

19 DICEMBRE 2015
EUCARISTIA, IMPEGNO DI FEDE
Non si può credere all’Eucaristia rimanendo freddi; non si può credere all’Eucaristia rimanendo indifferenti; non siamo distributori automatici di Eucaristia: dobbiamo diventare fruitori beati dell’Eucaristia, fruitori esaltanti, esaltati ed esultanti dell’Eucaristia!
Possiamo chiederci: che dimensione ha la mia fede nell’Eucaristia? Nel Mistero del Corpo e del Sangue del Signore offertomi come pegno di eterna Carità e come dono di perfetta Redenzione?
Tuttavia bisogna dire che questo credere nell’Eucaristia non sarà il risultato dei nostri sforzi o delle nostre elucubrazioni, ma sarà il risultato di un dono: credere nell’Eucaristia è più che mai una fedeltà a un Dono, e non la conquista di una meta. Tutte le verità della Fede hanno una loro gratuità che bisogna riconoscere; ma questa verità dell’Eucaristia è una gratuità talmente radicale e talmente sorprendente che riusciremo a credere soltanto se accoglieremo il dono di Dio nell’umiltà e nella carità. La lavanda dei piedi e il comandamento della carità: <<Amatevi come io vi ho amato>> (Gv 15,12), restano gli atteggiamenti propiziatori della fede eucaristica nella nostra vita di credenti. Senza umiltà non si crede nell’Eucaristia, senza carità non si crede nell’Eucaristia, ma l’una e l’altra vengono offerte alla nostra vita appunto attraverso l’Eucaristia. Ci precede la ricchezza del dono per rendere ricca la nostra fedeltà. La gratuità è totale, senza appelli, e di questa gratuità dobbiamo rendere gloria a Dio, convincendoci che solo così non soltanto saremo credenti nell’Eucaristia, ma adoratori perfetti di questo Mistero che consegna alla storia degli uomini tutti gli eccessi della Misericordia, della Bontà, dell’Amore di Dio.
Anastasio Ballestrero in Mistero d’amore, Elledici 1994, pp. 21-22

20 DICEMBRE 2015
EUCARISTIA, DONO D'AMORE
L’Eucaristia è un dono d’amore e la sorgente inesauribile dell’amore. In essa è scritto e radicato il nuovo comandamento: <<Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni e gli altri>> (Gv 13,34).
L’amore raggiunge il suo vertice nel dono che la persona fa di se stessa, senza riserve, a Dio e ai fratelli. Lavando i piedi agli Apostoli, …Gesù rivela un tratto caratteristico della sua missione: << Io sto in mezzo a voi come colui che serve>> (Lc 22,27). Vero discepolo di Cristo è, pertanto, solamente colui che <<prende parte>> alla sua vicenda, rendendosi come Lui sollecito nel servizio agli altri anche con sacrificio personale. Il servizio, infatti, cioè la cura delle necessità del prossimo, costituisce l’essenza di ogni potere ben ordinato: regnare significa servire.
Si ridesti nei nostri cuori il senso vivo e trepido del sommo dono che è per noi l’Eucaristia. E si ridesti la gratitudine, legata al riconoscimento del fatto che non vi è nulla in noi che non ci sia stato donato dal Padre di ogni misericordia. L’Eucaristia, il grande <<mistero della fede>>, rimane innanzitutto e soprattutto un dono, qualcosa che abbiamo <<ricevuto>>.
Accogliamo ad ogni celebrazione eucaristica questo dono sempre nuovo; lasciamo che il suo potere divino pervada i nostri cuori e li renda capaci di annunciare la morte del Signore nell’attesa della sua venuta.
La somma della fede pasquale della Chiesa è contenuta nell’Eucaristia. …Rendiamo grazie al Signore che ha istituito questo grande Sacramento. Noi lo celebriamo e lo riceviamo per trovare in esso la forza di avanzare sulla strada dell’esistenza attendendo il giorno del Signore.
GIOVANNI PAOLO II in Omelia in Coena domini, 9 aprile 1998

21 DICEMBRE 2015
UN AMORE PREVENIENTE
Il giorno prima del tradimento di Giuda, il giorno prima del suo olocausto e del suo martirio (cf 1 Cor 11,23-26): il giorno prima. Non sono gli uomini che hanno preceduto l’amore di Cristo con il loro odio, ma è Cristo che ha preceduto con il suo amore l’odio di tutti gli uomini, e il peccato di tutti gli uomini.
Prima ancora che la malizia degli uomini rendesse crocifisso il Signore, Lui, con il sacramento dell’amore già l’aveva dato in dono, già aveva cominciato quella storia sacramentale della salvezza, dove i peccati degli uomini entrano per essere perdonati, dove gli odii degli uomini entrano per essere dissolti, ma dove dilaga la carità di Cristo che vuole tutti salvi e che vuole tanto più salvi coloro che sono più perduti.
Questo gesto del Signore preveniente, questo gesto del Signore che batte tutte le frettolosità degli uomini nell’essere cattivi, noi lo ricordiamo… non tanto perché è un gesto di Cristo, ma perché è diventato su sua iniziativa un mistero, un sacramento, nel senso più forte e più plenario della parola. E a questo mistero ci inchiniamo adorando ed amando; e a questo sacramento ci accostiamo tremando, ma anche colmati di gioia. Questo mistero del Signore che si dona, questo mistero del Signore che fa della sua carne e del suo sangue un cibo di vita eterna completamente offerto, …quanto ci interpella, quanto ci scuote dentro, proclivi come siamo a fare della religione di Gesù una serie di begli episodi e di begli atteggiamenti, mentre in realtà è una storia con una rigorosa continuità di grazia, con un interminabile crescendo di rivelazione di amore e con una fecondità che non ha mai termine!
Anastasio Ballestrero in RDTO 1986, PP. 269-270
" Dio vuole che ci nutriamo della Santa Eucaristia"
s. Giovanni Bosco

22 DICEMBRE 2015
LA GRAZIA DEL SACRAMENTO EUCARISTICO
La Grazia del Sacramento! Nell’economia della Chiesa tutti i Sacramenti sono <<segno>> e <<segno efficace>> di una Grazia.
Qual è la Grazia che il Sacramento dell’Eucaristia offre al credente?
Potremmo dire che la Grazia del Sacramento eucaristico è semplicemente la Grazia santificante, ma lo è in una funzione particolarmente significativa: prima di tutto è la Grazia santificante che dà compimento alla grazia degli altri Sacramenti, i quali tutti, con la loro efficacia fanno maturare per il Convito eterno coloro che nell’Eucaristia si nutrono.
Fare un confronto fra la Grazia santificante del Battesimo e la Grazia santificante dell’Eucaristia vorrebbe dire, non certo moltiplicare la natura della Grazia, partecipazione della Vita divina, ma illuminare, in maniera singolare, un dinamismo di questo Dono gratuito che la Grazia è, un dinamismo finalizzato alla redenzione del peccatore, alla santificazione del credente e alla maturazione per la vita eterna dello stesso.
Dunque, l’Eucaristia fa crescere nelle anime la grazia santificante; e dico: <<fa crescere>>, perché per ricevere l’Eucaristia bisogna già essere in grazia di Dio: non si può con il peccato mortale ricevere questo Sacramento, perché dice l’Apostolo: <<Chi mangia il Corpo e il Sangue del Signore indegnamente, mangia la sua condanna>> (1 Cor 11,29); ma la Grazia che già c’è, con la Grazia eucaristica s’incrementa nella sua natura profonda, nella sua natura di partecipazione della Vita divina, nella sua partecipazione di purificazione dal peccato e anche nel suo perfezionamento progressivo fino a raggiungere la piena età del Cristo, nella santità della vita e nello splendore della verità e della carità.
Anastasio Ballestrero in Mistero d’amore, Elledici 1994, pp.43-44

23 DICEMBRE 2015
L'EUCARISTIA: DESIDERIO DELLA VITA E SPERANZA DELL'ESISTENZA
Appassionarci a questo Signore rendendolo desiderio della vita e speranza dell’esistenza è il dinamismo segreto della virtù teologale della speranza, nutrita dall’Eucaristia, a sua volta.
<<Desiderio desiderarvi hoc Pascha manducare vobiscum>> (Lc 22,15).
Questo <<desiderio di desiderio>> prende l’anima, la travolge, e il bene diventa Cristo, l’unico Bene è Lui e il cuore si libera dagli altri desideri, si decanta dagli altri affetti e dagli altri attacchi, e tutto è uno sperare la vita eterna: vedere il Signore faccia a faccia, stringersi nell’amplesso dell’eternità dove la beatitudine di Dio diventa, con la santità, la nostra beatitudine!
Anche l’incremento della carità avviene attraverso l’Eucaristia.
Questa virtù della carità, che rende il rapporto con Cristo propedeutico al rapporto con il Padre nell’unità dello Spirito, ha bisogno di crescere. L’amore deve diventare tutto, deve diventare la realtà assoluta della vita; l’amore di Dio deve diventare la forza unica dell’esistenza, deve diventare la fecondità del cuore, delle opere umane, e l’Eucaristia aiuta il cristiano a operare queste misteriose trasformazioni della Grazia.
Anastasio Ballestrero in Mistero d’amore, Elledici 1994, pp. 46-47
“Non ricevere Gesù Cristo
per servirtene secondo il tuo intendimento,
ma piuttosto donati a Lui, tuo Dio e Salvatore,
e fatti ricevere da Lui,
perché sia Lui a fare di te e in te tutto ciò che vuole.”
s. Gaetano

24 DICEMBRE 2015
UN DOPPIO SLANCIO
Ogni amore ha in sé un doppio slancio: vuole unirsi all’essere amato e vuole il suo bene. Ognuno di questi slanci può essere contrastato dalle circostanze o dal fatto che gli amici non sono l’uno per l’altro che un bene parziale.
E tali slanci possono essere in opposizione tra loro e combattersi; da ciò spesso le lacerazioni e i drammi dell’amore umano. Ma Dio è bene, e in lui possono magnificamente compendiarsi la volontà d’unione e il desiderio del bene altrui.
L’Eucaristia ha la stessa caratteristica. Da una parte, si può facilmente rendersi conto che nulla è altrettanto efficacemente operante per il nostro bene quanto il sacrificio della Messa e la Comunione: <<Quel che l’incarnazione ha dato al mondo intero, l’Eucaristia lo dà ad ogni anima in particolare>>, dice con la sua nota concisione san Tommaso.
Dall’altra, è una straordinaria forza di trasformazione e d’unione, è un nutrimento. Ora nell’economia della nutrizione, << dapprima ci sono due esseri, l’alimento e il vivente; poi, non ce n’è che uno, il vivente>>, ma il vivente è arricchito dall’apporto dell’alimento. Nella comunione avviene qualcosa di simile, ma con una divina modificazione: <<Crescerai se mi mangerai, perché io sono il nutrimento dei forti; però, al contrario del nutrimento del corpo, non sono io che mi cambierò in te, ma tu che sarai cambiato in me>> (Agostino, Confessioni VII, 10).
J.M. Perrin in il Mistero della carità, Citta Nuova 1965, pp. 85-86
“Vivi in modo di comunicarti ogni giorno”.
s. Agostino