

7 FEBBRAIO 2016
IL CALICE DELL'ALLEANZA
Sull’altare, accanto al Libro, ecco il calice. La parte più misteriosa e sacra della liturgia eucaristica si svolge attorno al calice di Gesù, che contiene il suo Sangue prezioso. Gesù è il nostro Salvatore, e noi partecipiamo misticamente al suo Corpo, la santa Chiesa. La vita cristiana è sacrificio. Nel sacrificio animato dalla carità sta il merito della nostra conformità a ciò che fu lo scopo finale della vita terrena di Gesù, fattosi nostro fratello, sacrificatosi e morto per noi, al fine di assicurare nella consumazione della vita umana la nostra gioia e la nostra gloria nei secoli eterni.
Il calice sull’altare e i riti che congiungono il pane e il vino consacrati in un solo Sacramento, segnano il punto più alto, la sublimità dell’unione tra Dio e l’uomo e la perfezione della professione cristiana. (Come dice Bossuet:) << Non vi è perfezione di pratica e di vita cristiana se non nella partecipazione all’eucaristico convito>>.
E’ dall’altare; è da questo monte santo che dobbiamo guardare le cose terrene, giudicarle e servircene. Anche le questioni più gravi, in cui talora si dilania l’umana convivenza, di là devono prendere il principio di una giusta soluzione.
L’esercizio della bontà, che promana dalla familiarità con la Comunione Eucaristica, fa risplendere nell’uomo l’immagine del suo Creatore a tal punto che il cristiano riesce ad esprimere in se stesso i tratti caratteristici del volto di Cristo.
Giovanni XXIII in Discorsi Messaggi Colloqui del S. Padre Giovanni XXIII
Tip. Vaticana 1963, Vol. I, pp. 41-42
“Se avete qualche pena, riconciliatevi
ma non lasciate la comunione”
s. G.B. Cottolengo

8 FEBBRAIO 2016
IL CORPO E IL SANGUE DI CRISTO, SEGNO DELL'ALLEANZA DI DIO COL SUO POPOLO
I testi dell’istituzione ci presentano Gesù nell’atto di donare il corpo e il sangue, cioè tutta la persona. Il pane e il vino diventano realmente Gesù sacrificato per noi.
Nell’ Eucaristia Gesù si consegna a noi, riattualizzando quella consegna di sé operata definitivamente sulla Croce, di cui l’Ultima Cena è l’anticipazione profetica. Ma questo fatto si colloca sullo sfondo dell’alleanza di Dio col popolo, richiamata espressamente dalla parola di Gesù << Questo è il mio sangue dell’alleanza>> (Mt 26,28).
L’alleanza dice il legame profondo che univa l’antico Israele con Dio e lo faceva <<suo popolo>>: il dono del Cristo sacrificato per noi ha come fine la creazione del nuovo popolo di Dio.
L’alleanza ricorda l’instancabile amore con cui Dio, fin dalla creazione, ha trattato l’uomo come amico, ha promesso una salvezza dopo il peccato, ha scelto i patriarchi, ha liberato Israele dall’Egitto, l’ha accompagnato nel cammino attraverso il deserto, l’ha introdotto nella terra promessa segno dei misteriosi beni futuri,l’ha aperto alla speranza con la promessa del Messia e dello Spirito.
Collegando l’Eucaristia con l’alleanza Gesù vuol dire che l’Eucaristia dona a noi la forza di lasciarci totalmente attrarre nel movimento dell’amore misericordioso di Dio annunciato nell’Antico Testamento, celebrato definitivamente nella Pasqua e culminante nella pienezza escatologica: <<nell’attesa della sua venuta>>.
Carlo M. Martini in Attirerò tutti a me, n.10
“La comunione è quella che ritempra la virtù”
s. G.B. Cottolengo

9 FEBBRAIO 2016
ESSERE OFFERTI IN CIO'CHE SI OFFRE
L’uomo stesso consacrato nel nome di Dio e a lui promesso, in quanto muore al mondo per vivere Dio, è un sacrificio. Quando castighiamo anche il nostro corpo con la temperanza, se lo facciamo, come è dovere, in relazione a Dio per non offrire le nostre membra come armi d’iniquità al peccato, ma come armi di giustizia a Dio, anche questo è sacrificio. A più forte ragione dunque diviene sacrificio l’anima stessa quando si pone in relazione con Dio affinchè, accesa dal fuoco del suo amore, perda la forma della terrena passione.
I veri sacrifici sono le opere di misericordia verso noi stessi e verso il prossimo che sono riferite a Dio. Ne consegue dunque che tutta la città redenta, cioè l’assemblea comunitaria dei santi (cioè dei cristiani), viene offerta a Dio come sacrificio universale per la mediazione del sacerdote grande (cioè Cristo) che nella passione offrì se stesso per noi nella forma di servo perché fossimo il corpo di un capo così grande.
Ha immolato la forma di servo (cioè la condizione umana che Cristo ha assunto in piena solidarietà con noi), in essa è stato immolato, perché in essa mediatore, sacerdote e sacrificio.
L’Apostolo dunque ci ha esortato a presentare il nostro corpo come offerta viva, santa e gradita a Dio, come nostro ossequio ragionevole, a non conformarci al mondo che passa ma a riformarci nel rinnovamento della coscienza, per renderci consapevoli qual è la volontà di Dio, l’azione buona, gradita e perfetta. E questo sacrificio siamo noi stessi. Questo è il sacrificio dei cristiani: <<Molti e un solo corpo in Cristo>> (Rm 12,5). La Chiesa celebra questo mistero col sacramento dell’altare, noto ai fedeli, perché in esso le si rivela che nella cosa che offre essa stessa è offerta.
S. Agostino in la Città di Dio, 10,6

10 FEBBRAIO 2016
l'EUCARISTIA: MEMORIALE DEL MISTERO PASQUALE (1)
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L’Eucaristia: memoriale del mistero pasquale. Voglio spiegarvi queste parole un po’ difficili. Lo farò con un’immagine e con la formula del Credo. Pensate al disegno della lettera <<V>>. Partiamo dall’alto di uno dei lati e iniziamo a scendere:<<Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo>>. Tocchiamo, poi, il suo vertice più basso:<<E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria, si è fatto uomo, fu crocifisso per noi, morì e fu sepolto>>. Il Signore… è sceso sotto terra!
Come a cercare un gancio per afferrare il globo intero e portarlo su. Iniziamo ora a risalire lungo l’altra asta della nostra <<V>>: <<Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre>>.
In questo percorso è il mistero pasquale. Il mistero pasquale è il compendio della storia della salvezza, tutta incentrata sulla vita di Gesù, del Dio che si abbassa, si china. Per la nostra salvezza discese dal cielo. Per la nostra salvezza: questo è il mistero pasquale. La parte finale del Credo, chiaramente, è quella più gonfia di sangue, vorrei dire quella più sanguigna, quella più forte: la morte e la risurrezione. <<Morì e fu sepolto, il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture>>.
E poi il resto:<<Siede alla destra del Padre…>>. Il compendio della storia della salvezza è nella vita di Gesù, in particolare nella sua morte e risurrezione: questa è l’Eucaristia come memoriale del mistero pasquale, l’Eucaristia come dimensione rivolta al passato. Ma non come memoria, come memoriale!
Antonio Bello in Laudate e benedicete, Insieme 1998, pp. 27-28

11 FEBBRAIO 2016
MARIA E L'EUCARISTIA A LOURDES
E’ giusto riconoscere che in questi ultimi tempi tutti i santuari di Maria, sparsi nel mondo, specialmente i più noti, sono divenuti centri di devozione eucaristica, come se la Madre di Gesù là sia apparsa o sia venerata per condurre i fedeli all’adorazione e all’amore del suo benedetto Figlio.
In linguaggio liturgico si chiama ostensorio il vaso radiante che espone allo sguardo del popolo il sacro Corpo del Salvatore. Ora a Lourdes il compito glorioso e materno di Maria è giusto questo: di servire il prezioso ostensorio che contiene Gesù: e ancora lo mostra alla turba credente e pia.
La processione eucaristica di ogni giorno nel pomeriggio a Lourdes è infatti la rinnovazione del passaggio di Gesù, vivente sulla terra, in atto di insegnare e di spargere sulla folla le meraviglie della sua carità.
Angelo Giuseppe Roncalli in Discorso al Congresso Eucaristico Mariano di Faenza, 14 settembre 1958
"Cristo si spezza e si dona a noi e ne diventiamo padroni in assoluto.
Che cosa sarà di questa presa di possesso della persona di Cristo?
Sarà una grazia infinita oppure un delitto infinito?
Dipende da noi, da me:
sono io che scelgo la comunione che voglio avere.
Gesù si fa dipendente, si abbandona".
P. Andrea Gasparino

12 FEBBRAIO 2016
L'EUCARISTIA : MEMORIALE DEL MISTERO PASQUALE(2)
La memoria è la discesa della nostra mente fino alle realtà passate. Rievochiamo gli avvenimenti, corriamo verso di loro: quattro novembre, festa della vittoria, venticinquesimo di matrimonio… rievochiamo.
Siamo cioè noi che, rimanendo nella nostra posizione, andiamo con la mente a raggiungere i fatti del passato. E’ come scendere dall’ottavo piano fino al pianterreno. Memoriale, invece, significa inversione delle cose; significa la salita degli avvenimenti fino a noi, al punto che l’acqua che sale trascina, avvolge tutti quanti e <<naufragare ci è dolce in questo mare>>.
Ecco allora che cos’è il memoriale della Passione: quando celebriamo la Messa non ricordiamo solo la nascita del Signore, ricordiamo tutto; così come a Pasqua ricordiamo la nascita di Gesù, e a Natale ricordiamo anche la sua morte, la sua sepoltura e la sua risurrezione.
E’ sempre Pasqua: morte e risurrezione, sempre.
Tutto il mistero pasquale giunge fino a noi, e noi ne siamo coinvolti: Gesù diventa nostro contemporaneo.
Antonio Bello in Laudate e benedicete, Insieme 1998, pp. 28-29
“La frequente Comunione è una grande colonna
sopra di cui poggia un polo del mondo;
la devozione poi alla Madonna
è l’altra colonna sopra cui poggia l’altro polo”.
s. Giovanni Bosco