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10 MAGGIO 2015

 

 Rivestirsi dei meriti e dei desideri di Maria 

 

Comunicarsi equivale a rendere una nuova vita a Gesù Cristo che Egli stesso consacrerà alla gloria del Padre suo.

Gesù lavora, soffre in un suo membro;  è una meravigliosa unione in cui l’uomo opera e Gesù dà la grazia, l’uomo acquista meriti e Gesù glorifica il Padre suo.

Perfezionatevi per poter fare la Comunione…

Al mattino praticate le virtù per ringraziare nostro Signore di essersi dato a voi; la sera praticate la virtù per prepararvi  alla prossima Comunione.

Ciascuna azione non è che un piccolo fiore offerto prima che appassisca.

Così la pietà è viva e il cuore è sempre in moto verso Gesù.

Quando andrete alla Comunione, rivestitevi dei meriti, dei desideri di Maria e comunicatevi con la sua fede e con il suo amore.

Non tocca forse alla madre di adornare, anche adoperando i propri monili, la figlia nel giorno delle nozze?

A Cana non ha Maria prevenuto la confusione degli sposi e coperta la loro povertà?

Oh, si: la migliore preparazione alla Comunione è quella che si fa per mezzo di Maria.

Gesù verrà più volentieri se vede nell’anima la Santissima sua Madre!

Durante il ringraziamento avete a vostra disposizione il Re del cielo e della terra, il Salvatore, con le mani piene di grazie per appagare tutti i vostri desideri.

Domandate, domandate molto.

Gesù è cosa vostra.

Fate dunque valere questo talento: il Padre Celeste ve lo ha dato, è vostro pienamente.

Domandate nel nome di Gesù Cristo!

Qualunque cosa Dio vi accordi, voi la pagate con un prezzo sovrabbondante:

Gesù vale più di tutte le grazie, e se Dio vi dà il paradiso, è ancora debitore verso di voi.

S. PIER GIULIANO EYMARD

 

 

 

 

 

 

11 MAGGIO 2015

 

La prima comunione della Madonna

 

 

Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio Gesù per essere uomo come noi.

Era il giorno della prima comunione della Madonna, il giorno che ricevette Gesù nel suo grembo.

Dal momento che ricevette Gesù nel suo grembo, la Madonna partì molto presto per dare l’annuncio a San Giovanni Battista.

Gesù si è dato per voi e per me; Gesù si è fatto pane di vita affinchè voi ed io possiamo mangiare e vivere.

Si è fatto pane di vita per soddisfare la nostra fame di Dio.

Nello stesso tempo si è fatto l’affamato, affinchè noi possiamo soddisfare la sua fame di amore.

                                                                                             

 

 BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA

 

12 MAGGIO 2015

 

Nato per noi da Maria Vergine

 

Nell’Eucaristia, il sacramento della Redenzione dell’uomo e del mondo, il sacramento più grande della chiesa, adoriamo il Santissimo Corpo di Cristo:

è il corpo “nato da Maria Vergine”.

“ Ave, verum Corpus natum ex Maria Virgine…”

(Ave, o vero Corpo, nato da Maria Vergine…).

Mentre vogliamo manifestare il particolare culto verso l’Eucaristia, verso il Santissimo Corpo di Cristo, i nostri pensieri si rivolgono a Colei, dalla quale Dio, il Figlio di Dio, ha preso questo corpo: alla Vergine, il cui nome è Maria.

Salutiamo, quindi, con venerazione e amore quel Corpo dell’Eterno Verbo e Colei che, come Madre, ha dato il corpo all’ Eterno Verbo.

Questo corpo è il sacramento della Redenzione dell’uomo e del mondo:

“Vere passum, immolatum in cruce pro homine”

( Veramente patì, fu immolato sulla croce per l’uomo).

Questo corpo martirizzato fino alla morte sulla croce, insieme al sangue versato in segno della Nuova ed Eterna Alleanza, è diventato il sacramento più grande della Chiesa, al quale oggi desideriamo rendere particolare adorazione, dimostrare particolare gratitudine.

Infatti , questo Corpo è veramente il cibo, così come il Sangue è veramente la bevanda delle nostre anime, sotto le specie del pane e del vino.

Ristora le forze interiori dell’uomo e fortifica nel cammino sulla strada dell’eternità. Già qui sulla terra ci permette di pregustare quell’unione con Dio nella verità e nell’ amore, alla quale ci chiama il Padre, in Cristo suo Figlio.

Perciò l’ultima invocazione:

“esto nobis praegustatum mortis in examine!”

(sii nostro conforto nell’ultimo passaggio!).

Che noi tutti possiamo riceverti, Corpo di Dio, nell’ultima ora della nostra vita terrena, prima di apparire davanti al cospetto di Dio!

GIOVANNI PAOLO II Angelus, 8 giugno 1980

 

 

7 MAGGIO 2015

 

La Madre di Dio ci parla di Lui

 

Cosa ci dice di Dio questo titolo di Maria? Ci parla anzitutto dell’umiltà di Dio.

Dio ha voluto avere una madre! E pensare che, nello sviluppo del pensiero umano, siamo arrivati a un punto in cui vi sono pensatori che provano perfino strano e quasi offensivo per un essere umano avere avuto una madre, perché questo significa dipendere radicalmente da qualcuno, non essersi fatto da sè, non poter progettare interamente da soli la propria esistenza.

L’uomo, da sempre, cerca Dio in alto. Cerca di costruire, con i suoi sforzi ascetici o intellettuali, una specie di piramide, pensando che al vertice di essa troverà Dio, o il suo equivalente, che in alcuni religioni è il nulla.

E non si accorge che Dio è sceso e ha rovesciato la piramide; si è messo Lui stesso alla base, per portare su di sè tutto e tutti.

Dio si fa presente silenziosamente nella viscere di una donna.

Davvero bisogna dire: "Questa cosa è credibile proprio perché è una pazzia; è certa proprio perché è impossibile; è divina proprio perché non è da uomini (cf Tertulliano, Sulla carne di Cristo 5,4)". Che contrasto con il dio dei filosofi!

Che doccia fredda per l’orgoglio umano e che invito all’umiltà!

Dio scese nel cuore stesso della materia, perché madre, ”mater”, deriva da materia, nel senso più nobile del termine, che indica concretezza e realtà,

o anche metro, misura. Il Dio che si fa carne nel seno di una donna è lo stesso che si fa presente nella materia e nel mondo, nell’ Eucaristia.

È un' economia e un unico stile.

Sant’Ireneo ha ragione di dire che chi non può capire la nascita di Dio da Maria, non può capire neppure l’Eucaristia.

Tutto ciò proclama anche, e meglio di ogni parola, che il Dio Cristo è grazia; che si ottiene per via di dono e non di conquista.

RANIERO CANTALAMESSA in "Maria, uno specchio per la Chiesa", ancora 1990,  pp. 76 - 77

 

 

8 MAGGIO 2015

 

La Madre di Dio è la tavola mistica

 

Colei che ha generato secondo la carne la Sapienza stessa, ora propriamente la imita e presenta benevolmente per il convito tutta se stessa come una tavola mistica e celeste, preparata per coloro che sono iniziati spiritualmente alle cose divine: non immolando vittime o versando bevande fuori dalla coppa come una volta erano quelle sacre vittime e quella coppa accoglitrice nel nettare divinamente perfetto, ma presentando manifestamente le visioni veramente divine ed eccelse dei misteri che la riguardano.

Invitando quindi ad esse noi che ci siamo qui raccolti, Ella, l’iniziatrice della festa, da se stessa manifesta proprio da qui quanto è grande la causa della Sapienza e in un certo modo mostra se stessa come tavola santissima, perché ha portato nel suo seno provvidenzialmente tutto intero il pane vivificante, Gesù Cristo nostro Signore e Dio, vita eterna, sostenitore della creazione, reso pane dal lievito della pasta di Adamo: il pane, che eleva ad una vita più nuova coloro che sacralmente si accostano ad esso e li rende divinamente perfetti, proprio nel modo in cui li purifica  li rende immortali, essendo diventati affini a Lui secondo la partecipazione alla nuova e reale comunanza con lui.

 

ANDREA DI CRETA in "Omelie mariane", VI.

 

 

"Dicono alcuni che per comunicarsi spesso bisogna essere santi.

Non è vero. Questo è un inganno!

La comunione è per chi vuol farsi santo, non è per i santi; i rimedi si danno ai malati, come il cibo si dà ai deboli."

 

S. Giovanni Bosco. 

 

9 MAGGIO 2015

 

Alla radice dell'Eucarestia la vita di Maria

 

Alla radice dell’Eucaristia c’è la vita verginale e materna di Maria, la sua traboccante esperienza di Dio, il suo cammino di fede e di amore, che fece, per opera dello Spirito Santo, della sua carne un tempio, del suo cuore un altare: poiché concepì non secondo natura, ma mediante la fede, con atto libero e cosciente: un atto di obbedienza.

E se il Corpo che noi mangiamo e il Sangue che beviamo è il dono inestimabile del Signore risorto a noi viatori,  esso porta ancora in sé, come Pane fragrante, il sapore e il profumo della Vergine Madre.

Nato dalla Vergine per essere oblazione pura, santa ed immacolata, Cristo compì sull’altare della Croce il sacrificio unico e perfetto, che ogni Messa in modo incruento, rinnova e rende attuale.

A quell’unico sacrificio ebbe parte attiva Maria, la prima redenta, la Madre della Chiesa.

Stette accanto al Crocifisso, soffrendo profondamente col suo Unigenito; si associò con animo materno al suo sacrificio; acconsentì  con amore alla sua immolazione (cf LG 58): Lo offrì e si offrì al Padre.

Ogni Eucaristia è memoriale di quel Sacrificio e della Pasqua che ridonò vita al mondo; ogni Messa  ci pone in comunione intima con Lei, la Madre di cui sacrificio “ritorna presente “, come “ritorna  presente”  il sacrificio  del figlio alle parole della Consacrazione del pane e del vino pronunciate dal sacerdote.

 

GIOVANNI PAOLO II all’Angelus, 5 giugno 1983

 

"Lungi dal tabernacolo, ogni opera si fonda sull’arena, ogni più bell’entusiasmo di pietà si inaridisce e si spegne."

 

S. Pio X

 

Piccola Nazareth 

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