

1 MAGGIO 2015
L’Eucarestia, dono materno di Maria
Oggigiorno si sta sottolineando nella Chiesa una notevole dimensione eucaristico-mariana.
E’ facile comprovarlo nella pietà popolare, nei santuari mariani, nella spiritualità dei movimenti ecclesiali moderni e nella liturgia.
Ciò che fino a poco tempo fa pareva solamente una devozione di anime pie, ora sta entrando nell’ambito dello studio della teologia.
Si sta riconsiderando il titolo che San Pietro Giuliano Eymard (1811-1868), il fondatore dei sacramentini, con una intuizione che gli veniva dalla sua profonda devozione eucaristica, dava a Maria:
“Nostra Signora del Santissimo Sacramento” e “Madre e modello degli adoratori in spirito e verità”.
Certamente la Vergine Maria partecipava assieme alla primitiva comunità alla “frazione del pane”(At 2,42), presieduta dagli apostoli. Può darsi che abbia partecipato anche nell’Ultima Cena.
Giovanni Paolo II, nella lettera del giovedì santo 1995 ai sacerdoti, scrive:
“Benchè nella liturgia del giovedì santo non si parli di Maria, dato che la incontriamo il venerdì santo ai piedi della Croce, non c’è da scartare la possibilità della sua presenza all’istituzione dell’Eucaristia”.
Comunque, ai piedi della croce, Maria partecipò al primo sacrificio, quando dal costato aperto di suo Figlio uscì sangue e acqua, simboli dei sacramenti della Chiesa, specialmente dell’Eucaristia.
Sul Calvario, la Madre di Gesù diventa la Madre del discepolo Giovanni, che rappresenta tutti i discepoli e Madre dei figli dispersi e radunati nel nome di Gesù e nel suo sangue versato per tutti.
In questa nuova economia, Maria è associata in qualità di Madre.
“Per questo – scrive A. Amato – non solo è legittimo, ma biblicamente necessario riscoprire tale legame stretto tra Maria e la comunità che celebra l’Eucaristia”.
TIBERIO MUNARI in "Una Madre per l’uomo" Messaggero 1999, pp. 72-73

2 MAGGIO 2015
A Gesù per mezzo di Maria
Questa è la grande realtà della storia cristiana: Gesù, Ostia santa, Pane di vita, in mezzo alla sua Chiesa.
Questo è l’astro più fulgente che ci permette di guardare con grande fiducia al Regno di Cristo nell’avvenire.
Con Gesù benedetto ed adorato nella Santissima Eucaristia, vogliamo invocare con cuore confidente la dolcissima Madre di Lui e Madre nostra, Maria. (…) Invochiamola… la nostra cara Madre.
E’ Lei che ha portato e ha introdotto nel mondo Gesù Redentore e Salvatore.
E’ Lei che suole condurre le anime innocenti e le anime penitenti a Gesù; così come, su suo invito, alle nozze di Cana, il Salvatore ha compiuto il grande miracolo a beneficio e a gioia dei credenti.
Non prosegue Ella, forse, in tutti i santuari del mondo, questo compito materno e pio di invitare e di condurre quanti la invocano tra le braccia del suo Figlio Divino: a salute, a pace e a giubilo della Santa Chiesa universale? Non è questo il compiersi alla lettera del fervoroso proposito: “A Gesù per Maria”?
Restiamo dunque ben intesi, diletti figli adoratori di Gesù nella Santa Eucaristia: “Dio è con noi”.
Il Sacramento di Gesù rimane con noi a nostra ricchezza divina, a nostra salute, delizia della Chiesa Santa, Cattolica ed Apostolica.
La Madre di Gesù e Madre nostra continui ad essere frequentemente invocata col titolo del Santo Sacramento a nostra intercessione, a nostra protezione, ad esultanza e giubilo dei nostri cuori.
GIOVANNI XXXIII in "Colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII" Tip. Vaticana 1961, Vol. II, pp. 595-596
"Gesù, fate che la vostra vita eucaristica sia la mia!"
Emilia Tamisier

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3 MAGGIO 2015
Maria, canestro del pane
Maria, nella vita di Gesù, sembrerebbe ristretta alla sola sua funzione di Madre, premurosa e attenta.
Nessuna relazione esisterebbe tra Maria e l’Eucaristia.
Tuttavia, alcuni esegeti fanno notare come l’evangelista Luca, rivisitando la storia di Gesù e di Maria dopo gli avvenimenti della Pasqua, sottolinei con particolare enfasi il valore simbolico chiaramente eucaristico di Betlemme, che significa la "casa del pane"; e della mangiatoia , in cui fu posto Gesù.
L’evangelista Luca sembra suggerirci che, a Betlemme, Maria fu la casa per eccellenza del Pane di vita che è Cristo.
Madre del corpo di Gesù, è anche madre del Pane di vita che è l’Eucaristia.
Il Corpo generato da Maria è nato per diventare Eucaristia.
Ella è il tabernacolo vivente dove abitò il Verbo di Dio che si fece carne, simbolo dell’abitazione del Verbo nel Sacramento dell’Eucaristia.
E’ il tempio in cui Dio è diventato sacerdote e vittima.
Da lei prese il corpo che fu offerto in sacrificio. (…)
Nel celebrare il mistero eucaristico, la Chiesa si sente debitrice verso Maria, perché le ha donato il Pane della vita, l’Agnello immolato. (…)
I padri e i teologi della Chiesa orientale, più attenti che non i padri occidentali a penetrare l’intimità che si stabilisce tra Dio e l’uomo nello Spirito Santo, approfondirono ulteriormente questo accostamento tra Maria e l’Eucaristia.
Essi intuirono che occorre fissare l’attenzione su Maria , colei che ha fatto in pienezza l’esperienza dello Spirito, per comprendere la sua azione nell’Eucaristia.
Come infatti lo Spirito Santo discese nel seno della Vergine Maria, così discende sul pane e sul vino.
GIANPIERO CASIRAGHI in La Vergine Maria e l’Eucaristia, Paoline 1990, pp. 16-17
"Questo pane quotidiano è il rimedio all’infermità quotidiana."
S. Ambrogio

4 MAGGIO 2015
Vite intatta , il cui vino rallegra il creato
O Maria, tu sei benedetta tra le donne
e piena di ricchezze;
Vergine pura e madre,
nube di misericordia,
che porta le speranze di tutto il mondo.
Per te, alla terra desolata fu donata la pace:
nave di ricchezze, per mezzo della quale
il tesoro del Padre
fu inviato sulla terra ai miseri e li arricchì;
campo che ha dato la messe senza il lavoro dell’aratro;
e questa messe ha saziato
la fame del mondo intero.
Vite intatta che, pur non potata, ha dato grappoli,
il cui vino, ecco, rallegra il creato
che era nella tristezza;
figlia di poveri, madre del solo ricco,
i cui tesori, ecco, son profusi ai mendicanti per arricchirli.
GIACOMO DI SARUG in "Omelie mariologiche"

5 MAGGIO 2015
Il “sacerdozio" di Maria
Il titolo di Madre accomuna la Chiesa a Maria.
Come Maria generò il Cristo terreno, così la Chiesa genera continuamente, ogni giorno, il Cristo eucaristico.
Se infatti la funzione materna di Maria consistette nel donare al mondo il Figlio di Dio, che da Lei prese carne, la funzione materna della Chiesa consiste nel donarci il Cristo dell’Eucaristia, sacrificato sulla croce e alimento della nostra vita cristiana.
L’Eucaristia costituisce il culmine di questa maternità della Chiesa.
Entrambe, Maria e la Chiesa, animate e fecondate dallo Spirito, ci comunicano il Pane di vita, quel pane che da Maria prese vita per essere immolato sulla croce.
E come Maria partecipò al sacrificio della croce, così tutta quanta la Chiesa partecipa al sacrificio dell’Eucaristia.
Per questo la Chiesa non celebra mai l’Eucaristia senza invocare a più riprese l’intercessione della Madre del Signore.
In ciascuna Messa, Maria sembra prolungare, attraverso la Chiesa, la domanda fatta a Cana di Galilea: “Non hanno più vino”, e invita a “fare ciò che Egli dirà” (Gv 2,3-5).
A ogni Messa Ella offre, come membro della Chiesa, i suoi meriti e la sua intercessione materna, associandosi intimamente al sacrificio di Cristo.
In questa azione d’intercessione non c’è bisogno di parlare di sacerdozio di Maria.
E’ sufficiente ricordare che la Vergine Maria partecipa in modo esemplare ed eminente al sacerdozio di tutti i battezzati e quindi al sacrificio di Cristo.
La Chiesa che si raduna per celebrare l’Eucaristia, non può quindi fare a meno di farlo con Maria.
Ella è strettamente legata a Cristo e alla Chiesa.
GIAMPIERO CASIRAGHI in "La Vergine Maria e l’Eucaristia" Paoline 1990, pp. 28-29

6 MAGGIO 2015
Il tuo frutto è pieno di dolcezza
Il Signore ha prefigurato il suo corpo adorabile nella figura del miele.
Infatti, nel capitolo ventiquattresimo del libro dei Proverbi si dice:
“Mangia, figlio mio, il miele, perché è buono e dolce sarà il favo al tuo palato” (Prv.24,13).
Il favo di miele indica il Sacramento del corpo del Signore e giustamente, perché il miele piace al gusto e, secondo i medici, ha la proprietà di purificare la vista.
Questo miele ce l’ha prodotto la nostra ape, la Vergine Maria, secondo quanto è detto nel capitolo undicesimo del Siracide: “L’ape è piccola tra gli esseri alati, ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori” (Sir 11,3). Ape è la beata Vergine e viene detta piccola perché fra tutti i santi la più umile. Il suo “prodotto ha il primato fra i dolci sapori”, perché il Signore Gesù Cristo, frutto del grembo, non solamente fu dolce, come il miele, ma anzi più del miele e del favo; per cui Bernardo esclama: “Al di là del miele e di ogni altra cosa è dolce la presenza di Gesù”. Pertanto, come viene prefigurato nella figura del pane, e questo per il nutrimento di chi ha fame, così viene anche prefigurato nella figura del miele a indicare l’illuminazione di coloro che siedono nell’ombra di morte.
BONAVENTURA DI BAGNOREGIO in "Opera V", Sermone III, 17
"Quando si ama una persona si sta il più possibile insieme: è inconcepibile vivere accanto all’Eucaristia e non esserle vicino il più possibile con gioia, riconoscenza, sollecitudine appassionata e desiderio ardente".
Charles de Foucauld