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7 MARZO 2016

"QUESTO E' IL MIO CORPO, QUESTO E' IL MIO SANGUE"

 

 

Mi rivolgo particolarmente a voi, cari sacerdoti, che Cristo ha scelto perché insieme a lui possiate vivere la vostra vita quale sacrificio di lode per la salvezza del mondo. Solo dall’unione con Gesù potete trarre quella fecondità spirituale che è generatrice di speranza nel vostro ministero pastorale. Ricorda san Leone Magno che “la nostra partecipazione al Corpo e al Sangue di Cristo non tende a nient’altro che a diventare ciò che riceviamo” (Sermo 12, De Passione 3,7, PL 54). Se questo è vero per ogni cristiano, lo è a maggior ragione per noi sacerdoti. Divenire Eucaristia!

 

Sia proprio questo il nostro costante desiderio e impegno, perché all’offerta del Corpo e del Sangue del Signore che facciamo sull’altare, si accompagni il sacrificio della nostra esistenza. Ogni giorno, attingiamo del Corpo e del Sangue del Signore quell’amore libero e puro che ci rende degni ministri del Cristo e testimoni della sua gioia. E’ ciò che i fedeli attendono dal sacerdote: l’esempio cioè di un’autentica devozione per l’Eucaristia; amano vederlo trascorrere lunghe pause di silenzio e di adorazione dinanzi a Gesù  come faceva il santo Curato d’Ars.

 

San Giovanni Maria Vianney amava dire ai suoi parrocchiani: “Venite alla comunione… E’ vero che non ne siete degni, ma ne avete bisogno”. Con la consapevolezza di essere inadeguati a causa dei peccati, ma bisognosi di nutrirci dell’amore che il Signore ci offre nel sacramento eucaristico, rinnoviamo la nostra fede nella reale presenza di Cristo nell’Eucaristia. Non bisogna dare per scontata questa fede! C’è oggi il rischio di una secolarizzazione strisciante anche all’interno della Chiesa, che può tradursi in un culto eucaristico formale e vuoto, in celebrazioni prive di quella partecipazione del cuore che si esprime in venerazione e rispetto per la liturgia. E’ sempre forte la tentazione di ridurre la preghiera a momenti superficiali e frettolosi, lasciandosi sopraffare dalle attività e dalle preoccupazione terrene.

                                                                                    Benedetto XVI          

             22 maggio 2008, Omelia di Sua Santità nella solennità del Corpus Domini.

 

8 MARZO 2016

 

 

O Divina Eucaristia, ti amo, ti adoro, ti lodo e ti ringrazio.

 

Prigioniero per me nel SS.mo sacramento, schiavo d’amore sotto le specie sacramentali, vittima perenne per me, io mi metto sotto i tuoi raggi, o Sole Divino.

 

O Ss.ma Ostia, tu che sei il mio desiderio e l’unico respiro della mia vita, purificami, incendiami, rendimi una sola cosa con te, uniscimi in ogni istante alla tua Ss. Ma volontà.

 

O Gesù Eucaristia tu mi hai creato per te ed io voglio vivere per te, scendi sempre nella mia anima. O Maestro adorato, vorrei essere tutti i giorni e tutte le notti davanti a questo tabernacolo e contemporaneamente davanti a tutti i tabernacoli del mondo, per ascoltare, accogliere e meditare assieme a tua Madre, aurora dell’Eucaristia, tutte le cose che tu m’insegni da questa cattedra d’Amore. Amen.

 

                                            Preghiera di Madre Candida

9 MARZO 2016

UMILTA' EUCARISTICA

 

Il Re dell’eterna gloria discende sugli altari. Ma spesso come ci rimane? Nella squallida povertà di certi tabernacoli e nello stato desolante di certe chiese! Eppure, sebbene sia il Signore dei dominanti, il Dio d’infinità maestà, sempre ci rimane, tollerando tutto con inalterabile mitezza.

 

Ed a coloro che, come Pietro, vilmente lo rinnegano, rivolge, dalla prigione d’amore, uno sguardo di amorevole compassione.

 

Ai novelli Giuda, a coloro che si apprestano a riceverlo sacrilegamente, disposti a dargli il bacio del tradimento, dice piangendo: “Amico, a che sei venuto?”.

 

 Agli empi senza cuore, che, come i malfattori del Getsemani, levano violenti le mani e fanno sacrilego scempio delle Sacre Specie con le più orribili profanazioni, Gesù risponde con l’antica implorazione: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.

 

E’ promessa un’eterna ricompensa a coloro che avranno praticato la misericordia verso il prossimo, perché egli è nella persona dei miserabili; ben più fortunati saranno quelli che lo avranno assistito nel suo abbandono e nella sua tristezza eucaristica!

 

Un giorno dirà loro: “ Ero dimenticato, misconosciuto, maltrattato, e voi vi siete ricordati di me; ero triste e voi mi avete consolato; ero irritato per il cumulo delle iniquità e mi avete calmato; ero mal servito da tanti cuori e voi mi avete dato un compenso con il vostro fervore. Venite, dunque, o benedetti del mio Cuore; a me  ora il consolarvi ed il glorificarvi per tutta l’eternità”.

 

10 MARZO 2016

L'EUCARISTIA "SACRIFICIO DI LODE"

 

 

Come dice il termine stesso nella sua genesi greca, l’Eucaristia è “ringraziamento”; in essa il Figlio di Dio unisce a sé l’umanità redenta in un canto di azione di grazie e di lode. Ricordiamo che la parola ebraica todah, tradotta “lode”, significa anche “ringraziamento”. Il sacrificio di lode era un sacrificio di rendimento di grazie.

 

Nell’ultima Cena, per istituire l’Eucaristia, Gesù ha reso grazie a suo Padre (cfr. Mt 26,26-27 e paralleli); è questa l’origine del nome di questo sacramento. L’Eucaristia, è il perfetto “sacrificio di lode”, la glorificazione più alta che dalla terra sale al cielo, “la fonte e l’apice di tutta la vita cristiana in cui (i figli di Dio) offrono (al Padre) la vittima divina e se stessi con essa” (Lumen Gentium,11).

 

 

Nell’Eucaristia si attualizza, innanzitutto, il sacrificio di Cristo. Gesù è realmente presente sotto le specie del pane e del vino, come egli stesso ci assicura: “Questo è il mio corpo… Questo è il mio sangue” (Mt 26,27-28).

 

Ma  il Cristo presente nell’Eucaristia è il Cristo ormai glorificato, che nel Venerdì Santo offrì se stesso sulla croce. E’ ciò che sottolineano le parole da lui pronunziate sul calice del vino: “ Questo è il mio sangue dell’alleanza versato per molti”.

 

L’Eucaristia è, dunque, un sacrificio: sacrificio della redenzione e, al tempo stesso, della nuova alleanza.

                                                        

 

                                                                      Catechesi di san Giovanni Paolo II

11 MARZO 2016

 

 

Ho un tale desiderio della santa Comunione che, se fosse necessario camminare a piedi nudi sopra una strada di fuoco per giungervi, lo farei con indicibile gioia.

 

                                                      Santa Margherita Maria Alacoque

 

 

Come la farfalletta notturna gira attorno alla luce della fiamma e poi si brucia in essa, così l’anima giri pure intorno, anzi dentro a quel lume divino. Gesù la bruci del suo amore, per farla rivivere con il santo Sacramento.

                                                                      s. Paolo della Croce

 

 

Passando per una città o villaggio, se ne avete la possibilità e la felicità, entrate per un istante in chiesa,  per adorarvi il Santissimo Sacramento. E se non potete entrarvi di persona, mandate almeno il vostro pensiero ed il vostro cuore.

 

                                                           s. Giovanna Antida Thouret

12 MARZO 2016

 

 

L’incorporazione a Cristo, realizzata attraverso il Battesimo, si rinnova e si consolida continuamente con la partecipazione al Sacrificio eucaristico, soprattutto con la piena partecipazione a esso che si ha nella comunione sacramentale.

 

 

 

Possiamo dire che non soltanto ciascuno di noi riceve Cristo,  ma che anche Cristo riceve ciascuno di noi. Egli stringe la sua amicizia con noi: << Voi siete miei amici>> (Gv 15,14). Noi, anzi, viviamo grazie a Lui: << Colui che mangia di me vivrà per me>> (Gv 6,57). Nella comunione eucaristica si realizza in modo sublime il <<dimorare>> l’uno nell’altro di Cristo e del discepolo: <<Rimanete in me e io in voi>> (Gv 15,4).

 

 

 

Così l’Eucaristia si pone come fonte e insieme come culmine di tutta l’evangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo Spirito Santo .                     

 

 

                           Dall’Enciclica Ecclesia de Eucharistia di Giovanni Paolo II

Piccola Nazareth 

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