top of page

 19 OTTOBRE 2015

 

E' MAI POSSIBILE?...

 Il Figlio di Dio si è fatto uomo, prese un Cuore per amarci, e dal Suo Cuore emana tale misericordia da sommergere ogni peccato.

 

Ma è mai possibile che Dio ami tanto le nostre anime? Eppure quando Dio volle dare un cibo alla nostra anima, per sostenerla nel pellegrinaggio della vita, girò attorno uno sguardo sul creato, e non trovando nulla di degno guardò se stesso e ci si donò.

 

Sì, cibo dell'anima è il Corpo e il Sangue. Ma non abbiamo fede per comprendere la nostra dignità. Siete in me, ci dice! Sì viviamo in Dio.

 

Tutto sotto i Suoi occhi, tutto per piacere a Lui. Tu lavorerai ed Egli benedirà il tuo lavoro, camminerai e sarà presso di te, soffrirai e asciugherà le tue lacrime. Ripetiamo ogni  giorno:

"Tutto per piacere a Te, mio Dio; ogni mia azione con Te!". Procuriamo di aver un solo pensiero, uno solo, ma fervido, generoso, attivo, indefesso: amare e fare amare Dio.

 

                                                                                      S. Giovanni Maria Vianney

 

 

 

 

     " Quando avrete ricevuto nostro Signore cercate di chiudere gli occhi del corpo e di aprire quelli dell'anima e di vedere Lui nel vostro cuore."

                                                                                              S. Teresa D'Avila

 

 

20 OTTOBRE 2015

 

QUANDO GESU' SCENDE NEL MIO CUORE...

Non posso dire di aver ricevuto spesso delle consolazioni durante i ringraziamenti( della comunione), è forse il momento in cui ne ho meno... Questo lo trovo del tutto naturale perchè mi sono offerta a Gesù non come una persona che desidera ricevere la Sua visita per propria consolazione, ma al contrario per il piacere di Colui che si dona a me.

Mi immagino la mia anima come un terreno libero e prego la Madonna di togliere le macerie che potrebbero impedirgli di essere libero. In seguito La supplico di alzare Lei stessa una vasta tenda degna del Cielo, di decorarla con i Suoi ornamenti e poi invito tutti i Santi e gli Angeli a venire a fare un magnifico concerto.

 

Quando Gesù scende nel mio cuore mi sembra che sia contento di essere accolto così bene e anch'io sono contenta. Tutto ciò non toglie alle distrazioni e al sonno di venire a visitarmi, ma alla fine del ringraziamento, vedendo che l'ho  fatto così male, prendo la decisione di stare in ringraziamento per tutto il resto della giornata.

 

Vede, Madre diletta, quanto sono lontana dall'essere condotta per la via del timore: so trovare sempre il modo di essere felice e di approfittare delle mie miserie. Certo questo non dispiace a Gesù, perchè Egli sembra incoraggiarmi in questo cammino.

Un giorno, contrariamente al mio solito, ero un po' turbata nell'andare a fare la Comunione; mi sembrava che il Buon Dio non fosse contento di me e mi dicevo: "Ah, se oggi ricevo solo metà ostia, ne sarò addolorata, crederò che Gesù viene di malavoglia nel mio cuore". Mi avvicino... oh felicità! Per la prima volta in vita mia, vedo il sacerdote che prende due ostie ben distinte e me le dà!

 

Lei comprende la mia gioia e le dolci lacrime che ho versato, nel vedere una misericordia tanto grande.

                                                                                 

                                           s. Teresa di Lisieux, Manoscritto A 79v°-80r°, in Opere complete

                                                                                                                              Vaticana-OCD 1997

 

 

21 OTTOBRE 2015

 

IL SANTO VIATICO

 

Un altro momento ministeriale della distribuzione dell’ Eucaristia è il Viatico: l’ultima Comunione prima di morire!

 

 Una volta la pratica del Viatico era una bella celebrazione! Si muoveva la Comunità, c’era la processione, c’era un Rituale solenne, si suonavano le campane, c’era una convocazione intorno al Corpo del Signore che andava incontro al suo servo chiamato alla vita eterna; con un Rito, con una Celebrazione! Oggi, è cambiato un po’ tutto.

 

 Ma è proprio vero che il Viatico ha perduto di significato?

 E’ proprio vero che l’ Eucaristia, Viatico per la vita eterna, non è più una realtà visibile dai credenti del nostro tempo?

 E’ proprio vero che bisogna ridurre a clandestinità questo Signore che va incontro a chi l’aspetta come Viatico per la vita eterna?

 

Non ne sono persuaso; anche se vedo i molti problemi che questo fatto comporta, a me sembra che lo zelo sacerdotale dovrebbe essere meno acquiescente e più inventivo perché il Viatico torni ad essere quel momento, così significativo, così manifesto, così proclamativo della vita di un credente che conforta la comunità, mentre dà al credente che abbandona la vita temporale le prime dolcezze, le prime soavità della vita eterna.

 

 Nessuno di noi sa come morirà e quando morirà. Ma tra preti facciamoci l’augurio di un Viatico che non sia clandestino, che non sia in qualche modo cacciato là tra una medicina e l’altra, in un gesto privo di Rito, privo di solennità, privo di commozione in chi lo riceve, e in chi lo distribuisce e in chi vi assiste!

 

                                 Anastasio Ballestrero  in  Mistero d’ amore, Elledici 1994, pp. 66-67

22 OTTOBRE 2015

 

L'ADORAZIONE TRASFORMA IL MONDO

 

L’intimità divina con Cristo, nel silenzio della contemplazione, non ci allontana dai nostri contemporanei, ma, al contrario, ci rende attenti e aperti alle gioie e agli affanni degli uomini e allarga il cuore alle dimensioni del mondo.

 

 

 Essa ci rende solidali verso i nostri fratelli in umanità, in particolare verso i più piccoli, che sono i prediletti del Signore.

 

 

 Attraverso l’adorazione, il cristiano contribuisce misteriosamente alla trasformazione radicale del mondo e alla diffusione del Vangelo. Ogni persona che prega il Salvatore trascina dietro di sè  il mondo intero e lo eleva a Dio.

 

 

Coloro che s’incontrano con il Signore svolgono dunque un eminente servizio; essi presentano a Cristo tutti coloro che non Lo conoscono o che sono lontani da Lui; essi vegliano dinanzi a Lui, in loro nome.

 

 

                             Giovanni Paolo II in Lettera sull’adorazione eucaristica (28.05.1996), n.4

 23 OTTOBRE 2015

 

IL PANE E LA VITA SIA PER I DEBOLI CHE PER I FORTI

 

Siete tiepido, sia pure; questa è una ragione di più per immergervi in quella fornace piena di fuoco. Siete ributtante? Non lo siete per questo tenero Padre, più padre che tutti i padri, e più madre che tutte le madri!

 Quanto più siete malato, debole, tanto più avete bisogno del suo soccorso. Il pane è la vita sia per i deboli che per i forti.

 Se dopo l’ esame non avete la certezza morale, la coscienza fondata  di essere nel peccato mortale, la vostra anima è viva alla grazia. Se perdonate a quelli che vi hanno offeso, anche a voi sono perdonati i vostri falli, e quanto alle negligenze quotidiane, alle distrazioni nella preghiera, ai primi moti di impazienza, vanità, amor proprio, quanto alla vostra pigrizia nello scuoter via la scintilla della tentazione, legate in un fascio tutti questi  germogli del vecchio Adamo e gettateli nel fuoco della carità divina: quel che amore perdona è ben perdonato.

 Ah, non lasciatevi distogliere dalla Sacra Mensa per vani pretesti. Piuttosto, se non volete comunicarvi per voi stessi, comunicatevi per Gesù Cristo. Fare la Comunione per fare piacere a Gesù Cristo è consolarlo dell’abbandono in cui lo lasciano tanti cristiani, è un dirgli che non si è ingannato istituendo questo Sacramento di refezione spirituale. E’ far fruttare i tesori di grazia che Gesù Cristo ha per noi raccolti nell’ Eucaristia, e più ancora è dare all’amore che ha per noi raccolti nell’Eucaristia, e più ancora è dare all’amore che ha per noi nel Sacramento quella espansione che desidera, alla bontà di Gesù la soddisfazione di far del bene, alla Sua regale magnificenza la gloria di espandere le Sue liberalità. Dunque comunicandovi voi date all’Eucaristia la gloria che le è dovuta, mentre se non ci sono comunicanti questo fiume scorre invano, la fornace di amore non infiamma i cuori, il re resta assiso sul trono senza sudditi.

                                                                      s. Pier Giuliano Eymard, La Santa Comunione

24 OTTOBRE 2015

 

DESIDERARE GESU' PER ARDERE DEL SUO FUOCO D'AMORE

"Il cuore si sente come attratto da una forza superiore prima di unirsi a Lui la mattina in sacramento. Ho tale fame e sete prima di riceverlo, che poco non manca che non muoia di affanno... E questa fame e questa sete anzichè rimanere appagata, dopo che l'ho ricevuto in sacramento, si acuisce sempre di più. Allorchè poi sono già in possesso di questo sommo bene, allora sì che la piena della dolcezza è proprio grande che poco manca da non dire a Gesù: basta che non ne posso più.

 

Dimentico quasi di essere nel mondo, la mente ed il cuore non desiderano più nulla e per molto tempo alle volte, anche volontariamente non mi viene fatto di desiderare altre cose".

"Oh potessi, padre mio, un po' contentare Gesù nello stessso modo in cui Lui contenta me! Egli si è totalmente invaghito del mio cuore, che mi fa ardere tutto del Suo fuoco divino, del Suo fuoco d'amore.

Che cosa è questo fuoco che mi investe tutto? Padre mio, se Gesù ci rende così felici in terra, che sarà nel cielo? Mi vado alle volte domandando se vi siamo delle anime che non si sentono bruciare il petto del fuoco divino, specialmente allorchè si trovano dinanzi a Lui in Sacramento. A me sembra ciò impossibile, massimamente se ciò riguarda un sacerdote, un religioso".

 

                                                                                               s.Pio da Pietrelcina in Epistolario I,127.317

 

 

                        " La santa messa ha da essere per i giovanetti e per le fanciulle la prima scuola"

 

                                                                                                                                       s .G.B. Cottolengo

Piccola Nazareth 

  • w-facebook
  • Twitter Clean
  • w-googleplus
bottom of page