top of page

7 NOVEMBRE 2015

L'EUCARISTIA: PEGNO DI UN PROSSIMO RITORNO

 

I primi cristiani hanno l’esperienza di una presenza viva del Risorto, al momento in cui la comunità spezza il pane. Egli <<viene>> nel seno della comunità riunita.

Non ha promesso che dove sono due o tre riuniti nel suo nome, egli sarebbe in mezzo a loro? Il pensiero corre spontaneamente alla sera di Pasqua in cui il risorto è <<apparso>> in mezzo ai suoi per consolarli, e assicurarli del suo prossimo ritorno. Mentre ci si riunisce intorno alla stessa mensa, si pensa ai pasti presi da Gesù con i suoi dopo la risurrezione. Quanto ne rimanesse vivo il ricordo, lo dice l’importanza che gli Atti annettono a questi pasti.

 

Ci si stringe così intorno al Risorto invisibilmente presente, in attesa di contemplarlo <<revelata facie>> nella gloria del suo avvento. Da questa presenza attuale <<sperimentata>> nel mistero, sgorga la gioia (<<agalliasis>>: At 2,46) della celebrazione primitiva che si sente vibrare incontenibile nelle preghiere eucaristiche della Didachè. Il primo senso che assume << Marana-tha>> è dunque in rapporto a questa presenza sacramentale: <<Signore, vieni ora, mentre siamo riuniti per il banchetto>>.

 

Ma questa presenza nel culto è già una primizia di Dio: è un anticipo del <<ritorno>> che avverrà alla fine dei tempi, per diventare una realtà definitiva.

 

                                              Mariano Magrassi in Vivere l’Eucaristia, La Scala 1981, p.104

 

 

"L’Eucaristia è il sacramento principale del quale tutti gli altri sono la derivazione e l’<<imitazione>>".

 

                                                                                                            Inos  Biffi

 

8 NOVEMBRE 2015

L'EUCARISTIA, BANCHETTO ESCATOLOGICO

 

  Perché l’Eucaristia rispetti questa immagine del banchetto, ci sono alcune condizioni che bisogna osservare. Anzitutto, è indispensabile estendere al più presto a tutti i commensali la comunione nel Sangue del Signore. Il banchetto è banchetto se in esso si mangia e si beve, non se si mangia soltanto. Che banchetto è quello in cui non si offre nulla da bere agli invitati? A Cana Gesù non moltiplicò forse per questo il vino? Gesù ha sempre parlato congiuntamente della necessità di mangiare la sua carne e di bere il suo sangue: Se non bevete il suo sangue [ il sangue del Figlio dell’uomo] – ammonisce – non avrete in voi la vita (Gv 6,53); Bevetene tutti, perché questo è  il mio sangue (Mt 26,27).

 

Alla realtà del suo Sangue, Gesù ha legato in modo particolare alcuni effetti dell’Eucaristia che sgorgano più direttamente dalla sua morte: la remissione dei peccati, l’alleanza, lo Spirito Santo (cf Mt 26,28). Come si può omettere questo elemento, senza rompere il parallelismo eucaristico, senza offuscare il segno del banchetto e privare così il sacramento della sua efficacia che è legata proprio ai segni? (<<Significando causant>>).

 

  Non basta, naturalmente, valorizzare il segno del vino e del bere per realizzare un autentico banchetto. Proprio quei testi ricordati, di Paolo e di Giacomo, ci dicono che occorre un’altra cosa e questa dipendente interamente da noi. L’Eucaristia è un banchetto se in esso regna la fraternità, l’accoglienza e l’aspettarsi reciproco. L’Eucaristia è un banchetto se, anche dai piccoli segni, è possibile notare che vi regna la gioia. Non vi è nulla di più deprimente che assistere ad un banchetto in cui domina l’etichetta e la gente ci sta per convenienza, ignorandosi  l’un l’altro.

                   

                                 Raniero Cantalamessa in La Parola e la vita, Città Nuova 1990, pp. 271-272

 9 NOVEMBRE 2015

L'AFFAMATO HA FAME DI TE

 

Tu solo puoi sentire quanto è grande,

immisurabilmente grande,

il bisogno che c’è di Te

in questo mondo,

in quest’ora del mondo…

L’affamato si immagina di cercare il pane,

e ha fame di Te;

l’assetato

crede di volere acqua,

e ha sete di Te.

Chi cerca la bellezza del mondo

Cerca, senza accorgersene,

Te, che sei la bellezza

intera e perfetta;

chi persegue nei pensieri la verità,

desidera, senza volere, Te

che sei l’unica verità

degna di essere saputa;

e chi si affanna dietro la pace,

cerca Te, sola pace

dove possono riposare i cuori inquieti…

Abbiamo bisogno di Te, Signore

 

 

Giovanni Papini da C. Daniele- D Zanella, Giorno dopo giorno domenica in festa, Elledici 1988, p. 16

 

                                                " L’Eucaristia non è la fetta di torta per i bambini più buoni;

                                                                    è un'esortazione a combattere".

                                                                                                                   Mons. Jullien

10 NOVEMBRE 2015

L'EUCARISTIA, SPERANZA DEL REGNO

 

Il <<già>> che l’Eucaristia celebra è la pienezza della grazia e della gioia messianica; essa ci ricorda che lo Sposo è già con noi ( cf  Mc2,19).

 

Eppure esso non è un banchetto chiuso e definitivo; c’è qualcosa di <<inconcluso>>in esso che affiora ogni istante. Si è come in quel festino di cui parla il Vangelo, in cui si aspetta che, da un momento all’altro, entri il re per vedere i commensali (Mt 22,11). E’ un banchetto che –come quello della notte dell’esodo- si consuma in piedi, con la cintura ai fianchi, come chi in attesa di partire per la terra promessa. Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finchè egli venga (1 Cor 11,26).

 

Istituendo l’Eucaristia, Gesù, per così dire, diede appuntamento alla Chiesa per un altro banchetto, quello che si sarebbe compiuto nel Regno di Dio (cf Mt 26,29).

L’Apocalisse parla proprio di questo banchetto nuovo ed  eterno, al quale l’Agnello ora aspetta la sposa: Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello! (Ap 9,9).

 

Per questo, dopo la consacrazione, noi diciamo:<<Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta!>>. Non basta, naturalmente, che noi proclamiamo la nostra fede nel ritorno del Signore a parole soltanto, durante la Messa; anche in ciò, l’Eucaristia deve <<invadere>> la vita. E’ la nostra vita intera che deve proclamare che noi siamo in attesa che il Signore venga, e proclamarlo  per il modo in cui sappiamo affaticarci e gioire  nelle cose di quaggiù, mantenendo viva la fede e ardente la speranza nelle cose di lassù, dove Cristo ci aspetta. Non siamo solo noi, infatti, che aspettiamo il Signore; anche il Signore aspetta noi!

 

                  Raniero Cantalamessa in La Parola e la vita, Città nuova 1990, pp. 273-274

11 NOVEMBRE 2015

L'EUCARISTIA:

<<PEGNO DELLA VITA FUTURA>>

 

Ci vorrebbero i mistici per raccontare le esperienze eucaristiche di queste trasformazioni. Ci vorrebbero i Santi per dirci con le loro esperienze gli ineffabili mutamenti interiori che l’Eucaristia porta con sé. Noi queste cose le diciamo; vorrei dire: le crediamo!

 

Ma questo nostro crederle qualche volta è rallentato da troppi veli, da troppe considerazioni umane, da troppe perplessità puramente terrene, e lo slancio dell’abbandonarsi all’amplesso eucaristico subisce rallentamenti che impediscono alla Grazia del Sacramento di diventare fino in fondo operosa in questo mondo, mentre fermenta nella nostra vita per preparare l’eternità.

 

Diciamo che l’ Eucaristia-Sacramento è anche il <<pegno della vita futura>>. E’ un fermento, è un’anticipazione, è un dono profetico; siamo già vivi di eternità con la grazia santificante! Ma, mentre siamo vivi di eternità con la grazia santificante, siamo creature terrene vive di una terrestrità che ci paralizza e ci lega, di una terrestrità che ci rende opachi e impedisce la trasparenza della luce della Grazia che pure dall’Eucaristia continuamente promana. Forse questa qualità di Grazia dell’Eucaristia di essere <<pegno della vita eterna>> è l’esperienza che facciamo di meno.

 

E’ una  formula consacrata dalla Parola di Dio, ma è una formula: poterla esprimere con un’esperienza vissuta, poterla confermare con una condizione esistenziale autentica, poterla confermare con una continuità di luminosità interiore, di intuizione profonda, di capacità contemplativa, è un’altra cosa! D’altra parte però il Dono lo riceviamo, e tutto questo ci interpella e ci domanda un esame di coscienza accurato: come credenti, come cristiani.

 

 

                              Anastasio Ballestrero in Mistero d’amore, Elledici 1994, pp. 48-49

 

 12 NOVEMBRE 2015

MISTERO CONVIVIALE

Il mistero eucaristico acquista un significato ancora maggiore se noi lo consideriamo come Cristo ce l’ha dato, come Cristo si è fatto tale attraverso l’inserimento nella sua missione di Salvatore.

 

Come è vero che un cibo salva la vita, la continua, la nutre, la favorisce, ne attua lo sviluppo, la crescita, la maturità, la pienezza, la fecondità, così è vero che il Mistero eucaristico, entrando nella vita degli uomini, la trasforma tutta e permette all’uomo, questo peccatore ribelle e pertinace, di diventare un figlio devoto e fedele, un figlio salvato, un figlio di Cristo e un figlio di un unico Padre che è nei Cieli. Attraverso questo dono eucaristico, che è la nostra salvezza, noi veniamo preparati giorno per giorno, partecipando al Convito eucaristico, a un altro Convito: quello del Cielo!

 

Già! Perché attraverso l’Eucaristia ceneremo al Convito di Dio, saremo convocati alla Mensa dei Cieli, saremo gloriosi con Dio che nutre di sé tutti gli esseri creandoli, salvandoli, vivificandoli, e allora la pienezza del Mistero eucaristico ci verrà svelata: non ci sarà più l’Eucaristia, ma ci sarà Colui che nell’Eucaristia è Pane e Vino, nell’Eucaristia è Corpo e Sangue, nell’Eucaristia è l’incarnazione suprema dell’Amore di Dio per l’uomo.

 

 

                                      Anastasio Ballestrero in Mistero d’amore, Elledici 1994, pp. 19-20

 

 

 

"Abbiate fede ed amore in Gesù e sarete forti per combattere contro il demonio. In occasione di tentazione gettatevi ai piedi di Gesù e sarete subito liberati."

                                                                                              s. Giovanni Bosco

 

Piccola Nazareth 

  • w-facebook
  • Twitter Clean
  • w-googleplus
bottom of page