

19 FEBBRAIO 2016
L'EUCARISTIA: CONTEMPLAZIONEDEL RISORTO
La realtà pasquale della natura di Cristo, Uomo e Dio, sanzionata definitivamente nell’avvenimento unico del Calvario e della risurrezione, trova la sua forza di impatto per ogni uomo, oggi e sempre, nell’Eucaristia.
Si tratta comunque di un gesto incomprensibile, che solamente l’amore può in qualche modo spiegare e che noi crediamo possibile solo perché Dio ce lo dona nella sua concretezza, come un suo gesto. Ciò significa, in altre parole, affermare che l’Eucaristia è inspiegabile. Solamente la fede amorosa e il timore possono permetterci di scoprire qualcosa di ciò che si può definire la dinamica dell’Eucaristia. Si deve infatti riconoscere che solo un atteggiamento mistico, cioè un incontro amoroso tra l’uomo e il suo Dio, può permettere di scoprire la bellezza del Risuscitato così come ci è manifestato nell’Eucaristia.
In realtà, l’Eucaristia non può essere che contemplazione, un momento di quiete prima di proseguire il cammino. Naturalmente questa non è una spiegazione, mentre si può e si deve cercarne una. Ma è un fatto che le parole non bastano ad esprimere ciò che si vorrebbe, perché rimangono sempre al di qua della realtà. Questa è molto più grande e supera ogni formula. Di qui la tentazione di voler speculare, di usare formule per esprimere il mistero, col rischio di rimpicciolirlo.
Raymond Johanny in l’Eucaristia cammino di risurrezione, Elledici 1976, pp.99-100

20 FEBBRAIO 2016
Cristo è presente. Lo stesso Cristo che una volta fece preparare la tavola alla Cena, ha preparato questa, per voi.
Affinchè dunque diventiamo tali, (un sol corpo con Cristo) comunichiamoci con quella carne: e ciò avviene per mezzo del cibo che egli ci ha donato, volendoci mostrare l’affetto che ha per noi. Egli si mischiò con noi e il suo corpo si compenetrò con i nostri, affinchè fossimo un solo essere.
Che cos’è il pane consacrato? Corpo di Cristo. E che cosa diventano coloro che si comunicano? Corpo di Cristo. Non molti corpi: un Corpo solo, quello di Cristo.
San Giovanni Crisostomo

21 FEBBRAIO 2016
L'EUCARISTIA, IL VIVENTE DILATATO ALL'INTERO UNIVERSO
L’uomo eucaristico è l’uomo dove il Cristo pasquale ricrea se stesso: dove cioè Cristo è accolto e nasce, si trasforma e risorge. Perciò l’Eucaristia è un universo in espansione, un universo pasquale. Ed è creazione di questo universo, perché presenza creatrice del Risuscitato.
Essa è un fuoco che si espande continuamente per tutto consumare e trasfigurare: è l’espansione trasfiguratrice di Cristo. Ecco che cos’è la presenza di Cristo nell’Eucaristia: una forza dinamica di risurrezione, un intervento del Risuscitato che vuole esercitare appunto il suo potere di risurrezione: assicurare la vittoria della vita sulla morte; e il suo potere di trasfigurazione: realizzare in tutte le cose la sua presenza di Risuscitato, affinchè un giorno siano non solamente segno della sua presenza, o addirittura il Cristo visibile, ma più ancora Cristo con le stesse dimensioni dell’uomo e dell’universo, finalmente colmi della gloria del Vivente.
Come si vede, lungi dall’essere qualcosa di statico, la presenza di Cristo è essenzialmente evolutiva perché creatrice. E’ il fuoco dello Spirito: presenza, creazione, Spirito, procedono inseparabili.
Essa è il Vivente dilatato all’intero universo. Tutto ciò è conseguenza della trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. La presenza eucaristica di Cristo è una nascita e un’esplosione di vita: una pienezza di vita che chiede di dilatarsi ai confini dell’universo .Essa è il Cristo pasquale in espansione, una potenza di trasfigurazione che si espande per rinnovare la creazione. Ed è questa stessa creazione in lento cammino verso la novità totale. In questo modo è la certezza dell’evoluzione dell’umanità e dell’universo.
Raymond Johanny in l’Eucaristia cammino di risurrezione Elledici 1976, pp. 142-143

22 FEBBRAIO 2016
L'INNESTO DEL <<TRALCIO >>
SUL <<CEPPO>>
La benedizione e la distribuzione del pane e del vino (Mt 26,26-28) facevano parte del rito della cena pasquale, ma ambedue ricevono qui un significato completamente nuovo: con esse infatti comincia la vita della Chiesa. Come comunità spirituale e visibile essa indubbiamente nasce solo nel giorno di Pentecoste, ma nell’ultima cena si compie l’innesto del tralcio sul ceppo, innesto che renderà possibile l’effusione dello Spirito.
Le antiche preghiere di benedizione sono diventate parole creatrici di vita nella bocca del Cristo, i frutti della terra sono diventati la sua carne e il suo sangue, pieni della sua vita, e la creazione visibile, nella quale si era inserito mediante l’incarnazione, è ora legata a lui in modo nuovo e misterioso.
Le sostanze che servono allo sviluppo dell’organismo umano sono trasformate nella loro essenza, e se gli uomini le ricevono con fede, sono anch’essi trasformati, incorporati al Cristo in un’unione vitale e ripieni di vita divina. La forza vivificante del Verbo è legata al sacrificio. Il Verbo si fa carne per dare la vita che egli possiede, per offrire se stesso e la creazione riscattata dalla sua offerta, in sacrificio di lode al Creatore. La Pasqua dell’antica alleanza è diventata Pasqua della nuova alleanza nell’ultima cena del Signore, nel sacrificio della croce sul Golgota , nelle agapi gioiose nel tempo tra la Pasqua e l’ascensione, durante le quali i discepoli riconoscevano il Signore alla frazione del pane, e, nel sacrificio della Messa, nella santa comunione.
s. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) in Meditazioni quotidiane con i Santi del Carmelo, OCD 2000, pp. 299-300
<<Per Cristo>>, perché senza di lui non ci sarebbe nulla.
P. Andrea Gasparino
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23 FEBBRAIO 2016
Se andate alla presenza di Gesù nell’Eucaristia, può darsi che all’inizio non vi troviate molto bene: infatti il demonio, che ben conosce il gran vantaggio che ne ricavano le anime, vi causerà turbamenti e affanni nel cuore. Vi darà anche a credere che trovereste più utilità spirituale in altre pratiche che non in queste. Non fategli caso.
Dimostrate al Signore che lo amate. Sono poche le anime che lo seguono anche nelle sofferenze: seguiamolo almeno noi, soffrendo qualcosa per lui. Non mancherà di compensarci con la sua gloria. Accostiamoci al Santissimo sacramento con grande spirito di fede e di amore: ed una sola comunione credo che basti per lasciarci ricchi. E che dire di tante? Sembra che ci accostiamo al Signore unicamente per cerimonia: ecco perché ne caviamo poco frutto. O mondo miserabile che rendi cieco chi guarda te… per non permettergli di vedere i tesori che potrebbe avere da Dio!
Ecco un bel fuoco… Per quanto esso sia ardente, se voi ve ne state lontani e nascondete le mani, non vi riscalderete: e tuttavia avreste sempre più caldo che se foste del tutto senza fuoco. Così con l’Eucaristia. Se l’anima si accosta alla Comunione con la giusta disposizione e se, desiderando scaldarsi, si ferma a lungo in compagnia di Dio, vi dico che rimarrà calda per molte ore.
s. Teresa d’Avila

24 FEBBRAIO 2016
CRISTO SPEZZA IL PANE CON NOI
Se il sacramento è un <<evento>>, è perché è uno spazio di grazia in cui il Signore si rende misteriosamente presente in mezzo ai suoi. E’ un appuntamento salvifico. Il pane e il vino non diventano presenza inerte del suo Corpo e del suo Sangue, quasi fossero <<cose>> poste lì davanti a noi. E’ il risorto vivente che viene a visitare i suoi, così come è apparso agli Apostoli dopo la risurrezione per confermare la loro fede pasquale. I sacramenti sono l’equivalente di quelle <<apparizioni>>: con una sola differenza, che loro l’han visto sensibilmente, noi invece solo con gli occhi della fede.
Si rende presente non solo con la sua persona, ma con tutto il suo Mistero. Se ci invita al Banchetto, è per donarsi a noi come <<corpo-dato>> e <<sangue-versato>>.
E’ venuto infine il momento di accostarci a questa mensa degna di infinita venerazione… Davanti a voi è il Cristo. E’ Lui stesso che prepara oggi il banchetto come l’aveva preparato nella Santa Cena di quella sera. Non è un uomo che può trasformare i doni nel Corpo e nel Sangue di Cristo, ma questo stesso Cristo che fu crocifisso per noi.
Difficile commentare parole così belle. Dirò solo che Cristo, Signore del tempo e della storia… in forza della sua glorificazione pasquale, presiede in modo realissimo, anche se invisibile, la nostra Eucaristia.
Spezza qui, insieme con noi, che ha voluto chiamare amici e fratelli, il Pane della vita nuova. E così la sua Cena – proprio quella, non un’altra, l’unica Eucaristia posta al centro della storia – è qui sotto i nostri occhi: ci raggiunge e ci investe della sua forza salvifica. Perché essa altro non è che presenza del fatto storico della sua Morte e Risurrezione che è la sorgente unica <<di grazia e benedizione del cielo>>, come si dice nel <<Supplices>> del Canone Romano.
Mariano Magrassi in Il fuoco dello Spirito nel calice, La Scala 1984, pp. 20-22