

19 MAGGIO 2016
Suggerita dalla Serva di Dio Madre M. Francesca Foresti
Lunedì
Invita nel tuo cuore le S. Ostie ricevute da anime in peccato. Per riparare farai molte Comunioni spirituali e pregherai per la conversione dei peccatori.
Martedì
Ripara le bestemmie verso Gesù Eucaristico col fare atti di amore: e siano come fiori spirituali offerti a Gesù Ostia.
Mercoledì
Conforta Gesù nella solitudine delle Chiese: visitalo spesso spiritualmente.
Giovedì
Ripara gli oltraggi alle S. Ostie portate via dalle Chiese. Invita Gesù a rifugiarsi spiritualmente nel tuo cuore dicendo: "Mio Dio, ti amo e nel mio cuore Ti bramo”
Venerdì
Ripara le ingratitudini verso il Ss. Sacramento. Chiedi a Gesù che riversi nel tuo cuore tutto il suo amore disprezzato.
Sabato
Ripara le S. Ostie conservate nei luoghi profani. Invitale nel tuo cuore e adorale in unione alla SS.ma Vergine
Domenica
Ripara le S. Messe ascoltate male, col partecipare fervorosamente alla S. Messa.

20 MAGGIO 2016
LA MESSA SORGENTE DI CONFIDENZA E DI PERDONO
Quando siamo intimoriti dal ricordo delle nostre colpe e cerchiamo il modo di riparare le nostre offese e propiziarci la giustizia divina, non possiamo trovare mezzo più efficace e più ras-sicurante della santa Messa. Dio, placato da questa offerta, concede la grazia e il dono della penitenza; rimette i delitti e anche i peccati più grandi.
La santa Messa non perdona direttamente i peccati: questo è riservato al sacramento della Confessione e della contrizione perfetta. (La contrizione perfetta è il dolore di aver offeso Dio, non per i castighi che meritiamo, ma perché Egli è infinitamente buono e degno del nostro amore).
La Messa, però, contiene delle grazie potenti ed abbondanti che illuminano il peccatore e gli ispirano atti di pentimento e di contrizione, i quali lo inducono a penitenza e gli fanno trovare nella Confessione l'amicizia di Dio.
Se questo è vero per il peccatore non ancora assolto dalla mano del sacerdote, è vero soprattutto per le anime già in grazia di Dio che cercano per le loro colpe una riparazione, completa quanto possibile, che possa colmare il loro desiderio di purificazione.
La Messa non è soltanto un sacrificio di lode o un semplice ricordo del sacrificio della Croce: è un vero sacrificio di propiziazione, istituito da Cristo per applicarci ogni giorno la grazia redentrice della immolazione sulla croce.
La Vittima divina placa Dio e ce lo rende propizio. Quando dunque il ricordo delle nostre colpe ci turba, offriamo questo sacrificio: Cristo è offerto per noi, "Agnello di Dio che cancella i peccati del mondo e rinnova ogni volta che è offerto, l'opera della nostra redenzione".
Quale confidenza dobbiamo avere in questo sacrificio di espiazione! Per quanto grandi possano essere le nostre offese e la nostra ingratitudine, una santa Messa dà più gloria a Dio che non gliene abbiamo tolta, per così dire, con le nostre ingiurie.
O Eterno Padre, guarda questo altare, guarda il tuo Figlio che mi ha amato e si è offerto per me sopra il Calvario ed ora ti presenta per me le sue riparazioni infinite: Guarda il volto del tuo Cristo (Salmo 83,10) e dimentica queste colpe che ho commesso contro la tua bontà! lo ti offro questa Vittima in cui tu trovi le tue compiacenze, in riparazione di tutte le offese fatte alla tua divina maestà.
Una simile preghiera è certamente ascoltata da Dio, perché avvalorata dai meriti del Figlio prediletto, che ha espiato tutto con la sua Passione.
Marmion, Cristo vita dell'anima.

21 MAGGIO 2016
Fa pena il vedere taluni che, ricevuta la Comunione, dopo due o tre minuti, usciti dalla chiesa, riprendono la vita quotidiana distratti, dissipati, mostrandosi nei rapporti col prossimo alteri, superbi ed intolleranti, poco curandosi della carità e del buon esempio. Quale frutto ricevono costoro dalla Comunione, forse quotidiana? A costoro Gesù potrebbe dire:
Povere anime, così vi accostate alla Mensa Eucaristica? Non sapete assimilarmi bene e vivere la vita di un Dio, ricevuto e mangiato con infinita umiltà ed annichilimento di me stesso!
Abbiate amore nel ricevermi, amore nel fare il ringraziamento, amore nel conservarmi bene nei vostri cuori, amore nel circondarmi di attenzioni, amore sempre ed ovunque. Questa è la mia sete scottante quando mi do alle anime: amare ed essere amato!
Voi che vi comunicate, riflettete quale onore io, Dio, dono a voi nel permettere che vi nutriate di me! Voi, misere creature, ricevete l'Onnipotente, l'Infinito. Se gli Angeli invidiano la vostra sorte, voi dovreste almeno rassomigliare a loro per darmi degna dimora.
Il lamento di Gesù potrebbe estendersi ancora:
Quanto si è avari con me! Tante anime mi ricevono tutti i giorni e non mi offrono nulla che possa appagare i miei desideri di un infinito amore! Io mi dono tutto, senza riserve; non limito il mio sviscerato amore nel donarmi alle anime; ma esse, ahimé, quanto sono avare nel donarsi interamente a me!
Molte anime mi sono vicine con la Comunione, però non sono tali quali la sete del mio amore desidera, possederle.
Vorrei, in chi mi riceve, la completa assimilazione, il totale spogliamento del più piccolo piacere che possa trovare fuori di me e che non offra nessun atomo d'incenso al mio nemico, Satana.
Quanti cuori profumati desidero trovare all'incontro del mio Eucaristico Amore! Versare in essi tutto il mio delirio ardente di amore!,... Ma tante anime non si lasciano prendere, non si lasciano invadere e non comprendono affatto cosa voglia dire: avere un cuore pieno di Dio!
Tu che leggi, rifletti e rispondi nei tuo intimo!
Come ti prepari alla Comunione?... Come t'intrattieni con Gesù, quando l'hai ricevuto?... Quale frutto ricavi da tante Comunioni?... Una Comunione ben fatta dà tanta gloria a Dio ed a tutta là Corte Celeste.
La seconda riflessione è la seguente: Quando ci si presenta alla Mensa Eucaristica, il Sacerdote depone Gesù sulla lingua del comunicando. E' quindi la lingua che ha il primo contatto diretto con Gesù. La lingua!... Ognuno che si comunica dovrebbe dire a se stesso:
Ma questa lingua è veramente degna di toccare Gesù?... E' così pura, immacolata e santa da mettersi a contatto con le Carni Immacolate del Figlio di Dio?... Non mi è servita ad offendere Gesù con mormorazioni, critiche, bugie, parole e discorsi poco decenti e parole di ribellione alla volontà di Dio?...
Si faccia di tutto per presentarsi a Gesù con la lingua monda da ogni colpa, per comunicarsi senza rimorsi...
Tratto da: "Santa Geltrude" di don Giuseppe Tomaselli

22 MAGGIO 2016
LA CITTA' DEL SACRAMENTO
Il 6 giugno 1453 Torino fu spettatrice di un grande miracolo eucaristico; da allora in poi venne chiamata la città del Sacramento.
Nel tempo in cui ci riferiamo, c'erano delle guerriglie verso il confine francese. La borgata di Exiles era caduta in mano nemica. Un uomo, avido di ricchezza, approfittò per rubare oggetti di valore; penetrò in una Chiesa, forzò il Tabernacolo e prese l'Ostensorio con l'Ostia Consacrata; mise tutto in un sacco, ov'erano altri oggetti rubati, e fece di tutto per fuggire col suo giumento. Attraversò Susa e Rivoli e poi giunse a Torino; credeva ormai di farsela franca.
Erano le prime ore del mattino. Giunto sulla piazza di San Silvestro, il giumento cadde e non poté più rialzarsi. Temendo il ladro di essere scoperto, volendo riprendere il cammino, batteva la povera bestia per farla rimettere in piedi.
All'improvviso si sciolse da se stesso il sacco, ne venne fuori l'Ostensorio e questi cominciò a sollevarsi in aria.
Il ladro scappò. L'Ostensorio, man mano che si librava in aria, emanava una luce particolare, sempre crescente, simile ad altro sole. I viandanti rimasero estatici a contemplare quella meraviglia e fu un accorrere continuo di gente, cosicché i testimoni del miracolo furono circa venti mila.
Fu subito avvisato il Vescovo di Torino, Monsignor Ludovico dei Marchesi di Romagnani. Questi ordinò un devoto corteo, cui presero parte, oltre che i Sacerdoti, anche le principali autorità della città.
Tutti i presenti pregavano; la commozione era grande. Il Vescovo supplicava Iddio affinché l'Ostensorio scendesse; ed ecco aprirsi la custodia del Vaso Sacro, rimanere l'Ostia luminosa in aria e l'Ostensorio scendere lentamente sino a terra. L'illustre Prelato fece portare sul luogo un prezioso Calice, dentro cui riporre l'Ostia Consacrata, che ancora stava in alto. « Resta con noi, diceva il Vescovo, resta con noi, o Signore, perché è tardi! ».
L'Ostia cominciò a scendere lentamente, lasciando in aria una scia luminosa, finché da sola giunse dentro il Calice.
Il miracolo era terminato.
Il Vescovo trasportò Gesù Sacramentato in Cattedrale ed in seguito informò la Santa Sede dell'avvenuto miracolo. L'Ostia Consacrata fu conservata come ricordo ancora per circa un secolo e poi, per ordine del Papa, venne consumata.
I cittadini innalzarono sul luogo del prodigio un bel Tempio, che chiamasi la Chiesa del Miracolo o del Corpus Domini.
Il forestiero che va a Torino può vedere in via San Silvestro il maestoso Tempio; dentro ad esso, verso il centro, ma un po' lateralmente, c'è una lapide a terra, riparata da una cancellata; l'antica iscrizione della lapide è del seguente tenore:
QUI IL 6 GIUGNO 1453 CADDE IL GIUMENTO CHE PORTAVA IL CORPO DEL SIGNORE QUI L'OSTIA SACRA SCIOLTASI DAI LEGAMI S'ALZO' IN ARIA QUI DISCESE BENIGNA NELLE MANI SUPPLICANTI DEI TORINESI QUI DUNQUE MEMORE DEL PRODIGIO PIEGA A TERRA LE GINOCCHIA E VENERA E TEMI IL LUOGO SANTO

23 MAGGIO 2016
L'Adorazione Eucaristica ha per oggetto la Persona Divina di Gesù Cristo, presente nel SS.mo Sacramento. Egli c'è, vivente e vuole che noi gli parliamo; a sua volta Egli parlerà a noi. Tutti possono parlare a Gesù; non è forse là per tutti? Non disse egli: "Venite a Me, voi tutti"?
Questo colloquio che s'intreccia tra l'a-nima e Nostro Signore è appunto la vera meditazione eucaristica, è l'adorazione.
L'adorazione è una Grazia per tutti. Ma per non sprecarla e non cadere nella disgrazia di farla per abitudine, e per evitare l'aridità dello spirito e del cuore, gli adoratori devono ispirarsi all'attrattiva parti-colare della Grazia, ai misteri della vita di Nostro Signore, della SS.ma Vergine, o alle virtù dei Santi, con lo scopo di onorare il Dio dell'Eucaristia per tutte le virtù della sua vita mortale, e per le virtù di tutti i San-ti, dei quali Egli fu un tempo la Grazia e il fine, ed è ora la corona di gloria.
Calcolate quell'ora di adorazione che vi è toccata, come un'ora di Paradiso; an-dateci come si va al Cielo, come si va al banchetto divino, ed essa sarà desiderata, e salutata con trasporto. Alimentatene soa-vemente il desiderio nel vostro cuore. Dite a voi stesso: "Per quattr'ore, per due, per un'ora io starò ad un'udienza di Grazia e di amore, presso il Signore; è stato Lui ad invitarmi, ora mi attende, mi desidera".
Quando vi capitasse un'ora che costa fatica al corpo, rallegratevi, il vostro amo-re sarà più grande perché sarà più sofferente: è un'ora privilegiata, la quale sarà contata per due.
Quando per infermità, per malattia o per impossibilità non vi è possibile fare la vostra ora di adorazione, lasciate che per un momento il vostro cuore si rattristi, poi mettetevi in adorazione spirituale, in unio-ne con quelli che in quel frattempo si de-dicano all'adorazione. Allora nel letto del vostro dolore, in viaggio, o durante l'occupazione che avete tra mano, state in più concentrato raccoglimento; e riceverete il medesimo frutto che se aveste potuto adorare ai piedi del Buon Maestro: quest'ora sarà computata a vostro favore, e forse sarà anche raddoppiata.
Andate dal Signore così come siete; la vostra meditazione sia naturale. Attingete dal vostro patrimonio individuale di pietà e di amore, prima di pensare a servirvi dei libri; amate il libro inesauribile dell'umiltà amorosa. è certo buona cosa che un buon libro vi accompagni, per rimettervi in carreggiata quando lo spinto volesse sviarsi e i sensi assopirsi; ma tenete bene a mente che il nostro Buon Maestro preferisce la povertà del nostro cuore anche ai più sublimi pensieri ed affetti presi in prestito da altri.
Sappiate che Gesù vuole il vostro cuore, non quello degli altri; vuole il pensiero e la preghiera di questo cuore, come espressione naturale del nostro amore per Lui. Il non voler andare da Nostro Signore con la propria miseria o povertà umiliata, spesso è frutto di un sottile amor proprio, d'impazienza e di pigrizia; eppure è proprio quello che nostro Signore preferisce, ama e benedice più di ogni altra cosa.
San Pietro Giuliano Eymard

24 MAGGIO 2016
E' significativa la testimonianza di una mistica che il 4 giugno 2000, festa dell'Ascensione, dopo aver assistito alla Santa Messa scrive: "Durante la celebrazione Gesù mi disse: Stamane ti ho permesso che assistiate a questa Messa-spettacolo.
Il piano massonico vuol ridurre la celebrazione eucaristica a un insieme di coreografie e pratiche vuote. Sono stanco di assistere a queste celebrazioni.
Il calice è colmo, e io non posso più trattenere il braccio di mio Padre. I fedeli vengono alla Messa come se andassero a teatro o a una serata di gala. La chiesa è ridotta a un luogo dove si canta, si halla, si.fa.fèsta, ma non si adora Dio con i dovuti modi.
Basta, sono stanco di vedere celebrazioni in cui invece di cercare la gloria di Dia .si cerca la propria gloria e vanità. Basta con questi riti vuoti di tipo orientale, con cui i nemici della Chiesa e la massoneria vogliono ridurre la santa Messa in una mescolanza di varie religioni. Basta!
Pregate, figlie perché i fedeli siano veri cristiani e io non debba più vedere dal mio trono santo celebrazioni di questo genere.
O Chiesa, mia sposa, come sei diventata preda dei miei nemici! Pregate per questi sacerdoti che sono presi e traviati dal demonio. Ricercano solo la propria gloria e la loro personale soddisFazione. Pregate, voi che vi siete offerte per la santificazione del clero e della Chiesa".
Data l'incidenza del segni sulla nostra psiche, le variazioni delle simbologie eucaristiche non possono lasciarci immuni dalle variazioni del sentire religioso, come la Chiesa sta sperimentando in seguito alle riforme della liturgia postconciliare. A questo riguardo occorre evidenziare alcune pesanti aberrazioni pratiche che manifestano come le idee di fondo influiscono sulle impostazioni liturgiche concrete. Eccone alcune.
- All'altare, rivolto verso l'alto per significare l'adorazione della Divina Trascendenza, è subentrata la mensa, che accentua l'aspetto conviviale immanente, in direzione umanistica: l'uomo si pone in primo piano di fronte all'Altissimo (l'umanesimo ateo è lo sbocco naturale del modernismo).
- In luoghi di vacanze giovanili si sono viste specie eucaristiche collocate in cestini lasciati a vista dei passanti.
- Nel novarese sono stati posti tabernacoli abbassati all'altezza del ginocchio, che vengono occultati da corone di fiori mortuari o matrimoniali.
- In un' opera giovanile di Bergamo, dove la cappella è stata ridotta a una sala di discussioni di gruppo, il tabernacolo consisteva in una lanterna trasparente posta all'altezza del ginocchio. In una casa di vacanze a Schilpario il tabernacolo, fatto pure a lanterna e collocato all'altezza del ginocchio, veniva lasciato incustodito, in modo che una bambina poté aprirlo e consumare due volte le particole ivi contenute.
- Gli inginocchiatoi in varie chiese sono stati sostituiti da poltroncine o sedie: ha suscitato sorpresa la sostituzione di poltrone a Santa Maria Maggiore in Roma per disposizione del cardinal Ruini. In chiese parrocchiali del goriziano gli inginocchiatoi sono stati sostituiti da sedie o poltrone, così pure in cappelle domestiche di religiosi a Trento, Gorizia, Trieste, Milano, ecc. Ma il vezzo si è esteso a nuove chiese o cappelle domestiche.