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7 LUGLIO 2016

I PRIMI SEI GIOVEDI' DI MESE

 

RICHIESTE E PROMESSE DI GESU' ALLA BEATA MARIA ALEXANDRINA da COSTA

 

 

 

"Mia figlia, fa' che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucarestia.

 

Di' in mio nome che a quanti faranno bene la Santa Comunione, 

con sincera umiltà, fervore e amore per i primi 6 giovedì consecutivi 

e passeranno un'ora di Adorazione davanti al Mio Tabernacolo 

in intima unione con Me, prometto il cielo.

 

Di' che onorino attraverso l'eucaristia le Mie Sante Piaghe, 

onorando per prima quella della Mia sacra spalla, così poco ricordata.

 

Chi al ricordo delle Mie Piaghe unirà quello dei dolori della Mia Madre benedetta 

e per loro Ci chiederà grazie spirituali o corporali, ha la Mia promessa che saranno accordate, 

a meno che non siano di danno per la loro anima.

 

Nel momento della loro morte condurrò con Me la Mia Santissima Madre per difenderli." (25-02-1949)

 

" Parla dell'Eucaristia, prova dell'Amore infinito: è l'alimento delle anime.

Di' alle anime che Mi amano, che vivano unite a Me durante il loro lavoro; 

nelle loro case, sia di girono che di notte, si inginocchino sovente in spirito, e a capo chino dicano:

 

Gesù, vi adoro in ogni luogo

dove abitate Sacramentato;

Vi faccio compagnia per coloro che Vi disprezzano,

Vi amo per coloro che non Vi amano,

Vi dò sollievo per coloro che Vi offendono.

Gesù, venite al mio cuore!

 

Questi momenti saranno per Me di grande gioia e consolazione.

Quali crimini si commettono contro di Me nella Eucaristia!"

 

8 LUGLIO 2016

CONCLUSIONE

 

 

La conclusione della Messa è brevissima. Prima di stendere le mani sopra il popolo per la benedizione, il sacerdote dice per la quarta volta: "Il Signore sia con voi": la benedizione infatti è un momento importante e solenne. Essa viene pronunciata in vario modo, con parole diverse nelle varie festività, ma è conclusa sempre da un segno di croce tracciato sopra l'assemblea nel nome della Ss.ma Trinità.

 

 

Quel segno vorrebbe comunicare a tutti la pienezza dell'amore di Dio, che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito". Ogni fedele accoglie la benedizione tracciando su di sè il segno della croce, come all'inizio della celebrazione.

 

 

La benedizione trasmette forza e serenità per compiere il proprio servizio nel regno di Dio, un servizio sempre nuovo, importante, prezioso per la comunità ecclesiale, per la propria famiglia e per la società.

 

 

Questa benedizione prepara ad accogliere il mandato: Andate in pace! Questo non è un congedo, ma la trasmissione di un incarico: " Ora, che ti sei nutrito della Parola e del Pane di vita, va' a comunicarne la sapienza e la forza a quanti incontrerai. Ora che ti sei unito al tuo Dio, va' a portarne la luce nel mondo. Ora che sei stato arricchito dei beni celesti, va' a condividerli con coloro che non li conoscono ancora. Ora che vivi la vera pace, portala con te nel mondo, perché molti l'attingano da te come da una fonte sicura! Ora sei missionario di Dio, mandato come il Figlio: fa' in modo che altri lo possano conoscere e incontrare.

 

 

 Non farai il predicatore, ma vivrai in modo tale da generare ammirazione, così che qualcuno ti chieda spiegazione del tuo comportamento, e allora parlerai del tuo Signore e della Chiesa che te lo ha fatto incontrare e che te ne dona ogni giorno la Parola e la presenza "! 

 

                                                                                                                                                   

 

                                                                                                                                             DON VIRGILIO COVI

9 LUGLIO 2016

LA SOBRIA EBBREZZA

Per quanto riguarda le emozioni nel vivere l’Eucaristia, Teresa d’Avila scrisse alle consorelle: << Nel Santissimo Sacramento l’anima trova tutte le consolazioni e i piaceri da qualsiasi punto di vista si guardi. E quando ha cominciato a sentire il Salvatore, non le sarà pesante sopportare qualsiasi prova, la persecuzione o il tormento>>.

 

 

 

Invece il suo contemporaneo e amico san Giovanni della Croce affermò: <<L’effetto meno significativo che produce l’Eucaristia è quello che tocca il nostro sentire, mentre l’effetto più grande è quello non visibile, è la grazia che egli dà>>.

 

 

 

Tutte e due i concetti sono veri. Sarebbe sbagliato disprezzare la consolazione che il Signore ci dà qualche volta da vivere per poi essere più coraggiosi nelle prove. Allo stesso modo sarebbe sciocco concentrarsi sui sentimenti laddove si tratta della grazia di Dio che porta frutti che trascendono infinitamente qualsiasi sensazione piacevole.

 

 

 

Sant’Ambrogio sintetizzo così questa realtà interiore: <<Ogni volta che bevi (il sangue del Signore), ricevi il perdono dei peccati e t’inebri spiritualmente. Chi si ubriaca dello Spirito ha radici forti in Cristo. L’ubriachezza santa rende il cuore sobrio>>.

 

 

                                                  Vojtech Kodet, Provinciale carmelitani della Repubblica ceca

10 LUGLIO 2016

SULL'ALTARE DEL MONDO

Nell' "Ecclesia de Eucharistia", Giovanni Paolo II ha ricordato in maniera del tutto personale i suoi anni  di sacerdozio, quando celebrava la messa sui sentieri di montagna, sulle rive dei laghi, sulle spiagge del mare, negli stadi e sulle piazze; in quelle occasioni poteva letteralmente sperimentare la dimensione cosmica dell’Eucaristia.

 

Ha potuto percepire come il Figlio di Dio è diventato per noi uomo <<perché in un atto supremo di lode ha reso così tutto il creato di nuovo a colui che l’ha creato dal nulla>>. Il mondo che è uscito dalle mani di Dio torna di nuovo al Padre redento da Cristo.

 

Questa dimensione universale dell’Eucaristia era stata già percepita da Pierre Teilhard de Chardin quando, nella sua visione profetica, chiamava il mondo l’ostia cosmica, che nella collaborazione fra Dio e l’uomo deve essere offerta per la consacrazione: <<Una grande ostia  cosmica dovrebbe essere preparata e impastata dalle mani che lavorano la farina e dovrebbe giungere fino alle mani che la consacrano nello spirito  dell’adorazione>>.

 

 

All’opera della redenzione partecipa tutto il creato, tutto il cosmo. La dimensione universale della salvezza forse ci supera di molto, ma la consapevolezza del fatto che il Signore con la sua incarnazione, morte e resurrezione ha redento e santificato tutto l’universo ci porta verso la riscoperta di tutto il creato.

 

In ogni messa possiamo portare sull’altare, per la consacrazione, tutto il creato e sentire così questa unione fra il cielo e la terra, di cui scrisse Giovanni Paolo II.

 

 

                                                  Vojtech Kodet, Provinciale carmelitani della Repubblica ceca

 

11 LUGLIO 2016

PREGARE CON IL CRISTO TOTALE

 

Pregare con Gesù presente in te, pregare con Gesù presente nell'Eucaristia, pregare con Gesù presente nell'universo intero. Sappi captare nel creato le ondulazioni divine e amplificarle, sintonizzandole con quella misteriosa trasmissione che dal tabernacolo sale al cielo.

Pensa alle migliaia di uomini che, senza fede e senza speranza, si trovano nel lavoro, nella sofferenza, nella discriminazione ...Prendi questa vita sciupata e valorizzala, raccogliendo quella preghiera im-plicita nell'atto umano e inserendola in Cristo perché diventi sua preghiera.

Ricordati anche che tu, unita a Cristo, sei membro vivo e operante del suo Corpo Mistico, cioè della Chiesa militante, purgante, trionfante.

In questa invisibile, ma reale unione con tutti coloro che vivono in Cristo, la tua preghiera diventa la loro preghiera, la loro preghiera diventa la tua preghiera.

Immersa in questo "corpo orante e adorante", tu preghi, ma non sei più tu che preghi, bensì è Cristo che prega in te. Cristo è divenuto tua preghiera. Prendi questo Gesù, che si è fatto voce di ogni creatura, e offrilo al Padre: "Gesù, ti offro!". E'l'unica preghiera che giunge gradita al cuore di Dio e che da Dio si riversa, come benefica rugiada, su tutta l'umanità.

In Cristo, tua preghiera, ogni parola:

 

- è come un raggio che tu aggiungi alla gloria accidentale di Dio;

 

- è un grado di perfezione che porti alla tua anima;

 

- è un dono che offri ai tuoi cari;

 

- è una goccia di balsamo che fai cadere in un povero cuore triste e sfiduciato;

 

- è un raggio di luce che fai penetrare in un animo incerto e dubbioso;

 

- è un sostegno che offri ad un missionario;

 

- è una grazia speciale che fai scendere nell'animo di un moribondo o di colui che in quel momento ne ha maggior necessità;

 

- è una forza con cui annulli l'offesa che dalla terra sale al cielo;

 

 

- è un grido di amore, di speranza, di gioia, di fiducia, di abbandono, che emetti nella certezza che a quel grido sussulterà un cuore, il cuore del Padre.

 

Questa è la tua preghiera!

 

Gesù, tu sei la mia preghiera!

                                                      SQUARCI DI CATECHISMO EUCARISTICO

                                                      P. Emilio Santini - Volume II - Associazione Eucaristica Riparatrice Loreto

12 LUGLIO 2016

GESU' INSEGNAMI AD ASCOLTARTI

 

 

Anima eucaristica riparatrice, forse anche tu ti sarai lamentata: "Il Signore non mi ascolta!". Però stai attenta a non avere la pretesa di essere ascoltata senza alcuna disposizione ad ascoltare.

 

Il Signore, nella sua infinita misericordia, è sempre in attesa di una risposta alla sua parola.

"Ma io non sento nulla!", potresti rispondermi. Ti credo, perché ti sei così abituata alla Parola del Signore che non attira più la tua attenzione.

Considera bene quello che ti succede quando ascolti o leggi la Parola di Dio. è come il seme della parabola del Vangelo, che cade in parte sulla strada, tra le pietre, tra le spine ... di conseguenza non produce frutto.

Questo può avvenire anche in te: ascolti e non comprendi, senti e dimentichi. Per cui, se vuoi che in te produca frutto, devi trasformare il tuo animo in terreno buono.

Entra, quindi, in te stessa e getta via i ciottoli, sradica le spine e le erbe cattive.

 

Non ti preoccupare, non ti avvilire, perché il divino Agricoltore è con te, abita e vive in te.

La Messa, la Comunione, l'Adorazione debbono renderti sempre più convinta della presenza di Gesù in te e che è una presenza non statica, ma dinamica. Ti parla, ti invita, ti richiama senza mai stancarsi, come l'amante più tenero e affettuoso segue la persona amata. Se sapessi sentirlo, ascoltarlo!

Conoscendo la tua disattenzione, rivolgigli con fiducia la preghiera:

 

"Gesù, insegnami ad ascoltarti!"

 

Se la tua domanda è sincera, se veramente viene dal cuore, Gesù non può non esaudirla, perché è Lui stesso che suscita in te questo desiderio.

 

 

E viene in tuo soccorso, facendoti conoscere ciò che disturba quell'intima trasmissione che intercorre tra te e Lui, e nello stesso tempo ti offre la capacità di annullare le interferenze.

 

                                                                           

 

 

                                                                     SQUARCI DI CATECHISMO EUCARISTICO

                                                                     P. Emilio Santini - Volume II - Associazione Eucaristica Riparatrice Loreto

 

Piccola Nazareth 

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