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7 MAGGIO 2016

I SETTE PECCATI CONTRO L'EUCARISTIA

Perché  sia salda la chiarezza della fede nella Presenza eucaristica e indiscussa la fedeltà  a tale Presenza, ricordiamo la denuncia già fatta dei sette peccati contro la Santissima Eucaristia.

 

1. Non creder nella Messa come sacrificio, ma celebrarla solo come convito fraterno, come invito alla festa e alla gioia, non alla preghiera e di ringraziamento e alla penitenza.

 

2. Negare la partecipazione all'offerta cruenta della Croce sacramentalmente ripresentata sull'altare nella celebrazione di ogni messa.

 

3. Non credere che le parole della consacrazione producono la vera, reale, sostanziale presenza di Gesù Cristo sotto le specie eucaristiche, ritenendo tale presenza solo simbolica.

 

4. Non curarsi di briciole e frammenti del pane consacrato caduti durante la celebrazione, non considerandoli più  materia del sacramento.

 

5. Non inginocchiarsi durante la Consacrazione,  né davanti al tabernacolo, poichè l'Ostia sarebbe solo un simbolo e non il vero Corpo di Cristo.

 

6. Giudicare superflua la Confessione sacramentale prima di comunicarsi, anche in stato di peccato mortale, perchè sarebbe sufficiente amare Cristo, fidarsi dei suoi meriti e rimettersi alla misericordia del Padre. Con la conseguente moltiplicazione dei sacrilegi.

 

7. Ritenere che basti la recita del Confiteor per ottenere il perdono dei peccati mortali, dimenticando che Gesù  ha detto ai suoi apostoli: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi" (Gv. 20)

 

La Lega Eucaristica denuncia questi sette peccati e tutti gli errori insiti nelle citate negazioni, perchè si conosca l'estrema gravità della crisi di tanti cristiani e perché  ci sia un fervente e concreto ritorno al culto eucaristico. La Lega Eucaristica prende tutte le iniziative suggerite dall'amore a Gesù  Eucaristico per riparare le offese ch'Egli riceve dall'assalto organizzato contro il dogma eucaristico, tendente a colpire il sacerdozio e, in esso, a sopprimere la gerarchia per demolire la Chiesa come società  visibile istituita da Gesù Cristo.

In questo modo la Lega Eucaristica vuole anche opporsi all'intento di dissolvere il Cristianesimo riducendolo ad uno dei tanti discutibili orientamenti religiosi dello spirito umano.

La missione dei laici, solennemente riconosciuta dal Concilio, impone ad essi il dovere di scuotersi per salvare le anime tradite dalla falsità di pensiero, di parole e di azioni già diffuse nel mondo cattolico.

 

8 MAGGIO 2016

Figli prediletti, diventate sempre più piccoli, docili, puri, semplici, abbandonati e fedeli.

Quanto è  grande la gioia che il mio Cuore di Mamma prova quando vi posso portare tutti, come omaggio prezioso e profumato, da offrire a mio Figlio Gesù  realmente presente nel Sacramento della Eucarestia!

Io sono la Madre dell'adorazione e della riparazione. Accanto ad ogni Tabernacolo della terra vi è sempre la mia presenza materna.

Essa compone un nuovo ed amoroso Tabernacolo alla solitaria presenza di mio Figlio Gesù; costruisce un giardino di amore alla sua perenne permanenza fra voi; forma un'armonia celeste che Lo avvolge di tutto l'incanto del Paradiso nei cori adoranti degli Angeli, nella preghiera beata dei Santi, nella sofferta aspirazione di tante Anime che si purificano nel Purgatorio. Nel mio Cuore Immacolato tutti formano un concerto di perenne adorazione, di preghiera incessante e di amore profondo a Gesù realmente presente in ogni Tabernacolo della terra.

Oggi il mio Cuore di Mamma  rattristato ed è  profondamente ferito perché  vedo che, attorno alla divina presenza di Gesù  nella Eucarestia, c'è tanto vuoto, tanto abbandono, tanta trascuratezza, tanto silenzio.

Chiesa pellegrina e sofferente, di cui sono Madre, Chiesa che sei famiglia di tutti i miei figli, arca della nuova Alleanza, popolo di Dio, tu devi comprendere che il centro della tua vita, la fonte della tua Grazia, la sorgente della tua luce; il principio della tua azione apostolica si trovano solo qui nel Tabernacolo, ove viene realmente custodito Gesù.

E Gesù  presente per insegnarti a crescere, per aiutarti a camminare, per rafforzarti nel testimoniare, per darti coraggio nell'evangelizzare, per essere sostegno a tutto il tuo soffrire.

Chiesa pellegrina e sofferente di questi tempi, che sei chiamata a vivere l'agonia del Getsemani e l'ora sanguinosa del tuo Calvario, oggi voglio portarti qui con Me, prostrata davanti ad ogni Tabernacolo, in un atto di perenne adorazione e di riparazione, perché anche tu possa ripetere il gesto che sempre compie la tua Mamma Celeste.

Io sono la Madre dell'adorazione e della riparazione.

Nella Eucarestia Gesù  realmente presente con il suo Corpo, con il suo Sangue, con la sua Anima e con la sua Divinità.

Nella Eucarestia è realmente presente Gesù Cristo, il Figlio di Dio, quel Dio che, in Lui, Io ho visto in ogni momento della sua vita terrena, anche se era nascosto sotto il velo di una natura fragile e debole, che si sviluppava attraverso il ritmo del tempo e della sua crescita umana.

Con atto continuo di fede, nel mio Figlio Gesù, Io sempre vedevo il mio Dio e con profondo amore Lo adoravo.

Lo adoravo quando era ancora custodito nel mio seno verginale, come un piccolo germoglio e Lo amavo, Lo nutrivo, Lo crescevo, dando a Lui il mio stesso Sangue e la mia stessa Carne.

Lo adoravo dopo la sua nascita, contemplandolo nella mangiatoia di una Grotta povera e disadorna. Adoravo il mio Dio nel fanciullo Gesù che cresceva, nell'adolescente che si sviluppava, nel giovane chino sul lavoro di ogni giorno, nel Messia che adempiva alla sua pubblica missione.

Lo adoravo quando era rifiutato e respinto, quando veniva tradito, abbandonato dai Suoi e rinnegato.

Lo adoravo quando era condannato e vilipeso, quando veniva flagellato e coronato di spine, quando era condotto al patibolo e crocifisso.

Lo adoravo sotto la Croce, in atto di ineffabile patire, e mentre veniva condotto al sepolcro e deposto nella sua tomba.

Lo adoravo dopo la sua resurrezione quando, per primo, mi apparve nello splendore del suo Corpo glorioso e nella luce della sua Divinità.

 

                                                           Messaggi della Madonna per tutti i suoi figli, in particolare per i sacerdoti

 

9 MAGGIO 2016

 

 

Sentite Padre mio, i giusti lamenti del nostro dolcissimo Gesù: “Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore verso gli uomini! Sarei stato meno offeso da costoro se l'avessi amati di meno. Mio Padre non vuole più sopportarli. Io vorrei cessare di amarli ... (e qui Gesù si tacque e sospirava e dopo riprese) ma ahimè! Il Mio Cuore è  fatto per amare! Gli uomini vili e fiacchi non si fanno nessuna violenza per vincersi nelle tentazioni, che anzi si dilettano nelle loro iniquità. Le anime da Me pie predilette, messe alla prova, Mi vengono meno, le deboli si abbandonano allo sgomento ed alla disperazione, le forti si vanno rilassando a poco a poco. Mi rimangono solo, di notte, di giorno, nelle chiese.

 

NON SI CURANO PIU' DEL SACRAMENTO DELL'ALTARE; non si parla mai di questo Sacramento d'amore; ed anche quelli che ne parlano ahimè! Con che indifferenza, conche freddezza.

 

 

Il Mio Cuore è dimenticato; nessuno si cura più  del Mio Amore; Io sono sempre contristato. La Mia casa è  divenuta per molti un teatro di divertimento; anche i Miei ministri che Io ho sempre riguardati con predilezione, che lo ho amati come la pupilla dell'occhio Mio; essi dovrebbero confortare il mio cuore colmo di amarezze; essi dovrebbero aiutarmi nella redenzione delle anime, invece chi lo crederebbe?! Da essi debbo ricevere ingratitudine e sconoscenze.

 

Vedo, figlio Mio, molti di costoro che ... (qui,, i singhiozzi gli strinsero la gola, pianse in silenzio) che sotto ipocrite sembianze, Mi tradiscono con comunioni sacrileghe, calpestando i lumi e le forze che continuamente do a essi...

 

                                                                                       LAMENTI DEL SIGNORE GESU' A PADRE PIO

                                                                                       PER GLI OLTRAGGI CHE RICEVE NEL SS. SACRAMENTO

                                                                                       EPISTOLARIO I, 342

 

 

 

"IL VALORE E LA QUALITA' DI UN SACERDOTE SI MISURA DA QUANTE ORE PASSA DAVANTI AL TABERNACOLO"

 

 

 

 

                                                                            S.Alfonso M. de Liguori, Dottore della Chiesa 

 

 10 MAGGIO 2016

In questi ultimi decenni la ristrutturazione del cattolicesimo è  proseguita a passi da gigante, come ne documenta Romano Amerio nel suo colto Iota Unum (Riccardo Ricciardi Editore). Dopo numerosi colpi di fendente verso la sana teologia, verso i principi dell'etica cristiana, verso le svariate forme di devozione (senza che queste venissero sostituite da nulla di meglio), si sta proseguendo verso la demolizione dell'ultimo baluardo della cristianità: l'Eucaristia. Già negli ultimi tempi, mentre alacremente si lavorava per allontanare dalle chiese statue della Madonna e confessionali, qualcuno rispondeva: il prossimo trasloco riguarderà il tabernacolo. E anche se ci veniva promesso che ciò non sarebbe successo mai, ora stiamo assistendo proprio a questo. Dopo la smobilitazione del culto mariano (ritenuto poco ecumenico), e dopo la smobilitazione del sacramento della Riconciliazione (vedere un confessionale aperto è diventato raro quanto vedere un prete che si confessi), siamo passati alla smobilitazione dell'Eucaristia in tutte le sue varie forme: annacquamento della teologia eucaristica (con svalutazione della transustanziazione e della Presenza reale), dileguo dell'Adorazione, degradazione del sacro, deviazioni e abusi, tanto che già Amerio ebbe a scrivere: "La degradazione dell'Eucaristia, che è il fenomeno più imponente della Chiesa contemporanea, è  in ultima analisi un effetto della desostanzializzazione e conseguente soggettivazione del mistero" (cfr. op. cit., pp. 496-513). Oggi il triste fenomeno sta proseguendo: ai bambini del catechismo viene sempre meno insegnata la genuflessione davanti al Santissimo, e a volte li si coglie a ritornare verso le panche giocherellando con la particola fra le dita; spesso pezzi di ostia consacrata cadono durante la distribuzione e vengono calpestati da ignari fedeli perchè non si usa più nè velo nè piattino; il silenzio necessario al dialogo interiore dopo la Comunione viene disprezzato dalla lettura degli avvisi; fino al triste spettacolo dell'emarginazione dei tabernacoli. Dopo l'abolizione dei troni eucaristici e dei cibori, l'architettura delle nuove chiese ha sempre più decentralizzato il tabernacolo, che viene spostato lateralmente o addirittura trasferito in stanzette separate dalla chiesa come nella Parrocchia di S. Bernadetta a Milano (in altre, inermi sacerdoti hanno dovuto combattere inutilmente contro architetti "istruiti dall'alto" che operavano con la scusa di lavori di ristrutturazione). Dinanzi allo smarrimento dei fedeli che spesso non sanno più verso dove inginocchiarsi, o dei visitatori di passaggio che chiedono ai sacrestani se trattasi di chiese protestanti, o dei celebranti venuti da fuori che cercano disperatamente ove riporre le ostie consacrate avanzate al termine della Messa, si risponde che ormai il codice liturgico lo consente. Francamente questo non risulta. Ricordiamo anzi che il Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi è già intervenuto sulla questione (cfr. Avvenire del 9 luglio '99) con una nota esplicativa, passata in sordina, ove non solo è ribadita la scomunica latae sententiae (vale a dire senza bisogno del pronunciamento di un vescovo) per chi compie atti di grave disprezzo verso l'Eucaristia, ma al tempo stesso si raccomanda "che qualsiasi sciatteria o trascuratezza, segno di diminuita consapevolezza della presenza eucaristica, sia bandita accuratamente dal comportamento dei sacri ministri e dei fedeli. Anzi appare necessario che nella nostra epoca, caratterizzata dalla fretta anche nel rapporto personale con Dio, la catechesi riconduca il popolo cristiano al completo culto eucaristico, che non si riduce alla partecipazione alla Santa Messa comunicando con le dovute disposizioni, ma comprende anche la frequente adorazione, personale e comunitaria, del Santissimo Sacramento, e la cura amorosa perchè il tabernacolo, in cui si conserva l'Eucaristia, sia collocato in un altare o luogo della chiesa ben visibile, davvero nobile e debitamente ornato, in modo da costituire il centro d'attrazione d'ogni cuore innamorato di Cristo".

 

                                                                                                                                                  Stefano Biavaschi

                                                                                                                                                     Tratto da: Teologia nr.28

 

11 MAGGIO 2016

                  Gesù  applica a noi, nel sacrificio della S. Messa, i meriti della sua passione  

 

La ragione principale per la quale Gesù Cristo rinnova la sua Passione sull'altare è quella di pregare per noi e di commuovere il Cuore del Padre suo. E inoltre Gesù con il Sacrificio della Messa ci applica i meriti del Sacrificio del Calvario.

Per meglio comprendere questa verità bisogna sapere che il Signore, durante tutta la sua vita mortale e particolarmente sulla Croce, ha acquistato un tesoro infinito di meriti, che allora ha dato soltanto ad un piccolo numero di persone e che oggi prodiga in una infinità di occasioni, e in particolar modo nella Messa. "quello che si è operato sulla Croce è un Sacrificio di Redenzione, - dice san Giovanni Damasceno - e la santa Messa è un Sacrificio di appropriazione, per il quale ogni uomo entra in possesso dei meriti e delle virtù del Sacrificio della Crooce'. In altre parole: se assistiamo alla Messa con le disposizioni richieste, sarà applicato, ad ognuno in particolare, il valore della Passione di Gesù Cristo.

Le parole di nostro Signore a santa Matilde ci faranno comprendere meglio ancora questo mistero di grazie. "Ecco, ti do tutte le amarezze della mia Passione, affinchè tu le consideri come tuo proprio bene e le offra al Padre mio"'. E per insegnarci che questa applicazione avviene proprio nella santa Messa, nostro Signore aggiunge: "Colui che offrirà la mia Passione, della quale gli ho fatto dono, sarà ricompensato due volte e ciò tanto spesso quante volte l'offrirà e così, come ho detto nel mio Vangelo, riceverà il centuplo e possiederà la vita eterna"'. Quale felicità ricevere dalle mani del Salvatore un frutto così grande e che noi possiamo aumentare tanto facilmente! Se voi direte: "O Gesù mio, offro la tua dolorosa Passione, o mio Gesù, offro il tuo sangue prezioso". Gesù vi risponderà: "Figlio mio, te ne rendo due volte il valore". Così, tutte le volte che offrirete qualcuna delle sue sofferenze, altrettanto sarete ricambiati con la stessa liberalità. Quale generosa mercede e quale facile prezzo per arricchirvi!

Ecco un'altra ragione della rinnovazione mistica della Passione. Poichè non tutti i fedeli poterono essere presenti al Sacrificio della Croce, coloro che non hanno avuto questa grazia divina saranno forse meno favoriti? No, il Salvatore ha voluto che essi raccogliessero durante la Messa, purchè vi assistano con devozione, gli stessi frutti come se fossero stati sul Calvario. La stessa cosa dice il Belei: "Vedete quanto è prezioso il nostro Sacramento! Non è un semplice memoriale del Sacrificio della Croce, ma  il Sacrificio stesso del quale produce tutti gli effetti"'. Il p. Molina conferma queste belle parole, dicendo: "Conforme all'istituzione di Gesù Cristo, la Chiesa offrirà sempre lo stesso Sacrificio che fu offerto sulla Croce, nello stesso modo reale, anche se in una maniera incruenta".

La Messa è  dunque una sorgente infinita di grazie. E' evidente che i due Sacrifici sono uno stesso ed unico Sacrificio, poichè tanto la vittima che il sacerdote sono gli stessi, sono offerti allo stesso Dio ed hanno la stessa ragione di essere. Tutta la differenza consiste nel modo in cui si compiono. Sulla Croce Gesù Cristo era grondante di vivo sangue e vittima sofferente per gli atroci dolori, mentre oggi nella santa Messa si offre in modo incruento senza sofferenze. Pensate bene a queste energiche parole, pensate all'inestimabile valore della santa Messa e convincetevi della sua efficacia. Quindi è evidente che, con la vostra presenza ai piedi dell'altare, purchè siate animati dai sentimenti richiesti, non piacerete meno al Salvatore e non meriterete meno di coloro che assistettero al Sacrificio del Calvario. Considerate l'inestimabile favore, che avete ogni giorno, di poter essere testimone della Passione di Gesù Cristo e di riceverne i frutti! Che felicità poterci stringere amorosamente alla Croce, vedere Gesù, parlargli, consolarlo, confidargli le nostre pene e attendere da Lui soccorso e consolazione, come una volta hanno fatto Giovanni e Maria Maddalena! O cristiani, stimate nel loro vero valore queste grazie ammirabili e ogni mattina andate a Messa per partecipare al tesoro che il Salvatore è sempre pronto a distribuirvi!  

12 MAGGIO 2016

IL FARMACO DELL'IMMORTALITA'

Nella vita quotidiana forse non riusciamo a capire pienamente quanto spesso e per che cosa abbiamo bisogno della grazia di Dio. Noi ci rendiamo pienamente conto di cosa ci offre Gesù, specialmente riguardo al sacramento dell’Eucaristia. Già nei tempi antichi i cristiani erano convinti che solo in Cristo c’è la vita nuova e che solo con lui possiamo vincere la morte.

L’Eucaristia era percepita come il cibo della vita vera.

 

Dalle persone anziane ho sentito qualche volta dire con saggezza:<< Se non ne va della vita, non succede nulla>>. Da un certo punto di vista ne va sempre della vita, e non solo della vita terrena che finisce con la morte, ma della vita eterna. O meglio della vita eterna che comincia quaggiù. Non lasciamoci disorientare dalla mentalità odierna che allontana i pensieri della vecchiaia e della morte tentando, con sforzi inutili, di prolungare al più possibile la giovinezza fisica come se fosse l’unico modo di essere felici. Sappiamo molto bene che esistono persone sane che hanno tutto quello che desiderano ma non sono felici. Altre sono perennemente occupate, oppure sono al centro dell’interesse dei mass media, ma ciò non comporta necessariamente che siano iscritti nel Libro della vita.

 

Succede spesso che quanto per il mondo non vale niente, ha valore per l’eternità. La fonte della vita alla fine non è l’interesse dei mass media, né la quantità delle esperienze, delle cose che possediamo, delle possibilità che si aprono davanti a noi, né la carriera e neppure le creme contro le rughe e la cellulite, ma lo stesso Gesù che si offre a noi. Tutto ciò che abbiamo proviene dalle sue mani, Egli stesso è l’amore, la vita, la pace. Se non vogliamo vivere una vita “vegetale” occorre nutrirci del pane di vita che è lui stesso, Cristo Gesù.

 

 

                     Vojtech Kodet (1956). Dal luglio 2003, Provinciale dei carmelitani della Repubblica ceca.

 

 

 

“Spezzate il pane che è il farmaco dell’immortalità, l’antidoto per non morire, ma per vivere eternamente in Gesù Cristo”.

                                                                         

 

                                                                          (Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini 20,2)

Piccola Nazareth 

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