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25 NOVEMBRE 2015

L'EUCARISTIA, E' LA PASQUA DELL'UNIVERSO

Nell’Eucaristia, semplici creature come il pane e il vino sono elevate, da un miracolo dell’onnipotenza divina, a divenire il Corpo e il Sangue del Signore Gesù già risorto e glorioso in cielo. E questa potenza di risurrezione, comunicataci dall’Eucaristia, diverrà operante anche nei nostri corpi. <<I  corpi vestiti di lui saranno vestiti di gloria il giorno della risurrezione e le bocche che lo mangiarono canteranno le sue lodi nel regno celeste>> (sant’Efrem).

 

<<Quando il Signore si manifesterà sarà circondato dai suoi servi  buoni, e al suo splendore anch’essi risplenderanno. Quale spettacolo! Vedere una moltitudine innumerevole di luci celebrare una festa solenne senza confronto: intorno a Dio un popolo di dei, belli che circondano il Bello, familiari intorno al loro Signore, che non è geloso di associare i suoi servi al suo splendore e non considera una diminuzione della sua gloria assumere molti nel suo regno. (N. Cabasilas).

 

 << Tutto diverrà luminoso, tutto, penetrato dalla Luce, diverrà  fuoco… Come il corpo del Signore sul Monte Tabor fu glorificato, trasfigurato in gloria divina e in infinita luce, i corpi di tutti i Santi saranno glorificati e traslucidi, poiché come in un solo fuoco si accendono tutte le fiaccole, tutti i corpi dei Santi, membra di Cristo, dovranno diventare come lui >> (Pseudo-Macario).

 

  L’Eucaristia porta in sé  la potenza trasformante della risurrezione di Cristo e l’impronta della vocazione del mondo in Cristo: tutte le cose del Regno di Dio saranno ricapitolate in Cristo (Ef 1,10).

L’ Eucaristia è la Pasqua dell’universo. Essa è la pregustazione del convito eterno del cielo.

 

                                              Un monaco contemplativo in Dio è amore, Elledici1991,pp. 129-130

 

                                      “ E’ dall’Eucaristia che fiorisce la carità fraterna dei cristiani”.

 

                                                                                     Cipriano di Cartagine

 

26 NOVEMBRE 2015

GESU' VIENE IN NOI E CI DA' SE STESSO

 

 Quando invitiamo degli amici a mangiare, facciamo molto di più che offrire del cibo per il loro corpo. Offriamo amicizia, comunione, buona conversazione, intimità, vicinanza. Quando diciamo:   << Serviti… prendine ancora… non essere timido… bevine un altro bicchiere>>, offriamo ai nostri ospiti non soltanto cibo e bevanda, ma anche noi stessi. Cresce un legame spirituale, e noi diventiamo cibo e bevanda l’uno per l’altro.

 

   Questo accade nel modo più completo e perfetto quando Gesù ci dona se stesso nel cibo e nella bevanda. Offrendoci il suo Corpo e il suo Sangue, Gesù ci offre la più intima comunione divina.

 

   Quando ci raccogliamo intorno alla mensa eucaristica e mangiamo dello stesso pane e beviamo dallo stesso calice, dicendo: <<Questo è il  Corpo e il Sangue di Cristo>>, diventiamo il Cristo vivente, qui e ora.

 

   La nostra fede in Gesù non è credere che Gesù, il figlio di Dio, sia vissuto tanto tempo fa, abbia compiuto grandi miracoli, abbia esposto il suo saggio insegnamento, sia morto per noi sulla croce e sia risorto dalla tomba. Significa prima di tutto che accettiamo pienamente la verità che Gesù vive in noi e adempie il suo divino ministero in noi e attraverso di noi.  Questa conoscenza spirituale del Cristo vivente in noi è quella che ci consente di affermare pienamente il mistero dell’incarnazione, della morte e della risurrezione come eventi storici. E’ il Cristo in noi che ci rivela il Cristo nella storia.

 

                                     Henri J.M. Nouwen  in  Pane per il viaggio,  Queriniana  1997,pp. 296-301

 

 

                                          “La base della vita felice di un ragazzo è la comunione”.

                                                                                       s. Giovanni Bosco

 27 NOVEMBRE 2015

ATTRAVERSO L'EUCARISTIA CONTINUA L'INCARNAZIONE

 

Gesu’  è la Parola di Dio, che è scesa dal cielo, è nata dalla Vergine Maria grazie alla potenza dello Spirito Santo, ed è diventata una persona umana.

 

 

Questo è accaduto in un dato tempo e luogo. Ma ogni giorno, quando celebriamo l’Eucaristia, Gesu’ scende dal cielo, prende il pane e il vino, e grazie alla potenza dello Spirito Santo diventa il nostro cibo e la nostra bevanda.

 

 

Attraverso l’Eucaristia l’incarnazione di Dio continua davvero ad accadere in ogni tempo e in ogni luogo.

 

Talvolta potremmo pensare :<<Vorrei essere stato là con Gesù e i suoi apostoli tanto tempo fa!>>. Ma Gesù è più vicino a noi ora di quando era con i suoi amici. Oggi è il nostro pane quotidiano.

 

 

                                        Henri J.M. Nouwen in Pane per il viaggio, Queriniana 1997, p.299

28 NOVEMBRE 2015

IL GESTO PIU' UMANO E PIU' DIVINO

L’Eucaristia è il gesto più comune e più divino immaginabile. Questa è la verità di Gesù. Così umano, eppure così divino; così familiare, eppure così misterioso; così nascosto, eppure così rilevante! Ma questa è la storia di Gesù che, <<pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio…>>(Fil 2,6-7).

 

E’ la storia di Dio che vuole venire vicino a noi, così vicino che possiamo vederlo con i nostri occhi, udirlo con i nostri orecchi, toccarlo con le nostre mani; così vicino che non c’è niente tra noi e lui, niente che separi, niente che divida, niente che crei distanza. Gesù è Dio- per- noi, Dio- con- noi, Dio- in –noi. Gesù è Dio che si dona completamente, che elargisce se stesso a noi senza riserve.

 

E’ questo intenso desiderio di Dio di entrare nella relazione più intima con noi che costituisce il nucleo della celebrazione eucaristica e della vita eucaristica. Dio non soltanto vuole entrare nella storia umana divenendo una persona che vive in un’epoca specifica e in un paese specifico, ma egli vuole diventare il nostro cibo e la nostra bevanda quotidiani in ogni tempo e in ogni luogo.

La comunione è ciò che Dio vuole e che noi vogliamo. E’ il grido più profondo del cuore di Dio e del nostro, poiché siamo fatti con un cuore che può essere soddisfatto soltanto da Colui che lo ha fatto. Dio ha creato nel nostro cuore una sete di comunione che nessuno, ad eccezione di Dio, può e vuole appagare. Dio sa questo. Invece noi raramente. Continuiamo a cercare da qualche altra parte quell’esperienza di appartenenza.

 

Eppure, se abbiamo pianto le nostre perdite, se lo abbiamo ascoltato lungo il cammino e se lo abbiamo invitato a entrare nel nostro essere più recondito, sapremo che la comunione che abbiamo aspettato di ricevere è la stessa comunione che egli ha aspettato di dare.

 

                    Henri J.M. Nouwen in La forza della sua presenza, Queriniana 2002, pp. 59.62-63

 

 29 NOVEMBRE 2015

CRISTO E' TUTTO  PER NOI

 

Cristo è tutto per noi

Se vuoi curare una ferita,

egli è medico.

Se sei riarso dalla febbre,

egli è fontana.

Se sei oppresso dalla colpa,

egli è giustizia.

Se hai bisogno di aiuto,

egli è forza.

Se temi la morte,

egli è vita.

Se desideri il cielo, egli è via.

Se fuggi le tenebre,

egli è luce.

Se cerchi cibo,

egli è nutrimento.

Gustate, dunque,

e vedete quanto è buono il Signore;

felice l’uomo che spera in lui (cf Sal 34,9).

 

                                                                        s. Ambrogio in La verginità, 16,99

 

                                        “Parlando della ss. Eucaristia diceva spesso ai giovani:

                                                       cari giovani, vogliamo essere allegri e contenti?

                                                       Amiamo con tutto il cuore Gesù in Sacramento".

 

                                                                                        s. Giovanni Bosco

30 NOVEMBRE 2015

DIO E' VENUTO A NOI IN UN CORPO

Il più grande mistero della fede cristiana è che Dio è venuto a noi in un corpo, ha sofferto per noi nel corpo e risorto nel corpo e ci ha dato come cibo il suo corpo.

Nessuna religione prende così sul serio il corpo come la religione cristiana. Il corpo non è visto come un nemico o una prigione dello Spirito, ma viene celebrato come il tempio dello Spirito. Attraverso la nascita, vita, morte e risurrezione di Gesù il corpo umano è diventato parte della vita stessa di Dio.

 

Mangiando il Corpo di Cristo, i nostri stessi fragili corpi sono diventati intimamente uniti al Cristo risorto e perciò pronti ad essere innalzati con lui nella vita divina.

E’ in comunione con il Corpo di Cristo che arrivo a conoscere il pieno significato del mio stesso corpo. Il mio corpo è molto più di uno strumento mortale di piacere e dolore. E’ una casa dove Dio vuole manifestare la pienezza della gloria divina.

 

Questa verità è il fondamento più profondo per la vita morale. Abusare del corpo-sia esso psicologico (per es. fare paura), fisico (per es. la tortura), economico (ad es. sfruttamento), o sessuale ( per es. edonismo)- non è altro che una distorsione del vero destino umano: vivere eternamente con Dio nel corpo. La cura amorosa  riservata ai nostri corpi e a quello degli altri è perciò un vero atto spirituale, per il fatto che rende il corpo più prossimo alla sua esistenza gloriosa.

 

Mi chiedo come posso portare questo buon annuncio alle molte persone per le quali il loro corpo è poco più che una fonte illimitata di piacere o un’interminabile fonte di dolore. La festa del Corpo di Cristo ci è data proprio per capire pienamente il mistero del corpo e aiutarci a trovare i modi per vivere rispettosamente e gioiosamente nel nostro corpo attendendo di partecipare alla vita risorta con Dio.

 

                                            Henri J.M. Nouwen in Semi di speranza, Gribaudi 1998, pp. 166-168

 

Piccola Nazareth 

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