amore, ha anch'esso una dimensione eucaristica. Infatti, nella teologia paolina, l'amore sponsale è segno sacramentale dell'amore di Cristo per la sua Chiesa, un amore che ha il suo punto culminante nella Croce, espressione delle sue « nozze » con l'umanità e, al contempo, origine e centro dell'Eucaristia.

 

Per questo la Chiesa manifesta una particolare vicinanza spirituale a tutti coloro che hanno fondato la loro famiglia sul sacramento del Matrimonio.(86) La famiglia – chiesa domestica(87) – è un ambito primario della vita della Chiesa, specialmente per il ruolo decisivo nei confronti dell'educazione cristiana dei figli.(88)

 

In questo contesto il Sinodo ha raccomandato anche di riconoscere la singolare missione della donna nella famiglia e nella società, una missione che va difesa, salvaguardata e promossa.(89) Il suo essere sposa e madre costituisce una realtà imprescindibile che non deve mai essere svilita.

 

 

                                                                               Esortazione Apostolica di Benedetto XVI

 

 

20 APRILE 2016

 

 

Gesù mio, quanto ti amo: è un amore immenso che sta racchiuso nel mio cuore per te, o Amore sacramentato. Il cuor mio si strugge per tenerezza verso di te. Misura quanto vuoi, o Signore, questo mio amore: misura! Quando avrai tanto, ma tanto misurato, quando ti parrà d’aver finito, là dovrai ricominciare! E questo tante volte, sempre, perché con amore infinito (perdonami) io ti amo! O Santo Amore!

 

 

 

Quanto grande è l’amore di un Dio fatto pane per le anime, un Dio fatto prigioniero per me! Perché all’A che brucia per noi nel divin Sacramento non corrisponde tutto l’amore dei nostri cuori? Non sentite voi il flusso d’amore che dal Sacro tabernacolo arriva fino a noi? Non lo sentite?

 

 

Quale premura dovrebbe esser la nostra di trovarci là ove l’amore tiene imprigionato per noi il nostro Diletto! Oh amiamolo, amiamolo fino alla follia: a forza di accostarci al fuoco, arriveremo ad essere attaccati! Cerchiamo con l’amata presenza, quello sguardo divino anche per un solo istante.

 

 

 

 

                                         Dagli scritti della Beata Madre Candida dell’Eucaristia

 

21 APRILE 2016

IL CORPO E IL SANGUE CHE DESIDERO RICEVERE

 

Signore Gesù Cristo, tu, secondo il disegno del Padre e l’opera dello Spirito Santo, con la tua morte, spontaneamente accolta, hai riscattato per misericordia il mondo dal peccato e dalla morte eterna; adoro e venero, così come posso, con il mio tiepido affetto e il mio povero amore, con animo grato per così grande dono, questo tuo santo Corpo e questo tuo Sangue santo, che desidero ricevere per purificarmi e difendermi dai peccati. Confesso, Signore, che sono troppo indegno di avvicinarmi e di toccarli.

 

Confido, però, in quella clemenza con la quale tu li hai donati, offrendo la tua vita per salvare i peccatori e con la quale hai voluto essere sacrificato come vittima obbediente al Padre. Oso riceverli, io peccatore, per diventare, grazie ad essi, giusto. Fa’ che ti riceva, Signore, con la bocca e con il cuore e fa’ che  comprenda con la fede e l’affetto così da essere innestato, per tuo mezzo, dentro la somiglianza della tua morte e risurrezione, mortificato nell’uomo vecchio e rinnovato nella giustizia e sia degno di divenire un solo corpo con il tuo corpo, “che è la Chiesa”.

 

Che io sia tuo membro e tu mio capo; che io rimanga in te e tu in me, tu ridia forma al mio “misero corpo” e lo configuri al tuo “corpo glorioso” così come promette l’apostolo, e in te goda eternamente nella tua gloria. Tu che vivi e regni col Padre e lo Spirito Santo, Dio per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

                                                                             Sant’ Anselmo d’Aosta

 

 

22 APRILE 2016

Il modo migliore per crescere nella fede è sempre quello dell’esempio, per questo si riporta la testimonianza di Herman Wijns (1931-1941), morto a soli dieci anni, ma che seppe incarnare perfettamente l’amore per Cristo nell’Eucaristia. Dai suoi genitori impara a pregare mattino e sera, a partecipare alla santa Messa ogni domenica, a voler bene a tutti. A soli cinque anni, vedendo suo padre che recita il Rosario, prende la decisione di recitarlo anche lui ogni giorno e, vedendolo uscire di casa tutte le mattine molto presto per andare a Messa, decide di seguirlo a soli sei anni, avendo perfettamente capito il significato della Messa, cioè Gesù che ripresenta sull’altare il suo sacrificio e santifica i suoi amici con il suo Corpo, chiede di fare la Prima Comunione. Il 14 luglio 1937 realizza il suo primo sogno: riceve Gesù eucaristico, per la prima volta, davvero da piccolo innamorato di Gesù. Nonostante la sua famiglia sia caduta in disgrazia e in casa non ci sia nulla da mangiare, ogni sera con suo padre va a fare visita a Gesù nel tabernacolo e pregano insieme con il Rosario. Per tutta la sua breve vita rimarrà fedele al suo programma: “Preghiera e penitenza”. Si alza prestissimo, alle cinque del mattino, si reca subito in chiesa dove recita il primo Rosario, quindi partecipa alla Messa. Dopo il pranzo, il secondo Rosario e alla sera il terzo e ha solo nove anni. E ’innamoratissimo di Gesù eucaristico e gli ripete mille volte al giorno “Ti voglio bene”. Non lo dimentica neppure nel gioco. Il 24 maggio 1941, al termine della Messa, il parroco gli chiede “Davvero vuoi diventare sacerdote? “Si, o sacerdote o nulla”. Al pomeriggio dello stesso giorno, tornando a casa, trova per la strada un crocifisso, lo porta  a casa, lo pulisce, lo bacia, lo appende nella sua camera dicendo: “Devo offrirgli la mia vita in riparazione”.

Verso sera, giocando con degli amici, cade e si ferisce ad una gamba, perdendo molto sangue. Nonostante abbia subito due interventi dolorosissimi, il 26 maggio 1941, in piena conoscenza, si confessa, riceve Gesù eucaristico e l’Unzione degli infermi. E’ tranquillo e dice: “Vado da Gesù, starò con lui per sempre”. Ancora oggi, a più di sessant’anni dalla sua morte, la sua tomba è meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera. Herman è conosciuto in tutta la terra. Quelli che lo invocano ricevono grazie nel corpo e nello spirito; molti, lontani dalla fede leggendo la sua storia ritrovano Dio.

 

 23 APRILE 2016

 

Cristo Signore nostro dunque, che nel patire offrì per noi quel che nel nascere aveva preso da noi, divenuto in eterno il più grande dei sacerdoti, dispose che si offrisse il sacrificio che voi vedete, cioè il suo corpo e il suo sangue. Infatti il suo corpo, squarciato dalla lancia, effuse acqua e sangue, con cui rimise i nostri peccati. Ricordando questa grazia, operando la vostra salute, che poi è Dio che la opera in voi (cf. Fil 2, 12-13), con timore e tremore accostatevi a partecipare di quest'altare. Riconoscete nel pane quello stesso corpo che pendette sulla croce, e nel calice quello stesso sangue che sgorgò dal suo fianco.

Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo, ora che anche voi siete diventati membra di Cristo nel corpo di Cristo; prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo. Per non distaccarvi, mangiate quel che vi unisce; per non considerarvi da poco, bevete il vostro prezzo. Come questo, quando ne mangiate e bevete, si trasforma in voi, così anche voi vi trasformate nel corpo di Cristo, se vivete obbedienti e devoti. Egli infatti, già vicino alla sua passione, facendo la Pasqua con i suoi discepoli, preso il pane, lo benedisse dicendo: Questo è il mio corpo che sarà dato per voi (1 Cor 11, 24). Allo stesso modo, dopo averlo benedetto, diede il calice, dicendo: Questo è il mio sangue della nuova alleanza, che sarà versato per molti in remissione d ei peccati (Mt 26, 28). Questo già voi lo leggevate o lo ascoltavate dal Vangelo, ma non sapevate che questa Eucarestia è il Figlio stesso; ma adesso, col cuore purificato in una coscienza senza macchia e col corpo lavato con acqua monda (cf. Ebr 10, 22), avvicinatevi a lui e sarete illuminati, e i vostri volti non arrossiranno (Sal 33, 6). Perché se voi ricevete degnamente questa cosa che appartiene a quella nuova alleanza mediante la quale sperate l'eterna eredità. osservando il comandamento nuovo di amarvi scambievolmente (cf. Gv 13, 34), avrete in voi la vita. Vi cibate infatti di quella carne di cui la Vita stessa dichiara: Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo (Gv 6, 51), e ancora: Se uno non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà la vita in se stesso (Gv 6, 53).

Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il corpo di Cristo per poi lasciarvene separati. E l'Apostolo ricorda che questo era già stato predetto nella santa Scrittura: I due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande, soggiunge, lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa (Ef 5, 31-32). E in un altro passo, riguardo a questa medesima Eucarestia, dice: Uno solo è il pane, e noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo (1 Cor 10, 17). Voi quindi cominciate a ricevere quel che già avete cominciato ad essere, purché non lo riceviate indegnamente, mangiando e bevendo la vostra condanna.

 

 

                                              DAI "SERMONI"DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO  (Serm. 228/B, 2-5)

 24 APRILE 2016

 

“Figlia mia, fa’ che sia amato, consolato e riparato nella mia Eucaristia. Dì in mio nome che a quanti faranno bene la santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore per i primi 6 giorni consecutivi e passeranno un’ora di Adorazione davanti al mio tabernacolo in intima unione con me, prometto il cielo.

 

Dì che onorino, attraverso l’Eucaristia, le mie sante Piaghe, onorando per prima quella della mia sacra spalla, così poco ricordata.

 

Chi, al ricordo delle mie Piaghe, unirà quella dei dolori della mia Madre benedetta e per loro ci chiederà grazie spirituali o corporali, ha la mia promessa che saranno accordate, a meno  che non siano di danno per la loro anima.

 

Nel momento della loro morte condurrò con ma la mia Santissima Madre per difenderli” (25-02-1949)

 

 

                            Richieste e promesse di Gesù alla beata Alexandrina Maria da Costa

 

Piccola Nazareth 

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